fig. 1 - Faraglioni da lontano |
I Faraglioni di Capri (figg.1–2) sono tre picchi rocciosi posizionati a sud est dell'isola omonima, famosi in tutto il mondo grazie alla suggestiva e storica panoramica offerta dai giardini di Augusto ed immortalati in tanti dipinti (fig.3).
Queste emergenze sono identificate con tre nomi distinti: il primo (unito alla terraferma) è il Faraglione di Terra; il secondo, separato dal primo dal mare, è quello di Mezzo; mentre il terzo, proteso verso il mare, è il Faraglione di Fuori. Quest'ultimo è molto noto poiché è l'unico habitat della leggendaria lucertola azzurra.
fig. 2 - Faraglioni da vicino |
fig. 3 - Dipinto dei Faraglioni di Capri |
Il faraglione di Terra che è l'unico ancora unito alla terraferma, è il più elevato con i suoi 109 metri.
Il faraglione di Mezzo, è quello in cui è presente la cavità al centro, una galleria naturale lunga 60 metri che lo attraversa per intero raggiunge un'altezza di 81 metri. La denominazione forse è da attribuirsi a un culto della Madonna della Libera, anche conosciuta come Stella Maris, cui è stata dedicata una cappella trecentesca sul monte Castiglione.
Il faraglione di Fuori, detto Scopolo, cioè promontorio sul mare, raggiunge un'altezza di 104 metri. Proprio su quest'ultimo faraglione vive la famosissima lucertola azzurra.
In realtà esiste anche un quarto faraglione, chiamato scoglio del Monacone(fig. 4), che si erge al di dietro dei tre più noti. Il nome è da attribuirsi probabilmente ad una specie di foche che viveva nei pressi dello scoglio fino al 1904, anno in cui l'ultimo esemplare fu assassinato presso Palazzo a Mare.
Il faraglione di Mezzo, è quello in cui è presente la cavità al centro, una galleria naturale lunga 60 metri che lo attraversa per intero raggiunge un'altezza di 81 metri. La denominazione forse è da attribuirsi a un culto della Madonna della Libera, anche conosciuta come Stella Maris, cui è stata dedicata una cappella trecentesca sul monte Castiglione.
Il faraglione di Fuori, detto Scopolo, cioè promontorio sul mare, raggiunge un'altezza di 104 metri. Proprio su quest'ultimo faraglione vive la famosissima lucertola azzurra.
In realtà esiste anche un quarto faraglione, chiamato scoglio del Monacone(fig. 4), che si erge al di dietro dei tre più noti. Il nome è da attribuirsi probabilmente ad una specie di foche che viveva nei pressi dello scoglio fino al 1904, anno in cui l'ultimo esemplare fu assassinato presso Palazzo a Mare.
Sullo scoglio sono presenti dei resti di muratura romana, attribuiti senza alcun criterio ai resti della tomba dell'architetto di Augusto: Masgaba. Altre teorie, tuttavia, suggeriscono una funzione di vasche per salare il pesce oppure addirittura un recinto per l'allevamento dei conigli.
I Faraglioni furono citati anche da Omero nell'Odissea, sarebbero i massi lanciati da Polifemo Il nome deriva dal greco pharos, che vuol dire faro.
Infatti, anticamente sui monti e sulle rocce vicino alle coste, venivano accesi dei grandi fuochi durante le ore notturne, in modo da segnalare ai navigatori sia la rotta che eventuali ostacoli pericolosi per la navigazione stessa. Molto probabilmente i Faraglioni ebbero la stessa funzione.
I Faraglioni dovevano far parte di un esteso sistema sotterraneo modellato dagli agenti esterni. I primi ad agire furono indubbiamente le acque carsiche, che hanno scavato la roccia fino a 15 metri sotto l'attuale livello del mare. A quest'evento seguirono innanzitutto un disfacimento della costa, che causò la distruzione delle cavità; dopodiché, l'abrasione marina e l'azione meccanica dei fenomeni atmosferici favorirono il crollo delle volte, dopo il quale vennero finalmente forgiate le forme attuali.
L'unica parte a rimanere illesa dai vari eventi franosi fu la galleria naturale del Faraglione di Mezzo, che addirittura si ampliò in seguito agli eventi franosi.
Il picco roccioso più esterno, il Faraglione di Fuori, è conosciutissimo per essere l'habitat della Podarcis siculus coeruleus, nome scientifico della lucertola azzurra (fig.5).
Questa specie viene resa unica dalla particolarissima colorazione bluastra che va dalla gola al ventre fino alla coda, venendo interrotta solo dalla pigmentazione nerastra presente sul dorso.
La lucertola azzurra è parente stretta di quella campestre, che invece vive sulla terraferma; da quando è avvenuto il distacco dei Faraglioni, tuttavia, se ne è discostata, assumendo per il fenomeno del mimetismo il colore blu del mare e del cielo.
