mercoledì 1 settembre 2021

Una inedita cacciagione di Baldassarre De Caro

fig.1 - Baldassarre De Caro
- Cacciagione - 60x 93 -
Italia antiquario Maggio

Il dipinto di cui parleremo, di proprietà dell’antiquario Maggio, costituisce una importante aggiunta al catalogo di Baldassarre De Caro e rappresenta una Cacciagione (fig.1) che sembra parlare, soprattutto in alcuni particolari (fig.2) di notevole qualità.
La sua tavolozza a partire dal terzo decennio, in ossequio al magistero che Francesco Solimena imprimeva a tutta la pittura napoletana, si distinse per un cromatismo più greve e cupo, caricandosi di ombre dense e forti contrasti chiaroscurali, in contrasto con i colori vivaci e brillanti adoperati dai tanti fioranti attivi sul mercato all’ombra del Vesuvio nei primi anni del secolo XVIII.
Osservando con attenzione il dipinto in esame possiamo fare nostro il giudizio della Lorenzetti, che definì il De Caro: “un vivo temperamento di pittore, un pungente realista che, con la tecnica di un denso impasto di colore, rappresenta cacciagione, animali, fiori, e, sebbene alquanto ineguale, ebbe grande fama per il suo fervore di naturalista esasperato”.
Le fonti ci hanno tramandato poche notizie sull’artista (1689-Napoli 1750), ma l’abitudine di siglare o firmare le sue opere ha permesso alla critica di formulare un catalogo abbastanza corposo della sua produzione, soprattutto negli ultimi anni grazie alla frequente comparsa di tele nelle aste internazionali e sul mercato. Purtroppo è difficile stabilire una precisa cronologia, per la rarità di date (tra le poche eccezioni la tavola del Banco di Napoli eseguita nel 1715 ed una Natura morta con animali e fiori, firmata e datata 1740, in collezione privata a Barcellona, segnalata da Urrea Fernandez) e per uno stile sempre eguale, nel quale non si riesce ad evidenziare una coerente evoluzione.
Abbiamo anche un documento di pagamento reperito da Rizzo, una rarità per quanto riguarda i generisti napoletani; la polizza si riferisce alla cifra di 38 ducati incassata dal pittore per due quadri il 16 settembre 1720. Secondo il De Dominici: “dal quale apprese primieramente a dipingere fiori, de’quali molti quadri naturalissimi con freschezza e maestria ha dipinto” ed il Giannone, egli nasce nel 1689 e fu tra i più bravi allievi di Andrea Belvedere, per cui, almeno inizialmente pittore di fiori, una veste nella quale non abbiamo molti esempi ad eccezione della celebre serie di quattro vasi divisa tra il museo del Banco di Napoli e la pinacoteca di Bari ed un dipinto comparso nel 2000 presso l’antiquario Lampronti a Roma. Si dedicò in seguito alla rappresentazione di animali e selvaggina morta con uno stile, per quanto venato da ambizioni innovative, piuttosto anodino e monocorde.
Con i suoi dipinti incontrò il favore dell’aristocrazia locale e della nascente corte borbonica, come ci racconta il De Dominici: “Baldassar di Caro anch’egli ha l’onore di servire sua Maestà nei suoi bei quadri di cacce, di uccelli e di fiere, come altresì di altri animali, nei quali si è reso singolare, come si vede dalle sue belle opere in casa di molti signori, e massimamente in quella del duca di Mataloni, ove molti quadri di caccia egli ha dipinto… divenendo uno de’ virtuosi professori che fanno onore alla Patria”.


Achille della Ragione

fig.2 - Baldassarre De Caro
- Cacciagione - 60 x 93 - (particolare) -
Italia antiquario Maggio





 

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