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lunedì 23 agosto 2021

Progresso, non si può misurarlo con i consumi

 
   

Il Mattino 23 agosto 2021

In questi ultimi decenni abbiamo vissuto in una sorta di trance ipnotica, comprando e consumando senza alcun reale bisogno. Tutti ambiscono ad avere l’iPhone ultimo modello,  30 paia di scarpe, 50 cravatte, televisori in ogni camera, 100 vestiti. Una mania che ha contagiato anche i ceti meno ricchi, che si indebitano fino al collo pur di poter cambiare ogni anno frigorifero e lavatrice.
La voglia spasmodica di viaggiare e di visitare paesi lontani e possibilmente caldi, senza conoscere la loro precisa localizzazione geografica.  Decine di milioni di persone in delirio, che si recano al Louvre o nei Musei Vaticani senza capire ciò che vedono. Per oltre cinquanta anni, banchieri, politici, economisti ed intellettuali, hanno cercato di farci credere che il progresso ed il benessere fossero in crescita continua, senza preoccuparsi dell’esaurimento delle risorse e del disastro ambientale. I cinesi e gli indiani, moltiplicando all’infinito fabbriche, porti ed aeroporti, ambiscono a gioielli e vestiti, mentre le ciminiere  e le auto sporcano il cielo ed i diritti umani sono considerati poco più che un optional. siamo sommersi dagli oggetti che straripano da armadi e cassetti e da un desiderio incessante di riempirne di nuovi. Abbiamo smarrito il senso delle cose che ci circondano.
Non diamo alcun valore ad una vecchia giacca o ad un automobile ancora perfettamente funzionante. Cerchiamo sempre la novità e desideriamo seguire l’ultima moda.
Dobbiamo recuperare invece le virtù della civiltà contadina: la sobrietà, la parsimonia, il risparmio. Non dobbiamo ascoltare la martellante pubblicità che non saremo felici se non cambieremo ogni sei mesi la lavatrice o la televisione. Se consumiamo di meno saremo più ricchi.
 
Achille Della Ragione

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