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sabato 9 novembre 2013

PRINCIPE DI NAPOLI, MA MI FACCIA IL PIACERE

Emanuele Filiberto di Savoia


Collocare Emanuele Filiberto tra i napoletani da ricordare naturalmente è una forzatura basata unicamente su un titolo: principe di Napoli, che i reali Savoia alternavano a quello di principe di Piemonte, ma mi permette di parlare di una mia lunga intervista al personaggio, venuto all’ombra del Vesuvio per un congresso del partito monarchico e di invitare i lettori a visionarla nella sezione video del mio sito www.achilledellaragione.it (vi assicuro è divertente) nel corso di questa conversazione Emanuele Filiberto, a differenza di come appare nelle numerose trasmissioni televisive a cui partecipa, si dimostrò colto e sensibile. Seppe difendere l’istituto della monarchia come forma di governo ed interrogato se gli piacessero la napoletane, sicuro di non essere ascoltato dalla moglie, rispose affermativamente, preferisco le more alle bionde.
Dopo aver confessato questo peccato di vana gloria passiamo ad inquadrare la sua figura partendo dalla sua nascita, a Ginevra nel 1972, ma soprattutto dal suo ingresso in Italia nel 2002, venuto meno un divieto previsto dalla Costituzione per i discendenti di sesso maschile della ex Casa Reale Italiana.
Emanuele Filiberto è l’unico figlio di Vittorio Emanuele di Savoia. La sua nascita, avvenuta a Ginevra dove il padre viveva in esilio, fu l’occasione per una certa ricomposizione dei dissidi familiari sorti dalla decennale opposizione di Umberto II al matrimonio, celebrato infine senza che ne fosse avvertito, del figlio Vittorio Emanuele con Marina Ricolfi Doria.
In effetti Umberto II partecipò al battesimo del nipote. Ciononostante a quest’ultimo non fu dato come primo nome quello portato dal nonno e che dall’unità d’Italia si alternava di generazione in generazione a quello di Vittorio Emanuele. Né, parimenti, Umberto II concesse al nipote il titolo di principe di Piemonte, che lui stesso aveva portato fino all’assunzione della Corona, e che, come i nomi, si alternava a quello di principe di Napoli. Questi fatti evidenziano, secondo alcuni, il tentativo di Umberto II di riconciliarsi con la famiglia senza tuttavia considerare la nascita di Emanuele Filiberto come significativa da un punto di vista dinastico. Al contrario, per lo stesso Emanuele Filiberto, che avrebbe ricevuto al momento del battesimo il titolo di principe di Venezia, la partecipazione del nonno all’imposizione del sacramento avrebbe avuto un chiaro segnale dinastico e il riconoscimento ex post del matrimonio dei genitori.
Emanuele Filiberto dopo il diploma ha frequentato l’Università di Ginevra.
Le disposizioni transitorie dalla Costituzione della Repubblica Italiana ne vietavano l’entrata sul suolo italiano in quanto discendente maschio di Casa Savoia. Emanuele Filiberto si era virtualmente avvicinato al Paese nel 1995-96 come ospite fisso (in collegamento esterno) a Quelli che il calcio, nota trasmissione sportiva della televisione italiana.
Con la legge costituzionale del 23 ottobre 2002, entrata in vigore il 10 novembre del medesimo anno, si esaurirono gli effetti del primo e secondo comma della XIII disposizione transitoria della Costituzione, consentendo ai discendenti maschi di casa Savoia di entrare in Italia e conferendo loro il diritto di elettorato passivo.
Il 25 settembre 2003 Emanuele Filiberto ha sposato a Roma, nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, già luogo del matrimonio del bisnonno paterno, l’attrice francese Clotilde Courau, dalla quale ha avuto due figlie.
Ha svolto la professione di consulente finanziario. All’età di 26 anni ha lanciato il fondo d’investimento Altin, quotato alla Borsa di Zurigo.
È molto attivo nel mondo dello spettacolo come ospite televisivo in numerose trasmissioni, a partire da Quelli che il calcio (1995-1996). Nel 2002 ha inoltre partecipato ad uno spot pubblicitario dei sottaceti Saclà.
Nel 2008 è membro della giuria nel talent show Il ballo delle debuttanti su Canale 5.
Nel 2009 partecipa come concorrente alla quinta edizione del talent show di Rai Uno Ballando con le stelle in coppia con la maestra di ballo Natalia Titova, ed il 21 marzo se ne aggiudica la vittoria.
Nel 2010 conduce con Pupo, Georgia Luzi e Valeria Marini il talent show I Raccomandati e presenta il varietà Ciak... si canta! sempre con Pupo, entrambi su Rai 1. Partecipa al Festival di Sanremo insieme a Pupo e al tenore Luca Canonici con la canzone Italia amore mio, con testo di Emanuele Filiberto musicato dal cantautore toscano. Il trio viene fischiato dalla platea del teatro Ariston e la canzone è la prima eliminata dalla gara. Nella puntata del 17 febbraio la canzone viene ripescata dal televoto popolare e riesce ad accedere alla finale del 20 febbraio posizionandosi in seconda posizione. Nell’estate conduce il programma di Rai 2 Ricchi di energia con Debora Salvalaggio, e più tardi affianca Milly Carlucci nella conduzione del concorso di bellezza Miss Italia, su Rai 1.
Nel 2011 partecipa come concorrente (non in gara) all’ottava edizione del reality show di Rai 2 L’isola dei famosi. Nello stesso anno interpreta sé stesso nel cinepanettone Vacanze di Natale a Cortina, con Christian De Sica e Sabrina Ferilli.
A partire dal 31 gennaio 2012 è protagonista del reality show su Cielo ideato da lui Il principiante - Il lavoro nobilita.

