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venerdì 11 novembre 2011
“INDOVINA CHI VIENE A CENA” MATRIMONI INTERNAZIONALI CONTRO LA CRISI DELL’EURO(PA)
L’Europa, figlia dell’utopia, sta per andare in coma. La crescita del debito pubblico in quasi tutti gli Stati, unito alla calamitosa inflazione strisciante che, dall’entrata in vigore dell’euro, erode stipendi e risparmi, sono le spie più vistose di un malessere diffuso, che sta mettendo in crisi un così ambizioso progetto, nato nelle stanze del potere segreto dei banchieri di Francoforte. Il sogno malizioso di una grande Europa dall’Atlantico agli Urali non può reggere naturalmente soltanto su di una moneta, ma è necessario che i popoli, divisi oggi dalla lingua e dalla storia, da abitudini e legislazioni diverse, diventino un solo popolo. Un obiettivo che può divenire più facile attraverso l’ aumento dei matrimoni internazionali. Se tutti i governi erogassero dei cospicui incentivi economici e fiscali alle coppie, naturalmente con prole, ai cittadini di diversa nazionalità che volessero mettere su famiglia, un passo decisivo verso l’integrazione europea sarebbe compiuto e l’Europa, in capo a 2- 3 generazioni, passerebbe dalla fantasia alla realtà. Un provvedimento semplice senza il quale il nostro futuro demografico è semplicemente senza speranza. Mi sia permesso un ricordo personale: la malattia di fare proposte attraverso lettere al direttore lo ho contratto in età pediatrica. La mia prima missiva fu indirizzata al mensile Quattrosoldi (novembre 1960) e trattava proprio dei matrimoni internazionali. L’argomento è ancora attuale. Era il 1960, il direttore della rivista nella sua risposta ironizzò e sospettò che stessi per sposarmi con una straniera, non sapeva che da poco avevo compiuto tredici anni.
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