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mercoledì 4 settembre 2024

Chiostri piccoli ma belli

Il Chiostro del Suor Orsola è uno dei chiostri monumentali di Napoli, edificato ai piedi del colle di Sant'Elmo al n.10 dell'omonima via.

Fig.1 Particolare dei viali
del chiostro del Suor Orsola 
 

Venne costruito nella prima metà del XVII secolo all'interno del preesistente complesso dell'Immacolata, legato all'opera  di Orsola Benincasa, figura mistica e profetica (1547-1618) a  capo di un ordine di clausura, che aveva desiderato di  appartarsi con le consorelle lontano dalla città.

Il chiostro, un ampio quadrato di 33.000mq, è limitato da tre  corpi di fabbrica disposti ad U e da un muro di cinta in tufo e  racchiude altri cinque edifici e giardini. Nel XVIII secolo venne  creato il pergolato a pilastri. Nel porticato si conservano due  edicole votive decorate con maioliche. 

Fig. 2 Il chiostro grande
di santa Teresa degli Scalzi

I chiostri di Santa Teresa degli Scalzi sono due chiostri  monumentali situati nell'omonima via di Napoli. Furono eretti al principio del Seicento da Giovan Giacomo di  Conforto, su commissione dei frati carmelitani, all'interno di  un palazzo da loro acquistato. 

All'inizio del Ottocento questi due chiostri hanno rischiato di essere  del tutto distrutti per un grandioso progetto di ampliamento del vicino Real Museo Borbonico, proposto dall'architetto  Francesco Maresca. Sebbene il progetto fosse stato approvato  dal Consiglio dei ministri nel 1802, per la strenua opposizione  dei conventuali Teresiani esso non fu mai realizzato e neppure  cominciato. 

Oggi i chiostri sono di proprietà dell'istituto per non vedenti  Paolo Colosimo. Il chiostro piccolo è stato modificato e adibito  a sala interna, la cosiddetta sala delle vendite, mentre il  chiostro grande (fig.2), a pianta rettangolare con splendido  pozzo in marmo e ornato da alcune essenze arboree, non  presenta modifiche sostanziali se non la chiusura mediante  finestre delle arcate. 

Fig.3 chiostro di Sant'Andrea delle dame
 sede della facoltà di medicina 

La chiesa di Sant'Andrea delle dame (fig.3) venne fondata da quattro  nobildonne, figlie del notaio Andrea Palescandolo, le quali,  avendo preso i voti nel 1580, istituirono un convento  dell'ordine agostiniano dedicato a Sant' Andrea, da allora  chiamato "delle Dame". Il monastero è stato soppresso durante l'occupazione francese  di Napoli e nel 1884 la chiesa annessa fu chiusa al culto. I bombardamenti che colpirono Napoli durante la seconda  guerra mondiale non risparmiarono la struttura, ma il  complesso ha ancora mantenuto i suoi tratti originari. Divenne  infine una sede dell'Università degli studi di Napoli e, dopo lo  scorporo della facoltà di medicina, è sede del polo napoletano  della stessa facoltà della Università della Campania Luigi  Vanvitelli. La chiesa è stata restaurata nel 2004.

Il progetto del chiostro  prevedeva la creazione di un  luogo luminoso e spazioso, con alti pilastri di piperno  sormontati da arcate della stessa pietra, che reggevano un  corpo di fabbrica adibito a dormitorio. Sulla facciata esterna  vennero dipinte finte colonne e finte arcate di piperno con le  loro decorazioni, incarico affidato al fiammingo Pietro  Mennes. 

Il Complesso universitario di San Pietro Martire,  comunemente detto Complesso di Porta di Massa, è un  edificio che si apre lungo Via Porta di Massa ad  angolo con corso Umberto I. Dal 1961 è sede del Dipartimento  di Studi umanistici dell'Università degli Studi di Napoli  Federico II, che include i corsi di Laurea di Archeologia e Storia  dell'Arte, Discipline della Musica e dello Spettacolo, Filologia,  Filosofia, Lettere, Lingue e letterature, Psicologia e Storia.

L’edificio fu realizzato nel 1557 dall'architetto Giovanni  Francesco Di Palma durante un piano di ristrutturazione  generale del complesso domenicano. Durante i lavori, la  struttura fu dotata di un interessante sistema idrico che  raccoglieva l'acqua da ogni parte del convento e alimentava le  fontane dell'edificio; ma la fontana centrale era alimentata  dall'Acquedotto della Bolla. 

