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domenica 13 ottobre 2024

Ecce Homo di Giovan Bernardo Lama


Fig.1 - Ecce Homo -
Giovan Bernardo Lama
 (Napoli, notizie dal 1560 al 1600) 
 olio su tela (80x60)

Sul finire del Cinquecento Giovanni Lama è, a Napoli e nell'Italia meridionale, l'interprete sincero della tendenza "devozionale", egli infatti è l'autore di celebri immagini "controriformate" di forte effetto pietistico. Egli prende ispirazione dai toni crudi e reali degli Spagnoli Morales e Vargas. A Napoli fece bottega con il suo collega Silvestro Buono ed ebbe parecchi allievi. Numerose sono le sue opere, tutte di soggetto religioso, tra queste ricordiamo "La Pietà" per San Giacomo degli Spagnoli, "La Decollazione del Battista" per San Gregorio Armeno, la piccola "Pietà" del Louvre, "la Pentecoste" per S. Caterina a Formello ed il "Noli me tangere" ora in Francia a Chantilly.

Dipinto di qualità eccelsa, questo Ecce Homo (fig.1), è fornito di una bella cornice antica, e proviene come altre tele della collezione dalla raccolta delle opere pie di Napoli.  Esso rappresenta la figura di Gesù in meditazione con le braccia conserte ed il volto sofferente su di un fondo scuro sul quale domina il colore della veste del Cristo, un rosa dalla tonalità molto calda e delicata .

Di fatto i più recenti interventi della critica sul dipinto ribadiscono il suo grande impatto visivo, la composizione solenne, dal colorito forte e dal disegno squisito, in grado di profilare classicamente le figure con tratto scultoreo.

Il professor Pavone aveva sottolineato, con una certa sicurezza, il particolare effetto luminoso del dipinto sulla esecuzione delle pieghe delle maniche e sulla definizione delle dita affusolate del Cristo.

Dopo l'opinione del professor Pavone,  il professor Leone de Castris, nel ribadire l'autografia del dipinto, ha ritenuto che  il prototipo raffigurativo viene fatto derivare da Sebastiano del Piombo dal quale passa poi in Spagna ove Luis Morales lo trasforma parzialmente per pervenire di nuovo a Napoli alla fine del 500 per trasferirsi nei modi pittorici di Giovan Bernardo Lama e di alcuni suoi imitatori. Che il dipinto derivi dallo stile pittorico del Morales è anche il parere del professor Spinosa.

Il quadro è descritto anche dal De Dominici, il quale adopera delle parole ancora oggi pertinenti: "Forza di colorito e gravità di componimento accompagnato da esquisito disegno".

Achille della Ragione

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