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domenica 20 novembre 2022

Ricordiamo Attilio Maseri

fig.1 Attilio Maseri  1935-2021


Prima di ricordare il grande cardiologo voglio esporre ai miei lettori il decorso negli anni della mia salute.
Dopo aver superato agevolmente le malattie esantematiche, ho cominciato ad avere problemi respiratori intorno ai 15 anni, asma bronchiale su base allergica ed un raffreddore costante. Attraverso 2 interventi: resezione sottomucosa del setto nasale e  turbinectomia bilaterale, eseguiti a 18 anni, il primo alla Mediterranea, il secondo alla clinica Posillipo ho risolto parzialmente il problema, scomparso completamente dopo la somministrazione di un vaccino contro la parietaria, preparato a Firenze. In seguito, ad eccezione di due coliche renali, a distanza di 10 anni  l’una dall’altra, ho goduto di una salute invidiabile fino al 1994, quando, mentre ero impegnato in un torneo di scacchi, che si svolgeva nella stazione marittima, mi si annebbiò la vista all’improvviso. Chiesi aiuto al mio amico Corrado Ficco, medico e scacchista, il quale mi disse: “Andiamo subito in ospedale, non vi è tempo da perdere”. Ci recammo al Loreto mare dove mi fecero un elettrocardiogramma, che risultò negativo.”Potete tornare a casa”, mi dissero, per fortuna ascoltai il parere di Corrado. Mentre l’amico si recava all’uscita del teatro Augusteo ad avvertire mia moglie Elvira di ciò che era successo, mi misero in una stanza da solo e mi collegarono ad un apparecchio che misurava numerosi parametri, dalla frequenza cardiaca alla pressione arteriosa. Dopo circa un'ora lo strumento sembrava impazzito: suonava incessantemente e si accendevano tante luci, mentre l'elettrocardiogramma evidenziava un infarto interessante il ventricolo sinistro. In pochi minuti mi fu somministrato un cocktail di farmaci che provoca la trombolisi. Questa provvidenziale terapia mi salvò la vita. Dopo poco si presentò al mio capezzale un sacerdote, per la pratica dell'estrema unzione; in tal caso mi sarei dovuto confessare. Lo allontanai senza malizia, dicendogli: "Padre i miei peccati sono infiniti, ci vorrebbero ore per confessarli tutti, ora non c'è il tempo sufficiente". In nottata fui trasferito nel centro di rianimazione. tante stanzette a quattro posti dove ogni giorno cambiavo la metà dei compagni di sventura, perché passavano a miglior vita. Attraverso un vetro i miei familiari potevano guardarmi dal di fuori dieci minuti al mattino e dieci minuti di pomeriggio. Con mia moglie Elvira attraverso gli occhi ci scambiavamo infinite sensazioni ed emozioni. Per fortuna era permesso ai medici di entrare nella stanza e ricordo ancora le visite degli amici e colleghi: Gino Langella ed Angelo Russo. Dopo cinque giorni, poiché mi ostinavo a vivere, mi feci trasferire nell'unità coronarica della clinica privata Malzoni di Montevergine, dove potevo in una mia camera ricevere visite di parenti e amici e trascorrere la notte in compagnia. Per non affaticare eccessivamente mia moglie Elvira e per non sottrarla alla vicinanza dei miei figlioli, passai alternativamente le ore notturne con Carlo Castrogiovanni e Genny Santopaolo. Cominciò poi una serie di accertamenti, culminati in una coronarografia eseguita da una equipe francese, che veniva in Italia ogni mese. L’esito fu preoccupante ed ancor di più il parere dei cardiochirurghi consultati, prima Cotrufo a Napoli, poi Nevet a Parigi ed infine Cooley a Houston. Tutti concordi nel dirmi:” Caro collega hai il 50% di probabilità di morire entro 12 mesi!”. Cercai di prendermela con filosofia. Mi risparmio la vecchiaia; ho avuto una vita intensa; lascio ai miei figli ed a mia moglie tante proprietà. Poi per fortuna pensa di consultare un cardiologo, un sommo luminare, Attilio Maseri (fig.1), medico del pontefice ed in precedenza della regina dì Inghilterra, il quale mi rassicurò:” La percentuale che tu muoia entro un anno è del 4%, non del 50%, la  stessa che rischieresti se decidi di sottoporti ad un by-pass, ti darò una terapia farmacologica e potrai avere una vita normale”. Parole sante, che osservai alla lettera. Rallentai l’attività professionale, ridussi la pratica del sesso, essendo anche diminuito il desiderio e vissi tranquillo per oltre 10 anni. Nel 2006 la pressione cominciò a fare le bizze: un giorno altissima, un altro bassa. Rifeci una coronarografia che evidenziò la stenosi completa delle tre arterie. Temporeggiai e poi mi recai a Milano per consultare il celebre emodinamista Colombo, il quale esclamò:” Caro collega per fortuna che sei ignorante e non sapevi che con le tre coronarie chiuse si muore, ma ora dobbiamo intervenire subito sulla più importante; hai un’assicurazione?” “Sì” risposi. “Molto bene così potremmo utilizzare la mia clinica privata e fare presto”. “A dire la verità l’assicurazione la tengo sull’automobile, ma essendo un collega voglio essere curato subito e gratuitamente”. Tempo una settimana, saltando tutte le graduatorie, mi trovai ricoverato e sottoposto all’applicazione di 2 stent medicati con risultati sorprendenti, come può constatare anche un profano osservando le radiografie prima (fig.2) e dopo (fig.3) l’intervento.  

