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sabato 19 novembre 2011
villaggio globale
Oggi viviamo in un villaggio globale. Le informazioni circolano in tempo reale dovunque, anche nel terzo mondo. I nostri penitenziari però appartengono purtroppo al quarto mondo.
Tra i provvedimenti a costo zero, che migliorerebbero sensibilmente la vita dei detenuti, vi potrebbe essere la possibilità di ricevere ed inviare mail a parenti ed amici.
I telegrammi costano tanto (ben pochi possono permetterseli) ed arrivano dopo giorni. I colloqui sono per molti impossibili. Pensiamo agli stranieri, che costituiscono oramai il 40% della popolazione carceraria e sono in continuo aumento, i quali non vedono per anni un familiare, mentre con Skype potrebbero vedere i loro volti. Naturalmente la posta elettronica in arrivo ed in partenza (a differenza di quella tradizionale) potrebbe avere il filtro di uno scrivano.
Quante volte vi è la necessità improcrastinabile di contattare un legale o si vive nell’angoscia per un familiare gravemente ammalato?
Senza sognare amnistie o indulti ogni detenuto potrebbe rimanere in contatto con i propri cari, l’unico rimedio veramente efficace che conosco per sopportare la solitudine e la sofferenza.
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