21/8/2010
Quest’anno impazza la moda del burlesque, passato dai teatri invernali alle arene estive delle località turistiche: spogliarelli sì, ma con charme, ironia e teatralità e spesso adoperando modelle non propriamente affascinanti, a volte opulente, ma certamente seducenti.
Non si tratta di una novità perché la pratica del burlesque nasce nell’Ottocento, quando era necessario opporsi al perbenismo ed alla finta morale della borghesia. Nascono allora il tanga, che diviene la foglia di fico delle spogliarelliste ed il tassel(il copricapezzoli) per aggirare la censura statunitense, che imponeva di non esporre in pubblico le parti intime.
A queste esibizioni si affiancavano danzatori, funamboli e cantastorie, immortalati nelle tele satiriche di un grande maestro della pittura come Hogarth.
La sottile differenza tra una smaliziata spogliarellista di Las Vegas e una praticante del burlesque sta nell’humour: togliersi una calza guardando complice lo spettatore può essere volgare, se invece si fa l’occhiolino sorridendo, lo si fa partecipe di un gioco innocente.
Nel pubblico la maggioranza sono donne di tutte le età e di ogni classe sociale e molte confessano di sognare di divenire anche loro praticanti per diletto, non certo per diventare una diva sexy, ma per combattere la timidezza ed apprendere i segreti di un’arte sottile: la seduzione.
Non vogliono divenire l’oscuro oggetto del desiderio di molti, ma sperano di suscitare entusiasmo e sopiti vigori in fidanzati impacciati e mariti pantofolai.
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