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mercoledì 26 luglio 2023

Miracolo o prodigio?


fig.1 - La più antica immagine di San Gennaro


Parlare di miracoli per un ateo inveterato come il sottoscritto è alquanto imbarazzante, ma prometto ai miei lettori che sarò rigorosamente neutrale e mi farò assistere nella stesura del testo da un caro amico Luciano P. bizzoco doc che, per quanto ottantenne e gravemente malato, ogni mattina esce di casa per ricevere la comunione, recita ogni sera il rosario e crede fermamente che  nel corso della sua vita ha avuto più volte delle visioni celesti.

Cominciamo la nostra disquisizione partendo da un evento famoso in tutto il mondo riguardante San Gennaro (fig.1) e che unisce miracolo e prodigio nello stesso tempo. Miracolo per i fedeli, per fortuna sempre meno numerosi, prodigio per la Chiesa che non ha ritenuto mai lo scioglimento del sangue dalle ampolle (fig.2) come miracolo.

All'argomento ho dedicato un best seller: "San Gennaro ora basta" il cui scopo è quello di sfatare definitivamente una serie di boiate e corbellerie, che circolano in letteratura, ma soprattutto ha avanzato una proposta per demolire in maniera inoppugnabile il "prodigio" dello scioglimento del suo sangue in date prestabilite.

fig.2- L'ampolla nelle mani del cardinale Sepe alla presenza di papa Francesco


Per scoprire uno degli errori più abusati: Napoli città dei sangui, basta aver frequentato con profitto le elementari, apprendendo che la parola sangue non possiede il plurale; per accertarsi che la decapitazione del santo, avvenuta secondo la leggenda il 19 settembre del 305, regnante l'imperatore Diocleziano, bisogna aver frequentato le scuole medie ed appreso durante le ore dedicate alla storia che a quella data l'imperatore era diverso; infine per intendere l'errore di liquefazione del grumo di sangue, bisogna aver frequentato le lezioni di fisica al liceo, acquisendo la nozione precisa di liquefazione, che consta nel passaggio di un corpo dallo stato gassoso allo stato liquido.

Ho più volte messo in risalto con lettere ai giornali che  nelle ultime decine di date il sangue prelevato dalla cassaforte è già sciolto, cosa che probabilmente avviene durante l'anno decine di volte e basterebbe posizionare una micro telecamera a raggi infrarossi nella cassaforte per accorgersi del ripetersi a catena dell'evento. Per il prestigio di San Gennaro sarebbe un brutto colpo, ma finalmente la nostra città potrebbe entrare a testa alta nel mondo contemporaneo.

Fig.3 Simone Martini,
Miracolo del beato Novello, Siena, Pinacoteca Nazionale

Un miracolo in teologia, è un evento straordinario, al di sopra delle leggi naturali, che si considera operato da Dio direttamente o tramite una sua creatura. Nel linguaggio comune, per estensione, il termine miracolo indica anche un fatto eccezionale, che desta meraviglia. 

Sui fatti ritenuti miracolosi si è sviluppato storicamente un dibattito tra i sostenitori della loro natura divina e i sostenitori di un approccio razionalista al fenomeno che negano spesso sia la veridicità che la natura soprannaturale di tali eventi.

Il miracolo nelle religioni

Nell'ebraismo, così come nell'Islam, i miracoli sono considerati segni dell'onnipotenza di Dio.

Nella Bibbia svariati eventi vengono presentati come miracolosi. Si deve tuttavia fare una differenza tra l'interpretazione ebraica, ovviamente limitata all'Antico Testamento, e l'interpretazione cristiana, che abbraccia soprattutto il Nuovo Testamento, del quale l'Antico è letto come prefigurazione.

