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lunedì 30 ottobre 2017

Capri nella pittura

01 - Giacinto Gigante-Capri - Napoli, museo di Capodimonte

Diamo ora la parola ai pennelli dei tanti pittori che hanno voluto immortalare i paesaggi da favola dell’isola delle sirene.
Cominciamo con gli artisti più famosi: Giacinto Gigante con una serie di quadri (figg.1–2–3–4–5), i primi quattro esposti nel museo di Capodimonte e Consalvo Carelli con opere (figg.6–7–8–9) conservate invece nel museo di San Martino.
Vi sono poi Salvatore Fergola con due spettacolari notturni (figg.10–11), Nicola Palizzi (fig.12), Vincenzo Caprile (fig.13) e Vincenzo Migliaro (fig.14) con tre tele riverberanti di luce.  
Saverio della Gatta (fig.15) ed Attilio Pratella (fig.16) si esibiscono con dei paesaggi, alla pari dei celebri Jakob Philipp Hackert (fig.17) e William Turner (fig.18), presente nella prestigiosa Tate Gallery, mentre Odoardo Fischetti con La presa di Capri ad opera dei Francesi (fig.19), conservato a Napoli, nel museo di San Martino, rievoca un preciso episodio storico.
Di Giuseppe Casciaro proponiamo tre dipinti (figg.20–21–22) dal vivace cromatismo, qualità presente anche in Antonino Leto (fig.23) e Luigi Crisconio (fig.24).

02 - Giacinto Gigante-Casa rustica ai piedi del Monte Solaro - Napoli, museo di Capodimonte
03 - Giacinto Gigante-Marina Grande di Capri - Napoli, museo di Capodimonte
04 - Giacinto Gigante-Capri da Massalubrense - Napoli, museo di Capodimonte
05 - Giacinto Gigante-Capri - Napoli, collezione privata
06 - Consalvo Carelli-Barche di pescatori con Capri sullo sfondo - Napoli, museo di San Martino
07 - Consalvo Carelli-Lo scoglio delle sirene a Marina Piccola Napoli, museo di San Martino
08 - Consalvo Carelli-Marina di Capri - Napoli, museo di San Martino
09 - Consalvo Carelli - Capri dalla strada di Marina grande - Napoli, museo di San Martino
010 - Salvatore Fergola-Marina di Capri al chiaro di luna Napoli, Palazzo Reale
011 - Salvatore Fergola-Notturno a Capri - Napoli, museo di Capodimonte
012 - Nicola Palizzi-Capri - Napoli, Accademia di Belle Arti
013 - Vincenzo Caprile-Capri -Napoli, collezione privata
014 - Vincenzo Migliaro - Capri - Napoli, collezione privata
015 - Saverio Della Gatta-L'isola di Capri dal monte Solaro - Roma, collezione privata
016 - Attilio Pratella-Chiesetta a Capri Napoli, collezione privata
017 - Jakob Philipp Hackert-Capri Caserta, Palazzo Reale
018 -William Turner-Capri vista da Napoli con il Castel dell'Ovo - Londra,Tate Gallery
019 - Odoardo Fischetti-La presa di Capri ad opera dei Francesi (Napoli, Museo di San Martino)
020 - Giuseppe Casciaro-Arco naturale di Capri - Napoli, Collezione Banco di Napoli
021 - Giuseppe Casciaro-Capri, la chiesa di San Michele  - Napoli, Museo di San Martino
022 - Giuseppe Casciaro-Capri, Marina Grande Napoli, museo di San Martino
023 - Antonino Leto-Marina Grande di Capri - Milano,  collezione privata
024 - Luigi Crisconio-Via di Capri (Roma , collezione privata)
Passiamo ora a mostrare le opere di una serie di pittori italiani meno noti (figg. da 25 a 31), poscia cediamo il passo ai tanti artisti stranieri innamorrati di Capri (figg. da 32 a 46), per chiudere in bellezza con il quadro di Carmelina (fig.47), conservato gelosamente in una delle più importanti collezioni italiane.

025 - Michele Federico-Mareggiata a Capri - Italia collezione privata
026 - Gustave  Lino - Scogliera caprese- Italia collezione privata
027 - Rossella Baldino - Faraglioni- Italia collezione privata
028 -  Carlo Ciappa - Panorama su scogliere e faraglioni- Italia collezione privata

029 - Alessandro Catuogno - Archi di Capri - Italia collezione privata
030 - Autore ignoto-L'isola di Capri Roma, collezione privata
031 - Autore ignoto -Veduta della flotta napoletana di Gioacchino Murat alla presa di Capri -Napoli, Palazzo San Giacomo
032 - Andreas Achenbach-Veduta di Capri Wuppertal, Von-der-Heydt Museum
033 - Arthur Glennie-Il centro urbano di Capri dalla strada per Villa Jovis Roma, collezione privata
034 - Hay - Scorcio di Marina grande - Europa, collezione privata
035 - Carl Heinrich Reinhold - Veduta di Capri- Europa, collezione privata
036 - Carl Wilhelm Gotzoff - Veduta di Capri da Massalubrense- Europa, collezione privata
037 - Christen Kobke - Marina piccola - Europa, collezione privata
038 - Claude Felix Theodore d'Aligny - Veduta di Capri- Europa, collezione privata
039 - Friedrich Christian - I Faraglioni da Marina piccola- Europa, collezione privata
040 - Heinrich Jakob Fried - Grotta azzurra- Europa, collezione privata
041 - Janus Andreas Bartholin la Cour - Punta Campanella vista da Capri - Europa, collezione privata
042 - John Robert Cozens-Capri dalla villa di Sir William Hamilton Londra, collezione privata
043 - Lancelot Theodore Turpin de Criss - Capri Colonia, Wallraf Richartz Museum
044 - Leo von Klenze - Chiesa di S. Stefano e borgo medioevale- Europa, collezione privata
045 - Peder  Monsted - Scena agreste- Europa, collezione privata
046 - Theodore Robinson-Capri (Madrid, museoThyssen-Bornemisza)
047 - Carmelina - Funicolare di Capri - Napoli collezione della Ragione

