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sabato 9 novembre 2013

UN CRITICO D’AVANGUARDIA

Achille Bonito Oliva

Achille Bonito Oliva nasce nel 1939 a Caggiano, in provincia di Salerno da una famiglia di borghesia agraria per parte di madre (discendente da papa Celestino V) e di aristocrazia nera per parte di padre (discendete dal pittore Giuseppe Bonito). Vive a Napoli, dove compie studi classici dai padri Barnabiti per poi laurearsi in Giurisprudenza nel 1961 presso l’Università partenopea. Successivamente s’iscrive alla facoltà di Lettere.
Costretto a lunghe estati nel palazzo di famiglia a Caggiano con molte letture (Kafka, Faulkner, Malraux), matura la sua iniziale vocazione, la poesia. Nel 1961 il primo viaggio a Stromboli, che diventa luogo d’elezione fino alla metà degli anni Ottanta. Alla libreria Guida di Napoli nella mitica saletta rossa entra in contatto con molti intellettuali e poeti: Ginsberg, Kerouak, Burroughs, Barthes, Gombrich, Chastel, Dorfles, Eco, Palma Bucarelli, Argan, Brandi, Sanguineti e Balestrini, che lo invitano alla riunione di Fano del Gruppo ’63 con il suo primo libro di poesia, Made in Mater, nel 1967.
Intanto sperimenta poesia visiva e teatro d’avanguardia, partecipando a un gruppo napoletano, l’Operativo ’64, animato da Luca, artista patafisico partenopeo. Si trasferisce a Bologna, dove dirige la casa editrice Sampietro, per poi passare a Roma nel 1968. Qui inizia la sua avventura di critico d’arte, sviluppando un modello creativo autonomo rispetto a quello tradizionale, servo di scena dell’artista, basato sulla lateralità dell’arte e sul protagonismo frontale della critica. Nel 1970 inizia il suo sodalizio con l’artista Vettor Pisani.
Gli anni Settanta rappresentano un decennio fertile per produzione saggistica ed espositiva: i libri sul Manierismo e la Transavanguardia, le mostre romane Contemporanea nel parcheggio di Villa Borghese e Avanguardia transavanguardia alle Mura Aureliane. Parallelamente, l’incontro con Filiberto Menna gli apre le porte dell’università. Dal 1969 al 1971 è vice direttore dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila (prima accademia sperimentale d’Italia). 
Diventa assistente ordinario (1971) e poi professore ordinario (1976) di Storia dell’arte medievale e moderna presso l’Università degli Studi di Salerno e nel 1978 approda a “La Sapienza” di Roma come professore associato (1982) di Istituzioni di storia dell’arte alla Facoltà di Architettura. Dal 1984, presso il medesimo istituto, insegna Storia dell’arte contemporanea. 
Vive un rapporto continuo con gli artisti, fatto di amicizia e sana conflittualità. Eccellente ballerino, conosce le migliori discoteche d’avanguardia in Europa, America, Asia, Africa e Oceania nei suoi giri di conferenze.
Negli anni napoletani incontra di nuovo Roland Barthes, con il quale scrive un libro a quattro mani su Arcimboldo. Continua a sviluppare il proprio interesse verso la letteratura. Incontra Borges per un libro a quattro mani sul pittore delle rovine Monsù Desiderio e un convegno sul labirinto. Approfondisce il suo dialogo con Giulio Carlo Argan da una posizione autonoma e complementare rispetto a quella del grande storico dell’arte, che gli affida il compito di scrivere l’appendice al suo volume, L’arte fino al 2000 nel 1988 e L’arte oltre il 2000 nel 2002. 
Consapevole che la produzione del critico passa attraverso un doppio livello di scrittura (saggistica ed espositiva), realizza negli anni Ottanta mostre innovative quanto a impianto teorico. Negli anni Novanta ha segnato il decennio con il progetto per la Biennale di Venezia nel 1993 Punti cardinali dell’arte, ritenuto dal filosofo tedesco Gadamer “evento espositivo internazionale imprescindibile per comprendere la nostra cultura di fine secolo”. Al dibattito suscitato dal progetto (multiculturale, transnazionale e multimediale) rispondono in nome dello specifico artisti e critici italiani. Con Ernst Junger, a cui aveva assegnato il Leone d’oro per la cultura, pubblica in Germania un libretto di considerazioni sull’arte del XX secolo. 
Nel 1993, la rivista americana Artnews lo annovera nella cerchia dei sei critici più influenti del sistema dell’arte internazionale.
Lo stemma di famiglia (tre balze con una colomba e ramoscello d’ulivo nel becco) potrebbe portare come emblema “Critici si nasce, artisti si diventa, pubblico si muore”. Alla lapide di M.D. A.B.O ne contrappose una sua virtuale, già scolpita telematicamente (con videotape gettonabile e via Internet): “sono sempre una spina nell’occhio dell’arte e della critica”, vicino all’esprit napolitain di Totò che afferma: “Muoiono sempre gli stessi”, con sepoltura tipografica a vista nell’enciclopedia e un trattino tra data di nascita e quella di morte. Manca solo l’orario.
Marxista (per via di Groucho e i suoi fratelli) e totoista (per rapporto edipico con il principe de Curtis), accompagna la sua quarantennale avventura intellettuale con senso ironico della disciplina e lunga esplorazione dell’esistenza. 
Curatore generale nel 1993 della Biennale di Venezia, curatore culturale degli Incontri Internazionali d’Arte. Consulente culturale per la Regione Campania e per la Metropolitana di Napoli. Direttore degli Annali delle Arti per la Regione Campania, consulente per le arti della Fondazione Orestiadi di Gibellina. Supervisore artistico della XII Biennale dei Giovani Artisti dell’ Europa e del Mediterraneo nel 2005, direttore scientifico della rassegna Intramoenia/Extra Art. Direttore dal 2006 della Sezione Arti Visive del Ravello Festival, ideatore di Fluxus Biennial: 730 giorni hic et nunc per l’Auditorium Parco della Musica di Roma (2010-2011). Curatore generale del progetto “Parco Nomade” di Corviale, realizzato dalla Fondazione Volume! Curatore generale nel 2010 della 3a Biennale Internazionale d’Arte di Malindi. Curatore del corso “Master of Art”, LUISS Management, Roma. Vice presidente del Consiglio di Amministrazione e Presidente del Comitato Scientifico del Museo MADRE di Napoli. Curatore del Museo Obbligatorio della Metropolitana di Napoli. Curatore delle opere contemporanee della Certosa di Padula, Salerno.
Gli sono stati assegnati: il premio della critica “Flash Art International” (1982), il premio del giornalismo internazionale “Certosa di Padula” (1985), il primo premio internazionale “Tevere” (1986), il premio “Bussotti Opera Ballet” (1988), il gran premio “Antipatia” (1989), il premio internazionale per la critica “Valentino d’oro” (1991), il cavalierato per l’ordine delle arti e lettere della Repubblica francese (1992), il premio “Europa Festival” di Locarno (1995), il premio “Oasi d’oro” del Festival multimediale di Pantelleria (1995), il premio “Festival di Giffoni Vallepiana” (1996), il “Premio Scanno” per la critica d’arte internazionale (1996), il premio “Pino Pascali” per la critica d’arte di Polignano a Mare (1997), il premio “Fregene” per la saggistica e la critica d’arte (2000), la Gran Croce di prima classe della Repubblica austriaca (2002), la Medaglia d’oro per la cultura e l’arte della Repubblica italiana (2004), il premio della critica Biennale di Pechino (2005), il premio “Follaro d’oro – Città di Capua” (2005), “Premio Efesto” (2006), il premio dell’Associazione Amici di Via Giulia per il suo 70° compleanno (2009), Premio Capalbio per la Storia dell’arte (2010), “Premio Svoboda” al talento creativo ed artistico dell’Accademia delle Belle Arti di Macerata (2010), Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana (2010). 
Il suo nuovo progetto editoriale, l’Enciclopedia delle arti contemporanee, è dedicato a tutti i grandi «portatori del tempo» e si avvale della collaborazione di giovani esperti nei diversi campi della cultura. Il primo volume (2010), che utilizza come filo conduttore il “tempo comico” di Nietzsche, ricerca «l’incursione di una nuova temporalità nel processo creativo e nella fruizione dell’opera» nella letteratura, la musica, la pittura, l’architettura, la video arte, il cinema, la musica e il teatro del XX secolo.
I suo libri sono tradotti in francese, inglese, tedesco, spagnolo, russo, cinese, portoghese, giapponese, ucraino, rumeno, serbo-croato, sloveno, arabo, albanese, malese.
Tra le mostre da lui curate ricordiamo