I miracoli nell'Induismo

I testi sacri propri dell'Induismo contengono vari esempi di miracoli, tra cui la comparsa di un ponte sull'oceano per lasciare che gli eserciti di Rāma lo attraversino, il salvataggio divino di Prahlada alla cui vita si era attentato con molti mezzi (fuoco, calpestamento ad opera di elefanti, ecc), la scomparsa del corpo fisico di Mīrābāī e Andal mentre entrano nel santuario di un tempio, Krishna che risuscita dai morti Parikshit. In epoca recente si sarebbero verificati miracoli da parte del dio Ganesha; tra i più rilevanti quello del 21 settembre 1995, quando in diverse parti del mondo - dall'Asia alle comunità induiste europee ed americane - le statue della divinità avrebbero bevuto del latte

I miracoli nel Cristianesimo

Nel Nuovo Testamento i principali miracoli sono opera di Gesù, e sono accompagnati da un valore simbolico; spesso capita che lo stesso Gesù si rifiuti di fare miracoli per fare proseliti. Da ricordare, come momento topico, la tentazione di Satana che nel deserto propone a Gesù di cambiare i sassi in pane; Gesù rifiuta, con questo e altri segni, di far diventare i miracoli segni per convincere i testimoni. Da ricordare, dopo la moltiplicazione dei pani, come Gesù si nasconda per fuggire alla gente che voleva farlo re. Gesù evita che i miracoli da lui operati possano venir equivocati dalla folla. Numerose sono le volte che Gesù chiede ai miracolati di rimanere in silenzio e di non dirlo, è sempre fatto divieto a chi riceve un miracolo di seguirlo (in una certa visione del messaggio evangelico, l'unico segno attorno a cui ci si può convertire è infatti quello della croce). Il Nuovo Testamento riferisce anche di miracoli operati dagli Apostoli, attribuendoli esplicitamente al potere concesso loro da Gesù, perché potessero testimoniare la loro fede e annunciare il regno di Dio. Essi vengono presentati dagli evangelisti come opere di Gesù, il Cristo, termine greco che traduce l'ebraico Messia, e sono considerati come parte della proclamazione del regno divino, a solo scopo di sollecitare il pentimento e la conversione a Dio. Nel Nuovo Testamento è presente anche la figura di Simone Mago che compie prodigi considerati veri miracoli dai testimoni.

I miracoli secondo la Chiesa Cattolica

Il miracolo viene spesso inteso come un'opera di Dio, anche se può avvenire tramite l'intercessione dei Santi. La Chiesa cattolica romana richiede due distinti eventi miracolosi, avvenuti dopo la morte e riferibili alla sua intercessione, come presupposto per la causa di canonizzazione dei santi, uno per la Beatificazione, più un secondo per la Canonizzazione.

Secondo la procedura attuale, definita nel 1983, l'inchiesta compiuta dalla Chiesa per accertare la verità del miracolo si basa, nei casi di guarigione inspiegabile, su un'attenta analisi dei fatti da parte di una consulta medica nominata dalla Congregazione per le cause dei santi composta da specialisti sia credenti sia non credenti, la quale verifica se il caso in esame soddisfi i sette criteri definiti dal cardinale Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV, nel De servorum beatificatione et beatorum canonizatione (1734). Fondamentale il 7º e ultimo punto: la guarigione deve dimostrarsi permanente, e ciò richiede un periodo di osservazione notevole, convenzionalmente sui 20-25 anni. 

In caso di responso positivo, si valuta se le circostanze dell'evento sono compatibili con un intervento divino, ad esempio se la persona guarita miracolosamente stava pregando o era in pellegrinaggio in un santuario, o se qualcuno aveva fatto una di queste cose per lei, altrimenti la guarigione, anche se avente tutte le caratteristiche oggettive per esser dichiarata miracolosa è archiviata come remissione spontanea.

In senso lato, parte della Chiesa cattolica considera come miracoli anche eventi non prettamente fisici come le guarigioni corporali ma vi include anche i cosiddetti "miracoli spirituali" o "interiori", come per esempio l'improvvisa e completa conversione alla fede di persone fino a un istante prima incredule, atee, fortemente e dichiaratamente ostili e nemiche della fede. Il caso più famoso è, nella Bibbia, la Conversione di Saulo sulla via di Damasco. 

