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domenica 28 aprile 2019

Sempre meno figli: fine di una civiltà





Gentile signora Aspesi,
Sono anni che non Le scrivo, quanta malinconia. Ricordo le sue acute risposte alle mie lettere, spedite durante il lungo periodo in cui sono stato gradito ospite di Rebibbia. Ogni volta che veniva pubblicato un mio intervento, il Venerdì di Repubblica girava vorticosamente tra le tristi mura ed era letto con eguale attenzione da galeotti e personale penitenziario. Ricordo, tra le tante, con particolare emozione le missive pubblicate il 23/12/2011, il 7/12/2012 ed il 12/7/2013.
Le scrivo perché mi ha affascinato la sua risposta alla donna che non vuole avere figli e vorrei far conoscere la mia opinione in merito.

Sempre meno figli: fine di una civiltà

Uno dei motivi principali che condurranno al declino della nostra civiltà è costituito dalla scarsa quanto nulla volontà delle donne di fare figli. A tutto anelano: studiare, lavorare, passare da un rapporto libero ad uno ancora meno impegnativo e dimenticano che l’unico motivo che giustifica la loro presenza sulla Terra è uno soltanto: fare figli.
I governi possono e debbono cercare di invertire questa deleteria situazione, creando cospicui incentivi economici alle coppie che decidono di avere figli, oltre a potenziare i servizi di assistenza per l’infanzia per agevolare le madri che si ostinano a lavorare.
Ma bisogna fare presto, perchè entro 10 – 15 anni non si potrà più fare nulla ed il declino demografico sarà irreversibile.

Achille della Ragione

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 Venerdì di Repubblica 10 maggio 2019
- Rubrica Questioni di cuore - pag.10-11
Lei mi ha scritto altre volte della sua vita tribolata, e per questo pubblico la sua lettera, anche per richiamarla alla realtà. Ma cosa le hanno fatto le donne perché lei pensi , e scriva, che il loro compito sulla Terra è solo quello di fare figli?
Sono sulla Terra per vivere, contribuire al miglioramento del mondo e alla sua difesa, e anche per essere madri: se lo desiderano, se sono nelle condizioni non solo economiche per crescere dei figli, possibilmente con la collaborazione di un padre.
Poi essere madri, come padri, non assicura che si sia in grado di farlo, di essere ottimi e non pessimi madri e pari. Lo direi soprattutto per i padri, che spesso abdicano a questa funzione affidandone tutta la responsabilità alle madri.
E poi,sempre seguendo il suo ragionamento, secondo lei o si è madri o si studia, o si è madri o si lavora, o si è madri o si hanno rapporti liberi?
Rifletta anche su questa sua brutta frase: le madri che "si ostinano" a lavorare.
Magari lo fanno per mantenere i figli e talvolta il marito, o perché amano la loro professione o la loro arte o perché vogliono fare carriera, o essere indipendenti o addirittura per consolarsi di un compagno difficile come forse è stato lei.
Quanto alla nostra famosa civiltà, se ci guardiamo attorno possiamo dire che è già in caduta libera e non certo per colpa delle donne.
Per favore allarghi la sua visione oltre ai labili confini di questo nostro piccolo Paese: fuori c'è un mondo da capire e accettare, soprattutto con cui collaborare perché non i popoli più poveri, ma i più ricchi, i più avanzati, i più forti, possono invaderci e assaltare la nostra economia.
Natalia Aspesi

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Il Mattino 11 maggio 2019, pag. 42
Caro Achille, il calo demografico del nostro Paese è allo stesso tempo l'origine e l'effetto di tutti i mali italiani. Il numero medio di figli per donna nel 2018 (fonti Istat) è stato 1,34. Abbiamo però avuto momenti peggiori. Il punto più basso in termini di fecondità è stato toccato nel 1995: le donne avevano 1,19 figli di media.
Colpa degli scarsi investimenti per conciliare lavoro e famiglia per le donne? Verissimo.
Certo ci vorrebbero più asili, orari flessibili, servizi di sostegno e permessi speciali. Ma anche nei paesi europei dove si spendono più denari per la famiglia non si assiste certo a un boom della natalità,
C'è allora un aspetto culturale che spesso viene sottovalutato: l'egoismo strisciante nella società moderna e appagata della Vecchia Europa.
Le donne, come gli uomini, si dedicano più a loro stessi. Al lavoro, al tempo libero, ai social.
Fare figli è un atto di generosità, un impegno che dà gioia ma che richiede anche tanto impegno e tempo da dedicare. E oggi abbiamo fatto di tutto per averne sempre meno.


Federico Monga 

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1 commento:

  1. Egregio dottore, la ringrazio per tutte le sollecitazioni culturali che mi invia, a cui non ho mai avuto modo di partecipare, ma che
    arricchiscono la mia conoscenza di Napoli.

    Sono però rimasta sconcertata dalla sua opinione sul genere femminile, retriva, misogina , miope ed ottusa, non degna di un intellettuale quale aspira ad essere considerato e senza dubbio si ritiene.

    Come rappresentante del genere ,il cui unico scopo sulla terra è di procreare, la prego di avere la dignità di non vantarsi del suo barbaro

    pensiero....La saluto.
    Angela Raimondi

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