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venerdì 28 aprile 2023

Questo carcere non è un albergo

Venerdì di Repubblica pag.13
28 aprile 2023

Da anni in Un posto al sole si vedono scene in cui le celle di Poggioreale sembrano eleganti suite, mentre le sale per i colloqui richiamano a viva voce la hall di un grande albergo, a differenza della cruda realtà che è completamente diversa.
Ma il colmo dello stravolgimento della verità si è raggiunto con la trasmissione settimanale Mare fuori, giunta al terzo anno di programmazione, che dovrebbe essere ambientata nel carcere minorile di Nisida, viceversa le scena sono tutte girate nel molo San Vincenzo del porto di Napoli, ma la sciocchezza più eclatante è far credere che i detenuti, maschi e femmine possano vedersi liberamente ogni giorno, civettare, simpatizzare ed al limite abbandonarsi a pratiche bibliche.
Una stupidaggine fuori misura che invoglia i ragazzi a compiere qualche reato per trascorrere un periodo di piacevole vacanza.

 
Achille della Ragione 



Lei mi ha già scritto da un luogo in cui aspettava la fine di un tempo mi auguro molto breve, in cui non poteva andarsene. Intendo la prigione, e il suo modo di scrivere e di comportarsi aveva quel segno in più che non ci si aspetta, stupidamente, da un luogo di pena.
Mi ha già scritto altre volte e pubblicherò altri suoi scritti. 

Adesso lei si sofferma sulla vita nel carcere, e particolarmente sulla serie Mare fuori. Mi spiace dirlo, io non l'ho vista, perché non sono stata abbastanza bene. Magari la rivedrò, visto che ne parlano come di una serie italiana ben riuscita. Lei ne parla con poca simpatia, perché «è una stupidaggine che invoglia i ragazzi a compiere qualche reato per trascorrere un periodo di piacevole vacanze». Io non credo che si possano girare film nei vecchi carceri, come quello di cui si parla nella serie, primo perché penso non sia permesso, poi perché immagino quale confusione porterebbe. In un carcere minorile poi. Le scene sono tutte girate nel porto di Napoli e non a Nisida, e la «sciocchezza più eclatante è far credere che i detenuti, maschi e femmine, possano vedersi tutti i giorno».
Certamente lei conosce meglio i posti, e avrà la certezza che tutti questi giovani hanno una vita molto dura. Ma le chiedo di scusarmi, o di vedere nella mia posizione il meglio: si tratta di giovani minorenni, perché non possiamo pensare che si salveranno, perché dobbiamo pensare che li attende una vita di estrema durezza, senza scampo?


Natalia Aspesi 

 

  


 



 

1 commento:

  1. Hai fatto bene a scrivere sul tema, Giovanna ha scritto le stesse cose. Un saluto
    Savino De Rosa

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