Il Mattino pag. 46 - 18 dicembre 2021 |
Da tempo è in atto una guerra silenziosa verso la tradizione millenaria del presepe, in nome di un multiculturalismo abietto e fuori luogo. Va sempre più di moda l’albero di Natale, un’usanza nordica che incontra sempre più adesioni. Le due espressioni sono lo specchio di due diverse concezioni religiose: quella monoteista e quella animista. Infatti mentre il Bambinello ci ricorda il messaggio di pace e la buona novella, l’albero ci rammenta il periodo nel quale tutti noi vivevamo nelle grandi foreste. Mettere insieme i due simboli è un modo corretto per conciliare tradizioni religiose differenti. Nel presepe si rappresenta il momento culminante dell’amore di Giuseppe e Maria verso il loro fragile figlioletto, destinato in breve tempo a cambiare il mondo ed è triste constatare come, drogati dal consumismo, abbiamo trasformato questo magico momento in un rito di massa, con grandi mangiate e smodate libagioni, acquisti frenetici ed una idolatrica prostrazione al moloch dell’euro. Anche il rito dell’albero, che vuole rammentarci il nostro passato nei boschi, quando le piante ci fornivano riparo dalle intemperie e grandi messe di frutti deliziosi, è stato trasformato in feticcio colmo di doni inutili e costosi. Cerchiamo di comprendere le ragioni degli altri. Il presepe diventerà il simbolo dell’amore familiare e della concordia sociale, lo struggente ricordo di un mondo felice perduto da riconquistare.
Caro dr.Achille,complimenti per la sua opera preziosa.Per quanto riguarda l'articolo sul Presepio mi può inviare soltanto il testo perchè quello pervenuto è poco leggibile.Ancora grazie e auguri.
RispondiEliminaMario De Bonis