fig. 2 - Coronarografia prima dell'angioplastica

fig. 3 - Coronarografia dopo l'angioplastica


Dopo 6 mesi nuovo ricovero per applicare altri 2 stent, grazie ai quali sono stato bene per molti anni. Nel 2014, ritornai delle vacanze forzate a spese dello Stato in precarie condizioni di salute, a partire da una voluminosa ernia inguinale, protrudente nello scroto, che imprudentemente mi feci operare a Napoli da un chirurgo cattedratico. Il risultato fu un piastrone sieroso che ci mise 3 mesi per riassorbirsi, durante i quali lo utilizzai per divertirmi con le vecchie amiche, che venivano a farmi visita dopo tanto tempo. “Vuoi sentire una cosa dura? Metti la mano qui”. “Achille, ma come fai a conservarlo così in forma?”. “Ingenua, è il piastrone sieroso”. Sotto il profilo cardiaco il ventricolo sinistro pompava al 39%, mentre il ritmo faceva le bizze. Dopo mesi e mesi di temporeggiamento ritorno a settembre 2016 a Milano da Colombo al San Raffaele. Nuova coronarografia con esito disastroso, soprattutto il tentativo infruttuoso di “spilare” un vaso ostruito, che mi produce un micro infarto (fig.4).

 

fig. 4 - Cartella clinica settembre 2016

 

L’ultimo consulto è a Roma con l’ennesimo luminare, il professor Rebuzzi, che mi sconsiglia qualsiasi nuovo tentativo di angioplastica, perché correrei seri rischi quoad vitam.
E passiamo ora a ricordare un grande cardiologo scomparso da circa un anno all'età di 85 anni.
Egli ha insegnato alla Royal medical school di Londra, per trasferirsi poi a Roma nel 1991 come direttore dell'Istituto di Cardiologia del Policlinico Gemelli ed infine recarsi a Milano dove è stato docente di cardiologia all'università Vita e Salute dell'ospedale San Raffaele.
Egli oltre a scrivere testi di medicina e 750 articoli su riviste prestigiose è stato il primo ad avere l'intuizione che la proteina C reattiva, indice di infiammazione  aveva una correlazione diretta con l'infarto, scoperta che fu pubblicata nel 1994 sulla prestigiosa rivista New  England Journal of Medicine. Per la ricerca cardiologica fu un grande evento, una svolta fondamentale nella diagnosi e nella cura, che avrebbe meritato il premio Nobel.
Egli ripeteva continuamente nei congressi scientifici che questa proteina aveva un significato predittivo più significativo del colesterolo.
Nel 2017 una importante ricerca pubblicata dal New England Journal of Medicine ha confermato definitivamente che se si riduce il livello infiammatorio si migliora la prognosi.
Maseri ha curato clienti prestigiosi: prima la regina d'Inghilterra Elisabetta II, poi papa Giovanni Paolo II ed infine il celebre filosofo Achille della Ragione, assistito per circa 20 anni.


Achille della Ragione

2 commenti:

  1. Una storia estremamente dolorosa vissuta con indomito coraggio, sostenuto da grandi medici, ma soprattutto dalla vicinanza di una impareggiabile Donna.
    Auguri affettuosi per il futuro!
    Hedi e Boris

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  2. No, la segnalo al garante della privacy e con 20000 euro di multa vediamo se le passa la voglia di dare queste risposte del cavolo.
    Cordialità.
    Salvatore Esposito.

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