Un libro di Giuseppe Parlato che fotografa la storia
GLI ITALIANI CHE HANNO FATTO L’ITALIA (EDIZIONI RAI-ERI 2011)
Presso la mitica biblioteca Papillon di Roma Giuseppe Parlato ha chiuso il ciclo di presentazioni di libri sui 150 anni dell’Unità d’Italia, organizzata dalla Fondazione Ugo Spirito, di cui è presidente, illustrando, sotto i riflettori del TG1 e con la partecipazione di un folto ed attento pubblico il suo volume sui 151 italiani che hanno fatto l’Italia (edizione RAI-ERI).
Egli ha magistralmente delineato un’ideale galleria di personaggi, rappresentanti le eccellenze che, dal 1861 ad oggi, nel bene e nel male, hanno contribuito a creare il nostro Paese.
Nato da una rubrica radiofonica di Radio Uno: “Centocinquanta Italie”, che, nonostante andasse in onda alle 5,23 del mattino, ha avuto un largo seguito, segno che alcune categorie sono mattiniere, dai camionisti ai poliziotti, dagli spazzini alle prostitute.
Trasformato in libro ogni capitolo è stato ampliato.
Si parte da Cavour per arrivare a Napolitano. A seguire una lunga serie di capi di stato e di governo, leader politici e sindacali, premi Nobel, intellettuali, filosofi, romanzieri e poeti, senza naturalmente trascurare attori, registi, uomini dello spettacolo, calciatori, ciclisti, pugili, che hanno riunito per anni l’Italia davanti alla televisione, rappresentando spesso l’unica manifestazione d’amore verso la Patria.
Tanti sono i personaggi poco noti, che pure hanno avuto un ruolo non marginale, come Edoardo Bianchi, inventore della bicicletta moderna o Luigi Vittorio Bertarelli ideatore del Touring club, al fianco di grandi scienziati come Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi.
Vi è ricordato Filoteo Alberini, inventore del cinema, che, solo per lungaggini burocratiche nel depositare il brevetto, si vide scippare la sua idea dai fratelli Lumière. E Maria Montessori, l’illustre educatrice, unica donna che ha avuto l’onore di comparire su una banconota.
Sono ricordati tutti i papi incluso Wojtyla, romano di adozione, un burattino: Pinocchio ed una coppia (ci aspetteremmo le Kessler) invece sono gli eroici Falcone e Borsellino.
Tra i tanti nomi ci sono anche celebri assenti come Primo Carnera, che rappresentò per anni all’estero l’immagine dell’italica forza o Livio Berruti, il quale infiammò Roma alle olimpiadi del 1960 con la sua stupenda cavalcata nei 200 metri.
Fra i napoletani si lamenta una dimenticanza di un erudito come Alessandro Cutolo e la sua famosa trasmissione “una risposta per voi” e ben più grave: Eduardo De Filippo, celebre attore e drammaturgo, Achille Lauro, grande armatore e sindaco plebiscitario e Sophia Loren, dalle forme prorompenti, la quale ha esportato nel mondo la bellezza mediterranea ed il cui seno procace ha costituito per generazioni di uomini il porto sicuro da raggiungere per riposare per sempre.
Passando ai contemporanei, intendendo gli italiani attivi nel dopoguerra, voglio ricordare tutti coloro che ho avuto modo di conoscere o di ammirare, partendo da Totò che nel 1954 ebbi modo di applaudire al Metropolitan nella sua ultima rivista Volumineide, a Giovanni Leone, di cui da bambino andavo ad ascoltare arringhe memorabili nell’aula della Corte d’Assise ricavata dalla sala capitolare del convento dei Domenicani, a Giulio Andreotti, appassionato bibliofilo, di cui conservo gelosamente un libro con dedica, a Renzo Arbore ospite della mia villa di Ischia, a Mike Bongiorno che nel 1972 ho conosciuto quando partecipai alla sua trasmissione Rischiatutto, occasione unica per contemplare il corpo statuario di Sabina Ciuffini), Bruno Vespa, di cui presentai un libro in una rassegna letteraria ad Ischia, per chiudere in gloria con il presidente Napolitano, che nel 2003 ebbi l’onore d’invitare ad un convegno da me organizzato all’Istituto degli studi filosofici sul tema: “Napoli capitale del Mediterraneo”.
Per concludere: un libro agile che si legge di un fiato, ottimo da portare sotto l’ombrellone per celebrare degnamente, fra una nuotata ed uno sguardo a qualche topless di passaggio, i 151 personaggi che hanno fatto l’Italia.
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