Numerosi i programmi televisivi a cui ha partecipato:
Quelli che il calcio (Rai 2, 1995-1996)
Il ballo delle debuttanti (Canale 5, 2008)
Ballando con le stelle (Rai 1, 2009) Concorrente
Ciak... si canta! (Rai 1, 2010)
Miss Italia (Rai 1, 2010)
I Raccomandati (Rai 1, 2010-2011)
L'isola dei famosi (Rai 2, 2011) guest star
Ricchi di energia (Rai 2, 2011)
Il principiante - Il lavoro nobilita (Cielo, 2012)
Pechino Express (Rai 2, 2012)

Emanuele Filiberto ha creato la “Fondazione Emanuele Filiberto Charity Fund” e la
“Fondazione Principe di Venezia”, nata nel 2001. Si occupa inoltre del “Premio Principe di Venezia”.
Emanuele Filiberto ha lanciato, a luglio 2009, il suo contributo alle cerimonie per il 150º anniversario dell’unità d’Italia inaugurando a Cortina d’Ampezzo la mostra “Casa Savoia, storia di una Famiglia italiana”, promossa dalla Prince of Venice Foundation. Nella mostra sono presenti circa 150 oggetti appartenuti ai re ed alle regine d’Italia.
Nel 2005 ha fondato il movimento d’opinione Valori e Futuro.
Alle elezioni politiche italiane del 2008 si candida per essere eletto alla Camera dei deputati con una lista denominata “Valori e Futuro con Emanuele Filiberto”, presentandosi solo per la circoscrizione estera “Europa”. 
Con soltanto lo 0,4%, “Valori e Futuro con Emanuele Filiberto” si è classificato come il peggior risultato della circoscrizione estera “Europa”, l’unica nella quale si era presentato, diventandone l’ultimo partito in assoluto in ordine di preferenze.
Il 28 aprile 2009 è stata presentata la sua candidatura per le elezioni europee del 2009 nelle file dell’UDC. Il suo nome figurava terzo in lista dopo quelli di Magdi Allam e Luca Volonté. Anche questa volta, però, Emanuele Filiberto, pur raccogliendo circa ventiduemila preferenze, non è stato eletto.
In concomitanza con l’arresto di suo padre, Vittorio Emanuele, avvenuto in seguito allo scandalo di Campione d’Italia, Emanuele Filiberto è stato indagato per pirateria informatica ai danni di un sito sgradito ai Savoia. È stato però prosciolto da ogni accusa e l’inchiesta archiviata dallo stesso pm Woodcock. A seguito di tali fatti vi è stato un duro scambio di accuse tra Emanuele Filiberto e Maria Gabriella, sorella del padre Vittorio Emanuele.
Il 20 novembre 2007 viene rivelato dalla trasmissione Ballarò che Emanuele Filiberto e il padre Vittorio Emanuele 20 giorni prima, tramite i propri legali, hanno richiesto il risarcimento dei danni morali in seguito all’esilio per un valore complessivo di 260 milioni di euro oltre alla restituzione dei beni confiscati alla famiglia Savoia dallo Stato quando nacque la Repubblica Italiana. Il segretario generale della presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, ha replicato che il governo non solo non riteneva di dover pagare nulla ai Savoia, ma che pensava di chiedere a sua volta i danni all’ex famiglia reale per le responsabilità legate alle note vicende storiche.
Le sue biografie si perdono nell’elencazione di onorificenze e titoli nobiliari, ma il suo valore sta nella sua bellezza e nella capacità di fare spettacolo



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