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domenica 25 marzo 2012

Elogio del tiranno

10/3/2009


Dopo aver tratteggiato limiti, difetti e falsità della democrazia vogliamo porci un traguardo ancora più spericolato e politically scorrect: tessere un elogio della tirannide e dei vantaggi che possono trarne i sudditi… di una dittatura.
Per chi vive come noi in regimi… apparentemente democratici, nutriti forzatamente  dalla nascita nel culto della Repubblica e della Costituzione, la figura di un uomo forte, che si impadronisca del potere e lo eserciti in solitudine, appare come il peggiore dei mali, dimenticando che la Grecia e Roma hanno raggiunto il massimo del loro splendore per secoli proprio sotto il comando di un solo uomo.
Lo studio dell’antichità deve illuminarci sui meccanismi del potere, che sono rimasti immutati da allora e ad esso si sono conformati anche i campioni dell’era moderna da Napoleone ad Hitler, da Mussolini a Stalin, grossi personaggi, osannati in vita, che hanno condizionato il percorso della storia ed hanno guidato, con brutale pragmatismo, i loro popoli verso mete altrimenti non negate.
Per comprendere a pieno l’utilità dell’elogio bisogna prima interrogarsi sul diritto della democrazia a configurarsi come il migliore dei sistemi di rappresentazione politica possibili e non come un come una mendace pantomima della libertà, nella quale i poteri forti comandano indisturbati, mentre i cittadini si illudono di esercitare attraverso il voto un potere decisionale, che non ha alcuna possibilità di manifestarsi.
Cambiare tutto affinché nulla cambi, una frase celebre del Gattopardo che fotografa spietatamente la realtà delle moderne democrazie, nelle quali dopo ogni elezione si vengono a creare coalizioni disomogenee, incapaci di tradurre la volontà di chi li ha portati in parlamento, perché imbrigliate da interessi troppo forti: sindacati, chiesa, banche, multinazionali.
Nel frattempo, in società fondamentalmente  materialistiche come quelle occidentali, i governi permettono che una droga velenosa si diffonda con effetti dirompenti tra i cittadini elettori: il consumismo più sfrenato, dando così una forza smisurata ai detentori del potere economico, veri padroni dello Stato, nei cui consigli dì amministrazione si decidono le sorti  di popoli e nazioni.
A confronto con gli attuali simulacri di democrazia, che si illudono e ci illudono di delineare il nostro presente ed il nostro futuro, ai vizi ed alle finzioni dei parlamenti, alla bancarotta morale e civile della finanza internazionale, bisogna cominciare a guardare con interesse a sistemi autoritari, come quello cinese, in grado di funzionare meglio e con maggiore beneficio per i cittadini, di democrazie caotiche e inefficienti.
I tiranni non giungono al potere spinti unicamente dal loro carisma e dalla loro capacità di dominare, ma sono espressione di una élite che li circonda, li  condiziona e spesso è in grado di sostituirli quando la loro azione è in contrasto con gli interessi generali.
La storia è costellata dalle gesta di numerosi dittatori che hanno guidato, con virile energia, i loro popoli verso traguardi altrimenti non raggiungibili.

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