Pagine

domenica 25 marzo 2012

Droga libera, appello provocazione all’Onu

13/3/2009

Di liberalizzare la droga fino ad ora ne avevano parlato solo i radicali, più volte e sempre inascoltati. Le loro argomentazioni erano ineccepibili e, se diffuse dai mass media, avrebbero convinto gran parte dell’opinione pubblica: in Italia alla base di oltre il 50% dei reati vi è l’ombra del traffico di stupefacenti, il 60% dei carcerati è ospite dello Stato per reati connessi allo spaccio, la metà delle forze dell’ordine e della magistratura è occupata da problemi legati alla diffusione ed al consumo della droga. 
Non si è mai aperto un dibattito serio e coraggioso sull’argomento perché l’antistato ha oramai guadagni tali da poter corrompere chiunque. La questione è ora rimbalzata a livello internazionale grazie ad un appello all’Onu partito dall’università di Harvard, sottoscritto da 500 studiosi di varie nazioni. Essi, in occasione dei cento anni trascorsi dalle prime norme sul proibizionismo, invitano i governi a cambiare rotta, strappando ai narcotrafficanti il loro sterminato fatturato ed utilizzandone gli introiti per finanziare una gigantesca lotta alla criminalità organizzata. 
La politica seguita fino ad oggi di pura repressione ha dato risultati disastrosi, mentre non solo circolano sempre più sostanze tossiche, ma anche di pessima qualità, con grossi pericoli per chi le assume. Il fiume di denaro per i mercanti internazionali si aggira sui 320 miliardi di dollari l’anno, una massa di liquidità in grado di incrinare le coscienze e corrompere qualsiasi Stato. In questi giorni a Vienna i rappresentanti di 50 paesi sono riuniti per mettere a punto le strategie da adottare nel prossimo decennio e pare che nessuno si farà paladino della liberalizzazione, per cui dobbiamo attenderci in futuro un ulteriore rafforzamento del cartello criminale che domina il mondo, inquinando la finanza, condizionando le elezioni ed intimorendo i governi; un potere smisurato al quale nessuno potrà opporsi fino a quando non si deciderà di cambiare le leggi attuali. 

Nessun commento:

Posta un commento