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venerdì 11 novembre 2011

UNA DONNA CON GLI ATTRIBUTI TROTA DE RUGGIERO DETTA TROTULA



Il sud e la Campania, a fronte di un triste presente, hanno avuto un glorioso passato e non solo Napoli è stata per secoli capitale indiscussa del commercio e delle arti, ma anche Salerno, nell’XI secolo, è stata uno dei centri culturali più importanti del Mediterraneo, dove convergevano i più dotti esponenti del sapere greco, arabo ed ebreo. Tutti conoscono, almeno di nome, la celebre Scuola medica salernitana, la quale si fece promotrice della traduzione in latino dall’arabo di antichi testi, rendendoli così accessibili al mondo occidentale. Era una grande istituzione laica nella quale potevano insegnare docenti di ogni Paese, senza alcuna discriminazione ed anche le donne ne potevano far parte, sia come allieve che come insegnanti. Pochi nomi sono giunti fino a noi di queste laboriose mulieres salernitane e fra queste spicca la figura di Trota De Ruggero, nata intorno al 1050, sposa e madre di medici, con i quali collaborò alla stesura di uno dei più famosi manuali di medicina dell’epoca: il Practica brevis. Ma il suo interesse principale era costituito dalle donne, con una particolare attenzione alla gravidanza ed al parto. Il controllo del parto in particolare nei secoli è stato appannaggio ora dell’ uomo ora della donna. Non dimentichiamo la figura chiave della levatrice, che è stata, fino a pochi anni orsono, l’esclusivo punto di riferimento delle donne, non solo in campagna, ma anche in città e ad essa ricorreva in egual misura l’operaia e l’avvocatessa. Trota De Ruggero studiò con passione problematiche complesse, che ancora attendono una soluzione definitiva, dalle cause dell’infertilità ai metodi per ridurre i dolori del parto e le gravidanze indesiderate e registrò le sue affascinanti teorie in un libro prezioso: il De passionibus mulierum curandorum, un testo del quale, possiamo scommetterci, nessun ginecologo ha mai sentito parlare.



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