I Faraglioni furono citati anche da Omero nell'Odissea, sarebbero i massi lanciati da Polifemo Il nome deriva dal greco pharos, che vuol dire faro.
Infatti, anticamente sui monti e sulle rocce vicino alle coste, venivano accesi dei grandi fuochi durante le ore notturne, in modo da segnalare ai navigatori sia la rotta che eventuali ostacoli pericolosi per la navigazione stessa. Molto probabilmente i Faraglioni ebbero la stessa funzione.
I Faraglioni dovevano far parte di un esteso sistema sotterraneo modellato dagli agenti esterni. I primi ad agire furono indubbiamente le acque carsiche, che hanno scavato la roccia fino a 15 metri sotto l'attuale livello del mare. A quest'evento seguirono innanzitutto un disfacimento della costa, che causò la distruzione delle cavità; dopodiché, l'abrasione marina e l'azione meccanica dei fenomeni atmosferici favorirono il crollo delle volte, dopo il quale vennero finalmente forgiate le forme attuali.
L'unica parte a rimanere illesa dai vari eventi franosi fu la galleria naturale del Faraglione di Mezzo, che addirittura si ampliò in seguito agli eventi franosi.
Il picco roccioso più esterno, il Faraglione di Fuori, è conosciutissimo per essere l'habitat della Podarcis siculus coeruleus, nome scientifico della lucertola azzurra (fig.5).
Questa specie viene resa unica dalla particolarissima colorazione bluastra che va dalla gola al ventre fino alla coda, venendo interrotta solo dalla pigmentazione nerastra presente sul dorso.
La lucertola azzurra è parente stretta di quella campestre, che invece vive sulla terraferma; da quando è avvenuto il distacco dei Faraglioni, tuttavia, se ne è discostata, assumendo per il fenomeno del mimetismo il colore blu del mare e del cielo.
fig. 4 - Monacone (1) |
fig. 5 -Lucertola azzurra |
fig. 1 - Faraglioni da lontano |
fig. 7 - Fantozzi |
La galleria naturale, che si apre nel faraglione di Mezzo, è quella che identifica in modo inconfondibile i faraglioni capresi, anche grazie alle numerose pellicole cinematografiche qui realizzate. Il traffico di motoscafi è intenso (fig.6) ed uno dei film che ha maggiormente dato risalto alla galleria è senza ombra di dubbio Il secondo tragico Fantozzi (fig.7), quando Paolo Villaggio alias Fantozzi, facendo sci nautico, nel tentativo di passarvi attraverso, centra il faraglione in pieno, causando un terremoto che giunse fino alla famosa Piazzetta.
Il mare di Capri ai piedi dei mitici Faraglioni è occupato da uno stabilimento balneare (fig.8) con annesso ristorante, ritrovo del jet set internazionale: Da Luigi ai Faraglioni, che appartiene alla storia dell'isola. Fin dal 1936 qui si viene per il sole, il mare, l'eccellente cucina e per la sua atmosfera informale e allo stesso tempo elegante. Da Luigi ai Faraglioni ha tutto ciò che occorre per trasformare una giornata al mare in un'esperienza indimenticabile. Un tuffo tra le acque cristalline di Capri all'ombra degli imponenti Faraglioni, infatti, è un privilegio riservato soltanto ai clienti di Luigi e non è il solo. Ci sono le piccole piazzole mimetizzate tra le rocce, la grande terrazza solarium a ridosso del mare, le cabine e, ovviamente, lettini, sdraio, materassini, ombrelloni e un servizio sempre attento e premuroso. Quando si sceglie di trascorrere una giornata Da Luigi ai Faraglioni non si può rinunciare alla squisita cucina del suo ristorante (fig.9). Da mezzogiorno al tramonto, all'ombra di un caratteristico pergolato si possono gustare le migliori specialità di mare ma anche fresche insalate e piatti tipici della tradizione isolana. Chi invece preferisce un spuntino veloce e leggero può servirsi allo snack bar dove si possono ordinare anche aperitivi, frutta di stagione e long drink magari da gustare all'ombra del proprio ombrellone.
Per gli amanti del mare Da Luigi ai Faraglioni organizza, solo su richiesta, anche escursioni in barca intorno all'isola alla scoperta delle sue meraviglie, dalla Grotta Azzurra al faro di Punta Carena, dalla Grotta Bianca alle tante piccole baie e insenature che disegnano la costa dell'isola di Capri. Per il ritorno lo stabilimento balneare mette a disposizione anche un servizio navetta via mare che collega Da Luigi alla Canzone del Mare di marina Piccola da dove si può raggiungere comodamente il centro di Capri.