Agli inizi del XVII secolo, nell'edificio nacque l'accademia di San  Pietro Martire dove si riunivano i nobili; uno dei suoi membri  più illustri fu Onofrio Riccio, medico e filosofo. 

Nel medesimo periodo, la peste del 1656, che non risparmiò i  frati domenicani, rappresentò una pagina nera della storia del  complesso. Ciò nonostante, nel corso della propria esistenza il monastero  organizzò feste per il popolo e anche commedie. Tuttavia, nel 1808 fu soppresso per volontà di Giuseppe  Bonaparte e la struttura divenne officina di tabacchi per lungo  tempo, finché nel 1961 divenne facoltà universitaria  dell'Ateneo federiciano. Il complesso fu restaurato dopo il terremoto del 1980. 

La struttura dell'edificio è quadrangolare: ogni lato presenta  sette arcate, con al centro una fontana del XVI secolo in  marmo. All'interno vi è uno splendido chiostro con al centro una  fontana esagonale (fig.4-5) a me particolarmente caro perchè  vi passeggiavo prima di sostenere gli esami in Lettere moderne, dove tra Trenta e Trenta e lode ho conseguito nel  1985 la mia 4^ laurea.


Fig.4 Fontana esagonale

Fig.5 Giardino all'interno del complesso
universitario di via Porta di Massa 


Il chiostro di Santa Maria della Sanità (fig.6-7) è un chiostro monumentale di Napoli; si erge all'interno  dell'omonimo convento, nel centro storico della città. 

Fig.6 Chiostro con resti di affreschi

In origine il complesso religioso constava di due chiostri,  quello maggiore e quello minore. Il primo, ormai scomparso a  causa delle profonde trasformazioni patite dal luogo di culto,  era formato da una vasta pianta rettangolare. 


Fig.7  chiostro e affreschi di
Santa Maria la sanità 

Il secondo chiostro, invece, nato sul finire del Cinquecento  assieme all'edificazione della parte conventuale e tutt'oggi  esistente, è a pianta ovale e costituisce tra le più interessanti  opere dell'architettura sacra realizzata tra il Cinquecento e il  Seicento; il progetto fu affidato al frate Giuseppe Nuvolo, che  di fatto fu la prima figura napoletana che seppe sfruttare la  pianta ellittica in un luogo claustrale. Sebbene sia stato in  parte distrutto dal ponte della Sanità voluto dal re Gioacchino  Murat, per collegare via Toledo alla Reggia di Capodimonte,  dell'originario chiostro ellittico permangono le arcate e le sezioni di architravi che sovrastato i capitelli di piperno, sulla  quale sono scolpiti angeli alati, e gli affreschi delle volte del  portico, lavorati in graffiti monocromi nel 1624 da Giovan  Battista di Pino e raffiguranti alcuni episodi della vita di illustri  domenicani. Il connubio tra il di Pino e fra Nuvolo si ripeterà  con il medesimo risultato anche per il chiostro di San  Tommaso d'Aquino, andato poi distrutto durante la terribile  alluvione del 1656.

Chiostro della Veterinaria 

Il Chiostro della Veterinaria (fig.8) si trova in Via Federico  Delpino, accanto alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli alle  Croci. 

La struttura, detta così perchè sede della facoltà di  Veterinaria, fu costruito nel 1581 dai Francescani Osservanti e,  poi, ampliata da Cosimo Fanzago nel XVII secolo quando vi si  insediarono i Francescani Riformati. Il chiostro, a pianta  quadrata con sette arcate per lato, presenta dei bellissimi  affreschi sulle volte a crociera raffiguranti episodi biblici,  attribuibili alla scuola di Belisario Corenzio. 

Fig.8 Il chiostro della veterinaria 

La struttura della Trinità delle monache  fu costruita nel quartiere di Montecalvario e confina con la  Certosa di San Martino, il Castel Sant'Elmo e il complesso di  Santa Lucia Vergine al Monte. La fondazione della struttura si  deve alla nobildonna Vittoria de Silvia (XVII secolo). 

Ha assunto vari ruoli, da quelli religiosi a quelli pubblici e, già  prima dell'Unità d'Italia, sotto Giuseppe Bonaparte, assunse la funzione di ospedale militare e lo restò fino al secondo  dopoguerra. 

Il complesso, attualmente, è un insieme eterogeneo  caratterizzato da edifici di valore architettonico e storico; non  sono mancate le costruzioni recenti, che hanno danneggiato,  e, in alcuni casi, alterato l'impianto. L'intera struttura ha una  superficie complessiva di circa 25.000 mq (la superficie utile di  9.000mq, più altri 16.000mq distribuiti in aree verdi e cortili). Nella parte bassa dell'edificio, si trova la chiesa della  Santissima Trinità delle Monache. 