Un'altra categoria particolare di miracoli è rappresentata dai miracoli di moltiplicazione degli alimenti (cibo e bevande). Vengono citati a questo proposito dalla tradizione cattolica numerosi santi e beati, come sant'Andrea Uberto Fournet, san Gaspare del Bufalo, san Giovanni Bosco, santa Germana Cousin, santa Chiara d'Assisi, san Riccardo di Chichester, santa Teresa d'Avila, santa Francesca Romana, santa Maria Maddalena de' Pazzi, san Pio V, san Tommaso da Villanova, san Luigi Bertrando, santa Rosa da Lima, san Luigi Gonzaga, san Francesco Saverio, santa Cunegonda, sant'Elisabetta del Portogallo, beato Andrea Hibernón, san Crispino da Viterbo, venerabile Giovanna Maria della Croce, santa Veronica Giuliani, san Paolo della Croce, santa Liduina di Schiedam. Esistono spesso testimonianza giurate, citate anche nei processi di beatificazione e canonizzazione. Fra i casi riconosciuti dalla Chiesa cattolica, ci sono il miracolo del riso di Olivenza (Spagna, 1949) e il miracolo dell'acqua di Nipepe (Mozambico, 1989).

Ad eccezione dei miracoli di Gesù contenuti nei Vangeli canonici, la Chiesa cattolica non impone nessun miracolo come obbligatorio da credersi. Per la dottrina cattolica, i miracoli sono segni di Dio e sono orientati alla Fede, non alla soluzione di problemi materiali. Il miracolo non genera automaticamente la Fede in Dio, che può essere aiutata, ma non sostituita, da un evento materiale ancorché miracoloso; pertanto i miracoli non possono costituire la strada ordinaria dell'annuncio della Fede.

Ebraismo

Maimonide asserisce che il miracolo attesta l'avvenuta creazione del Mondo.

Egli afferma anche che il miracolo, spesso, potrebbe suscitare perplessità qualora sia perpetuo, anche se ciò possibile, infatti l'evento della terra, aperta e poi richiusa, sotto Core ed i suoi seguaci e l'apertura delle acque del Mar Rosso che poi si riversarono su alcuni degli egizi furono non perpetui.

Così Nachmanide, come per la Chassidut, molti spiegano ancora che la stessa esistenza del Creato è un miracolo "continuo" infatti essa potrebbe essere riportata al nulla qualora Dio volesse, anche in un istante, concludendo però con l'espressione "...che Dio non voglia".

Nel testo "Be'ur" di Bahya ben Asher è scritto che esistono "miracoli nascosti" e "miracoli manifesti": del primo caso ve ne furono anche per i patriarchi ebrei, in merito a quelli del secondo è descritto che avvengono ...modificando le "leggi" Naturali della Creazione.

I miracoli secondo la filosofia e la scienza

I filosofi razionalisti, in particolare David Hume, identificando il Creatore con le sue leggi, hanno opposto obiezioni alla possibilità di eventi miracolosi. La tesi razionalista indica che un evento si può considerare miracoloso solamente perché l'uomo in quel momento non possiede una conoscenza piena ed esaustiva delle leggi della natura che lo regolano. Rifacendosi a Baruch Spinoza, che afferma che il richiamo alla volontà divina non sarebbe altro che una scusa per i limiti della nostra conoscenza[25], il razionalismo afferma che appellarsi a un miracolo è semplicemente un'ammissione di ignoranza.