"Da Luigi ai Faraglioni" si arriva dalla terrazza di Tragara (fig.10), dopo una discesa di scale irregolari e ripidi sentieri che fanno la felicità degli instancabili passeggiatori dal solido ginocchio. Dopo circa dieci minuti si giunge fino a toccare quasi il Faraglione di terra, di fronte allo scoglio del Monacone (per i più pigri c'è un servizio in barca da Marina Piccola). Sulla terrazza ristorante ci si può sdraiare al sole e fare il bagno per poi passare nella sala dove fu creata, negli anni Trenta, l'insalata nota nel mondo come "caprese" (fig.11): fette di pomodoro alternate a fette di fiordilatte (mai mozzarella) e adorna di foglie di basilico.
I bagni e il ristorante sono il regno di Luigi Iacono, detto anche Luigi II, per distinguerlo dal nonno, che diede origine alla "ditta". "È proprio così - chiarisce Luigi Iacono, in una storica intervista - la storia comincia con l'incontro tra un principe e un pescatore... Mio nonno Luigi viveva all'ombra dei Faraglioni, in una grotta affacciata sul mare, cucinando il pesce per i rari eccentrici che si avventuravano giù dallo strapiombo di Tragara. Ma non aveva la licenza. Un giorno si accostò una nave da cui si tuffò un giovanotto che, risalendo verso riva, poggiò malauguratamente per lui un piede su un riccio. Mio nonno, vedendolo zoppicare, gli levò le spine. Quel giovanotto era il principe Umberto di Savoia, il figlio del re d'Italia. E quando gli chiese di cucinare del pesce, mio nonno gli rispose che purtroppo non aveva la licenza. Il principe capì l'antifona e fece in modo che la licenza arrivasse. Nacque così Da Luigi ai Faraglioni".
Verità o leggenda? A Capri il confine tra l'aneddoto e la ricostruzione storica ha una frontiera labile e c'è chi, come il principe Francesco Caravita di Sirignano, detto "Pupetto"(fig. 12), sugli aneddoti, veri o inventati, costruì la sua fama (ed è un vero peccato che non venga ristampato il suo "Memorie di un uomo inutile"). Ma torniamo a Luigi e alla sua infanzia, trascorsa accanto ai Faraglioni e al nonno, tra re, principi, artisti, attori, letterati, uomini di stato. "Poi un giorno mio padre Mario - continua a narrare Luigi - mi mandò in giro per l'Europa per fare esperienza e, a Oxford, ad imparare l'inglese. In quegli anni, mia madre Assunta gestiva la pensione "La Certosella" di Letizia Cerio in via Tragara. Poi, dopo pochi anni, riuscì ad acquistarla e il piccolo albergo divenne un punto di riferimento per molti ospiti illustri come Mondadori, Lucia Bosè e tanti altri". Già, gli ospiti illustri... Non c'è un luogo come Capri che abbia saputo meglio utilizzare come testimonial i suoi visitatori più noti, provocando, per voglia d'imitazione, una vera e propria gara tra intellettuali, scrittori, artisti, per cui chiunque sia passato nell'isola della lucertola azzurra ha poi sentito quasi il dovere di ambientarci un romanzo, di lasciarci le sue impressioni, di scrivere almeno una frase illuminante.
Se Roger Peyrefitte, il più noto difensore dei diritti gay - come si autodefiniva - l'autore di "Le chiavi di San Pietro" e "I cavalieri di Malta", viene ricordato soprattutto per il suo romanzo "L'esule di Capri", Villa Lysis, la dimora del conte Fersen, il letterato decadente che si stabilì a Capri agli inizi del '900, ha i suoi commossi visitatori tra giugno e settembre, che nella sua villa, stravagante e ancora misteriosa, si aggirano come in pellegrinaggio.
I ricordi di Luigi Iacono non vanno così lontano. Di Norman Douglas, ad esempio, che nel 1903 disse addio al suo matrimonio e andò a vivere a Capri, circondandosi di ragazzi, ricorda solo la morte, avvenuta nel 1952. Qualche ricordo, lontano, di Winston Churchill, con cappello di paglia, sigaro in bocca e una scorta imponente di una dozzina di militari, ma soprattutto Totò, il "principe de Curtis" che da Luigi inventò una variante degli "spaghetti alla puttanesca" ribattezzandoli "alla malafemmina". E poi Elsa Morante, allora moglie di Moravia, Paolo Monelli, il re Hussein di Giordania, Farouck d'Egitto, Graham Greene, nominato cittadino onorario nel 1985, Jacqueline Onassis, vedova Kennedy (alla quale è dedicata in questi giorni una mostra fotografica sul suo soggiorno caprese) e Luciana Peverelli, Romolo Valli, Giorgio De Lullo...
Ci fermiamo qui, buon bagno e buon appetito.
fig. 8 Da Luigi ai Faraglioni |
fig. 9 - Ristorante |
fig. 10 - Terrazza di Tragara |
fig. 11 - Insalata caprese |
fig. 12 - Pupetto |
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