Nel 1808 il complesso venne soppresso ed adibito ad ospedale  militare fino al 1992, quando i militari lasciarono il  monastero. Tuttavia, a causa della scarsa manutenzione, nel  1897 si registrano i crolli della volta e della cupola, elementi  che vennero sostituiti con una modesta copertura a falde. Tra  il XIX e il XX secolo i corpi di fabbrica furono alterati con  l'aggiunta di nuovi volumi. Oggi la chiesa e l'omonimo complesso necessiterebbero di una  vasta opera di riqualificazione. Di notevoli dimensioni (fig.9), ha solo un lato porticato da  ventotto arcate, mentre i tre lati non sono circondati da  alcuna struttura e quindi è possibile godere del maestoso  belvedere. Esso poteva contenere un piccolo lago artificiale,  una fontana e un rigoglioso giardino.

Fig.9 Il chiostro della Trinità
 delle monache,
ex ospedale militare di napoli 


Il Chiostro di Materdei è  un chiostro monumentale di Napoli, (fig.10-11) collocato  nell'omonimo rione, alla Calata delle Fontanelle. 

Di epoca settecentesca, è a pianta quadrata con sei arcate per  lato. Antitetico a quello di Santa Chiara per la sua austerità, il  chiostro è forse uno dei pochi esempi di architettura claustrale  giunto a noi quasi intatto, grazie alla cura delle monache  stanziatesi qui dopo la prima soppressione. 

Da ammirare è la soluzione delle volte a cupola e il pozzale in  piperno. Costruito nelle vicinanze della chiesa, fu affidato ai  Padri Serviti che lo tennero fino alla prima soppressione. Espulsi i padri divenne per breve tempo una caserma e  successivamente fu acquistato dalle religiose. 

Durante il governo borbonico venne acquistato dalle "Figlie  della Carità", che lo destinarono a educandato femminile. Attualmente è sede dell'istituto scolastico che prende il nome  delle monache che vi risiedono. 

Fig.10 Complesso di Santa Maria di Materdei

 Fig.11 Pozzo in piperno posto nel cortile del chiostro a Materdei

La chiesa di Donnalbina è ricca di dipinti di Francesco Solimena ed Andrea Malinconico, che fanno cadere in secondo ordine il chiostro (fig.12) che funziona da sede del piccolo Cottolengo.

Fig.12 Chiostro Chiesa di Donnalbina 

Sant'Antonio a Posillipo  è una chiesa santuario di Napoli; ubicata nel quartiere  omonimo, è raggiungibile sia dalle rampe di Sant'Antonio  (dette anche Tredici discese di Sant'Antonio), sia dalla via  Minucio Felice. Si può raggiungere la chiesa anche con la  funicolare da Mergellina, scendendo alla prima fermata ed è nota per il panorama che si può ammirare dal suo Sagrato. Presenta un chiostro (fig.13) molto interessante che merita di  essere visitato.


Fig.13 Chiesa di Sant’Antonio a Posillipo

La chiesa di San Francesco è un luogo di culto cattolico di grande interesse storico; nel quartiere del Vomero. La chiesa, il convento ed il chiostro (fig.14), vennero costruiti  tra il 1892-94, grazie ad un progetto di un ingegnere italiano,  ma, sotto la direzione di un frate tedesco. 

La facciata della chiesa, in stile neoromanico, è caratterizzata  da due campaniletti a forma di pinnacolo disposti alla  sommità. Più in basso si apre una trifora, mentre nel registro  inferiore è presente il portale d'accesso impreziosito da una  grande lunetta, la cui cornice, sostenuta da due coppie di  colonne, risulta particolarmente aggettante. L'interno è caratterizzato da un'alta navata, voltata a crociera,  con finestroni dalle vetrate istoriate, tre cappelle per lato e  abside. Le sei cappelle laterali presentano degli altari  sormontati da quadri del frate pittore Andrea Beer. Vi si ammirano anche due scarabattoli lignei contengono due  pregevoli sculture lignee ottocentesche di San Francesco  d'Assisi e Sant'Antonio di Padova. Annesso alla chiesa è il  convento di due piani con chiostro a pianta quadrata. Vi si  conserva una ricca collezione di dipinti, statue lignee   devozionali e arredi.

Fig.14 Chiesa di San Francesco d'Assisi al Vomero


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