Tale punto di vista è condiviso da una larga parte degli scienziati contemporanei, per i quali non è possibile parlare di miracolo. I miracoli avvengono infatti nel mondo fisico, che è governato dalle leggi naturali che gli scienziati cercano di scoprire mediante osservazioni e indagini empiriche. Ciò che alcuni considerano un miracolo è semplicemente un fatto per cui ancora non sono note le leggi naturali ordinarie che lo regolano, oppure un fatto la cui spiegazione con leggi naturali ordinarie è ben nota alla comunità scientifica, ma questa spiegazione è ignorata dalle persone che credono a quel miracolo, oppure una leggenda non avvenuta realmente. La scienza cerca le spiegazioni dei fenomeni del mondo fisico nell'ambito delle leggi naturali, rifiutando di considerare qualsiasi ipotesi di intervento soprannaturale o trascendente; il concetto di miracolo inteso come intervento diretto divino sarebbe in contraddizione con il metodo scientifico e l'approccio razionalista, che per i fenomeni fisici non contempla la possibilità di una causalità non materiale. 

Anche taluni teologi (come Hans Küng) sposano la tesi dell'inviolabilità delle leggi naturali e quindi dell'impossibilità dei miracoli. Il biblista Xavier Léon-Dufour sostiene che il miracolo non può essere una violazione delle leggi naturali o una deroga ad esse, perché se Dio agisse in questo modo andrebbe contro se stesso, dato che è all'origine del mondo e non in contraddizione ad esso. Secondo il filosofo e teologo protestante James A. Keller, i miracoli intesi come interventi diretti di Dio pongono anche problemi di carattere morale: se Dio, violando le leggi naturali, intervenisse a favore di qualcuno senza fare nulla per le tante altre persone che si trovano nella stessa situazione, farebbe una discriminazione e il miracolo finirebbe per risultare immorale. Altri teologi ritengono invece che i miracoli siano eventi naturali inconsueti, di cui Dio si serve per inviare segnali all'uomo.

Alcuni scienziati credenti sono tuttavia possibilisti sui miracoli, ritenendo che la natura sia più complessa di ciò che immaginiamo e abbia delle potenzialità sconosciute. Essi pensano che le leggi naturali non sarebbero rigide ed immutabili, ma avrebbero un ampio spazio di indeterminazione, per cui non sarebbe possibile conoscerle fino in fondo; in questo quadro si potrebbe inserire un'azione molto sottile del Creatore, che non sarebbe "contro natura" o "in deroga alla natura", ma "secondo natura" in base a regole sconosciute.


Fig.4 santuario di Lourdes 

Tra i miracoli più famosi sono quelli che avvengono a Lourdes, in Francia, tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858, la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni della Madonna, in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle. Tali apparizioni, che dopo 4 anni furono riconosciute formalmente come autentiche dalla Chiesa cattolica, sono tra le più celebri, anche perché fin dall'inizio di esse si verificarono molti fatti che i fedeli e la Chiesa interpretarono come guarigioni miracolose di patologie gravi o gravissime. Tra tutti questi episodi la Chiesa, al 2018, ha dichiarato formalmente di ritenere miracolose 70 guarigioni di ammalati recatisi a Lourdes in pellegrinaggio.

Presso il santuario di Lourdes si trova il Bureau des constatations médicales (Ufficio delle constatazioni mediche), costituito nel 1905 da papa Pio X, che opera secondo i criteri definiti nel XVIII secolo dal cardinale Lambertini, futuro papa Benedetto XIV, per i processi di beatificazione.

Tale ufficio, cui sono invitati a partecipare medici di "qualsiasi convinzione religiosa" esamina i casi di presunte guarigioni miracolose che, successivamente, il Comitato Medico Internazionale di Lourdes (CMIL), organismo con sede a Parigi e composto da circa 40 medici specialisti provenienti da tutto il mondo può in autonomia eventualmente definire inspiegabili secondo le attuali conoscenze scientifiche; in seguito, dopo altre valutazioni, la Chiesa cattolica può affermare il carattere "miracoloso" di una guarigione. Attualmente i casi riconosciuti ufficialmente come tali sono 70. 

