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martedì 16 febbraio 2021

Feste religiose e processioni in costume

      

fig.1 -   Processione giovedi santo

Numerose sono le feste a carattere religioso che attraversano da tempo le strade di Procida e gli appuntamenti più suggestivi avvengono durante la Settimana Santa, in particolare il giovedì ed il venerdì.
La prima è la Processione degli Incappucciati (fig.1)  che viene organizzata  ogni anno dalla più antica confraternita dell'isola, quella dei Bianchi o del SS. Sacramento, fondata nel 1583 dal cardinale Innico D'Avalos d'Aragona.
La prima parte del rituale della processione, si svolgeva nell'Abbazia di San Michele Arcangelo, ma da qualche anno viene, tuttavia, svolta nelle varie chiese dell'isola. Dodici confratelli, indossando il loro abito caratteristico, durante la solenne messa, celebrano il rituale della Lavanda dei Piedi.
Al termine della messa, gli apostoli (fig.2–3-4) s'incappucciano e con una croce sulla spalla ed una corona di spine sul capo procedono in processione scortati dalla figura del "centurione", dai cerimonieri, dai restanti partecipanti della confraternita e da altri uomini appartenenti ad altre confraternite che sfilano con in mano dei grossi ceri.
Le soste della processione vengono effettuate presso le chiese che s'incontrano lungo il percorso.
Al termine della processione, gli apostoli sostano in una chiesa prestabilita per il rituale dell’Ultima cena(fig. 5), quando disposti lungo un grosso tavolo, consumano un simbolico quanto fugace pasto a base di legumi, pesce arrostito, agnello, pane e vino.
La processione del Venerdì Santo di Procida è una delle più antiche della Campania, la sua origine risale al Seicento, e ancora oggi conserva tutto il suo fascino e la sua suggestione. Veder sfilare i misteri lungo le stradine dell’isola è un’emozione senza eguali, un mix di misticismo e spettacolarità.   
Le rappresentazioni dei misteri sfilano in una silenziosa processione che si snoda attraverso il centro storico, dal borgo più antico di Terra Murata (fig.6-7) fino al porto della Marina Grande. Appuntamento il Venerdì Santo, quando i giovani dell’isola, vestiti della classica “veste” di “confratello” (saio bianco sormontato dalla “mozzetta”, o mantello, di colore turchese), portano a braccia dei carri, rappresentazioni plastiche (detti “misteri“) di carattere religioso rinnovando ancora una volta quella processione organizzata dalla Confraternita dei Turchini, fondata nel 1629 dai Gesuiti.       
 

fig.2 - Apostoli

fig.3 - Comincia la processione

fig.4 - Croce sulle spalle

 fig.5 - Ultima cena

fig.6  - Preparativi presso la Cittadella dei misteri a Terra murata

fig.7 - Sta per iniziare la processione

fig.8 -   Processione dei misteri

Uno squillo di tromba e la risposta di tre colpi di tamburo. Comincia così, di primo mattino, la “Processione dei Misteri” (fig.8) del Venerdì Santo a Procida Una tradizione antichissima, risalente alla fine del ‘600, con ogni probabilità mutuata dalla Processione dei Misteri organizzata a Palermo e a Napoli dalla “Congregazione di Nostra Signora de la Soledad”. Nella piccola Procida, invece, è la “Confraternita dell’Immacolata Concezione” – detta anche “dei Turchini” per via della mantella azzurra indossata dai confratelli – a organizzare da più di 300 anni questa suggestiva manifestazione che richiama migliaia di fedeli e curiosi da ogni parte dell’arcipelago flegreo, Ischia compresa.         
L’appuntamento è nella centrale Piazza dei Martiri (fig.9), a metà strada tra Terra Murata e Marina Grande, inizio e termine di questa sfilata di tavole allegoriche portate a braccio da centinaia di giovani procidani. Le rappresentazioni, realizzate con cartapesta, polistirolo e altri materiali “poveri“, rievocano episodi del Vecchio Testamento e del Vangelo, reinterpretati però in chiave moderna, sovente alla luce dell’attualità internazionale veicolata dai media.    
Dietro i “Misteri”, che proseguono il loro cammino per Piazza Marina Grande, sfilano la Madonna dell’Addolorata e il Cristo Morto. Alle spalle delle due statue, il corteo composto dalle autorità locali, i fedeli e gli “angioletti”, questi ultimi bambini e bambine dell'”isola di Arturo“, listati a lutto come la veste dell’Addolorata. Con i loro abiti neri e i ricami dorati, gli angioletti (fig.10) sono, senza dubbio, la parte più toccante di questa processione piena zeppa di riferimenti barocchi.   
Il resto lo fa lo scenario incantevole dell’isola di Procida, così vicina a Ischia, eppure profondamente diversa. Da non perdere, il borgo di Terra Murata, il nucleo abitativo più antico dell’isola, e la Corricella (fig.11), stupenda testimonianza di quel modo di costruire “sui generis” noto nella letteratura specialistica come architettura mediterranea (fig.12), con case ad incastro, spesso abitate dalle “monache di casa (fig.13).  
Nata inizialmente come un corteo penitenziale, che percorreva le antiche strade del borgo medievale di oggi, costituita principalmente dai “misteri”, che seguono “la tromba ed il tamburo” e precedono le statue a soggetto religioso fisso e infine il Cristo Morto (fig.14), una spettacolare statua lignea scolpita nel 1728 da Carmine Lantriceni e normalmente conservata nella chiesa di San Tommaso d’Aquino.
L’origine di questa processione, secondo gli storici, è da porsi tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, quando anche a Napoli veniva organizzata una processione con i misteri del tutto simile a quella che annualmente si svolge sull’Isola di Procida. I “misteri” non sono altro che delle rappresentazioni del Vecchio Testamento e del Vangelo realizzate con cartapesta, legno, plastica ed altri materiali da parte degli artigiani locali e giovani che fanno parte dell’associazione “Cultura e Tradizione Misteriale” che annualmente realizzano le tavole (tra le 40 e le 60) che vengono portate a braccio nell’Isola.
La processione ha inizio alle prime luci dell’alba del Venerdì Santo quando tutti i misteri sono già stati portati, durante la notte, nello spiazzale di Terra Murata dove si trova l’Abbazia di San Michele Arcangelo. La processione è accompagnata dal suono di una tromba e di 3 colpi di tamburo, che richiamano i suoni che accompagnavano i condannati a morte nell’antica Roma. I misteri sono seguiti dalle statue a soggetto religioso, come quella del Cristo Morto, dell’Addolorata e il pallio (fig.15), ovvero il baldacchino funebre. Chiude la processione la banda musicale dell’isola che esegue marce funebri.
 

fig. 9 - Piazza dei Martiri

fig.10  - Processione dei Misteri, angioletto vestito di nero ed oro

fig.11 - La Corricella vista da Terra Murata

fig.12 - Esempio di architettura tipica mediterranea

fig.13 -  Monaca di casa


fig.14 -  Carmine Lantriceni  -
Cristo morto - statua lignea 1728 - Chiesa S. Tommaso d'Aquino

 

fig.15 -   Processione dei Misteri, palio funebre


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