  • 1970: “Vitalità del negativo nell'arte italiana”
  • 1971: partecipazione italiana alla “VII Biennale di Parigi”
  • 1973: “La delicata scacchiera, Marcel Duchamp 1902-1968”
  • 1973: “Contemporanea (arte)”
  • 1980: “Aperto '80”
  • 1982: “Avanguardia transavanguardia 68-77”
  • 1985: “XIII Biennale di Parigi”
  • 1991: “De Europa”, Salerniana, Erice
  • 1992: “Paolo Uccello - Battaglie nell'arte del XX secolo”, Salerniana, Erice
  • 1993: “Grande delubro, l’arte”, Salerniana, Erice
  • 1994: “La dimora dei corpi gravi: tributo a Masaccio”, Salerniana, Erice
  • 1995: “Nutrimenti dell’arte”, Salerniana, Erice
  • 1998: “Biennale di Dakar”
  • 1993: curatore generale della XLV edizione della Biennale di Venezia: “Punti cardinali dell’Arte”
  • 2005: “il bianco e altro e comunque arte” (Palazzo Cavour - Torino)
  • 2005: “intramoenia extra art - arte contemporanea nei castelli di Puglia” (Castel del Monte - Andria)
  • 2008: “Eurasia” (Mart - Rovereto)
  • 2009: Grande mostra antologica di Renato Mambor dall’infinito Castel Sant’Elmo Napoli
  • 2009: “intramoenia extra art - arte contemporanea nei castelli di Puglia” (Castello di Barletta)

Tra i premi ricevuti ricordiamo

  • 1982: premio della critica Flash Art International
  • 1985: premio di giornalismo internazionale Certosa di Padula
  • 1986: primo premio internazionale Tevere
  • 1988: premio Bussotti Opera Ballet
  • 1991: premio internazionale per la critica Valentino d’Oro
  • 1992: cavalierato per l’ordine delle arti e lettere della Repubblica Francese
  • 1995: premio Europa Festival di Locarno
  • 1995: premio Oasi d’Oro del Festival Multimediale di Pantelleria
  • 1996: premio Festival di Giffoni Valle Piana
  • 1997: premio Pino Pascali per la Critica d’Arte di Polignano a Mare
  • 1999: benemerenza de “La rosa d’oro” presso la provincia di Salerno da parte del “Garden club Salerno ONLUS”
  • 2000: premio Fregene per la Saggistica e la Critica d’Arte

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