Secondo la Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche, affinché una guarigione sia definita inspiegabile dal punto di vista medico devono essere soddisfatte le seguenti condizioni:

  • La diagnosi originale deve essere verificata e confermata senza alcun dubbio.
  • La malattia deve essere considerata incurabile secondo le attuali conoscenze mediche.
  • La guarigione deve essere immediata, con rapida remissione dei sintomi o dei segni della malattia.
  • La guarigione deve essere completa, senza disturbi residui.
  • La guarigione deve essere definitiva, senza ricadute.

Sandro De Franciscis, dal 2009 presidente del Bureau des constatations médicales di Lourdes, ha affermato che in 150 anni sono state dichiarate circa 7.500 guarigioni, anche se solo 70 di queste sono state riconosciute dalla Chiesa cattolica come miracoli.

Elenco delle guarigioni di Lourdes riconosciute come miracolose dalla Chiesa cattolica

Su circa settemila guarigioni dichiarate a Lourdes dal tempo delle apparizioni oltre duemila sono state giudicate inspiegabili. di queste ultime, fino a oggi, settanta sono state riconosciute come miracolose dalla Chiesa cattolica; l'ultima, riguardante suor Bernadette Moriau, è avvenuta nel 2008

L'80% dei malati che la Chiesa considera guariti miracolosamente è costituito da donne. L'ammalato più giovane aveva 2 anni al momento della guarigione. I Paesi d'origine sono: Francia (55), Italia (8), Belgio (3), Algeria (1), Germania (1), Austria (1) e Svizzera (1). Sei malati affermarono di essere guariti per intercessione della Madonna di Lourdes, sebbene non si fossero recati a Lourdes. I più numerosi (49) sarebbero guariti a contatto con l'acqua di Lourdes, e di essi 39 nelle piscine.

L'acqua della grotta di Massabielle

Nella grotta di Massabielle si trova la sorgente che la Madonna avrebbe indicato a Bernadette il 25 febbraio 1858, durante la nona apparizione.

Le analisi dell'acqua, la prima delle quali eseguita il 7 agosto 1858, hanno dimostrato che si tratta di comune acqua potabile «né antisettica né antibiotica» e priva di sostanze che potrebbero conferirle un valore terapeutico, come confermato dagli esami dell'8 ottobre 1964. L'acqua sgorga alla temperatura di 12°C con un flusso compreso tra 17.000 e 72.000 litri al giorno, a seconda delle stagioni. Viene cambiata due volte al giorno, dunque non dopo ogni singola immersione, nelle piscine dove si immergono i malati, affetti dalle patologie più diverse, anche contagiose, comprese svariate affezioni dermatologiche (circa duemila persone al giorno si immergono nelle vasche).

Opinioni sui miracoli

Luc Montagnier, direttore dell'Istituto Pasteur, scopritore del virus dell'HIV e vincitore del Premio Nobel per la medicina 2008 ha scritto:

«Riguardo ai miracoli di Lourdes che ho studiato, credo effettivamente che si tratti di qualcosa non spiegabile. […] Io non mi spiego questi miracoli, ma riconosco che vi sono guarigioni non comprese allo stato attuale della scienza.»

Critiche

Le critiche maggiori vertono sulla percentuale di successo delle guarigioni avutesi a Lourdes che sarebbe di gran lunga minore della percentuale di remissione spontanea di molte malattie. Si cita il matematico italiano Piergiorgio Odifreddi:

«Ci illudiamo di ottenere un miracolo a Lourdes, benché in centocinquant'anni la Madonna ne abbia ufficialmente concessi solo sessantacinque, a cento milioni di pellegrini. Una media, inferiore a uno su un milione, di gran lunga più bassa della percentuale delle remissioni spontanee dei tumori, che è dell'ordine di uno su diecimila. Senza contare che, come osservava Émile Zola, fra gli ex voto si vedono molte stampelle ma nessuna gamba di legno.»

(Piergiorgio Odifreddi, C'era una volta un paradosso, Einaudi, 2001)


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