sabato 28 ottobre 2017

La Certosa di San Giacomo e la professoressa Elvira Brunetti

 fig. 1 - Certosa di San Giacomo Capri


Edificata nel 1371 per volere del conte Giacomo Arcucci su un terreno donato dalla Regina Giovanna I D'Angiò, la Certosa (figg.1-2-3) ospita il museo dedicato al pittore tedesco Karl Diefenbach. La struttura della Certosa fu edificata nel terzo quarto del Trecento grazie agli auspici del conte Giacomo Arcucci. L'impianto iniziale, poi soggetto nei secoli a profondi cambiamenti, presentava la classica partizione funzionale alla vita cenobitica: un'area destinata alla clausura e l'altra ai servizi, nel caratteristico stile tardo romanico che accomuna gli edifici isolani del periodo.
Sin dalla fondazione godé di ampi privilegi concessi dalla regina Giovanna che i monaci certosini riuscirono a mantenere nei secoli successivi, nonostante le alterne vicende che segnarono la vita del reame napoletano nei secoli XIV-XVI. Seppero far risorgere il monastero anche dalle incursioni piratesche, che flagellarono l'isola e la costiera amalfitana nella prima metà del Cinquecento, ricostruendo e ampliando il monastero con l'aggiunta del chiostro cinquecentesco.
Con Gioacchino Murat, nel 1808, i beni della certosa furono confiscati, e di essa venne fatta una caserma (1815), poi un ospizio e, dal 1868 al 1898, un soggiorno punitivo per militari e anarchici. Nella prima metà del Novecento la Certosa attraversò brevi momenti di attività (nel 1936, ad esempio, i canonici lateranensi vi avevano istituito un ginnasio) per declinare durante la seconda guerra mondiale con il conseguente allontanamento dei canonici.
Dal 1975 è sede del museo dedicato al pittore tedesco Karl Wilhelm Diefenbach, morto sull'isola nel 1913. Bisognerà attendere i primi anni Duemila per veder iniziare le opere di restauro all'intera struttura a cura della Soprintendenza napoletana. Fra le opere rimaste vi è un affresco del XIV secolo, opera del pittore fiorentino Nicolò di Tommaso. In tempi più recenti la Certosa è stata oggetto di ulteriori interventi di restauro e oggi è sede di mostre temporanee, convegni, concerti, rappresentazioni ed eventi culturali.


fig. 2 - Certosa di San Giacomo Capri


 
fig. 3 - Certosa di San Giacomo Capri

  • La Chiesa
Dedicata a San Giacomo (fig.4), per volontà del suo committente, il conte Arcucci, questo è l’edificio più alto e perciò dominante l’intera struttura della Certosa, appartenente all’originario impianto trecentesco.
Dal basso pronao ad arcata si passa nell’interno della chiesa a navata unica, divisa in tre campate, composte da mezzi pilastri e centine ad arco cordonate, concluse dalla suggestiva sequenza delle volte a crociera dallo spigolo vivo e terminante, sul fondo dell’aula, in un’abside semicircolare di epoca successiva. Il portale in marmo dell’ingresso, sormontato da una lunetta ogivale, racchiude il pregevole affresco trecentesco (fig.5) riconducibile a Niccolò di Tommaso,  raffigurante la Vergine con bambino in trono tra i Santi Bruno e Giacomo, il committente nell’atto di porgere il modello della chiesa e la regina Giovanna I in preghiera. Lungo le pareti e in controfacciata affreschi eseguiti tra la fine del XVII e il principio del XVIII secolo. Nell’angolo interno dell’arco ogivale, una colomba, dipinta direttamente su marmo simboleggia lo Spirito Santo

fig. 4 - Chiesa


 fig. 5 - Niccolò di Tommaso -   La Vergine con bambino in trono tra i Santi Bruno e Giacomo
  • Chiostro Grande
Il chiostro grande (fig.6) costituisce la parte centrale del nucleo detto “casa alta”, cioè lo spazio riservato alla clausura, intorno al quale sono disposte le dodici abitazioni dei monaci.
 Realizzato su disegno di Giovanni Antonio Dosio, presenta archi a tutto sesto poggianti su robusti pilastri che scandiscono il ritmo della galleria e creano un gioco di luci e ombre, accentuato dal nitore della pietra calcarea adoperata per realizzare arcate e coronamenti.
 Intorno al perimetro del chiostro corre un canale di raccolta delle acque piovane e, verso il fondo, un pozzo in pietra poggiante su di un’enorme cisterna visitabile, che ha il suo fondo a 21 metri sotto il livello di calpestio del chiostro, probabilmente di età imperiale.

fig. 6 - Chiostro grande
  • Chiostro Piccolo
Lungo uno dei tre lati della galleria si trova l’accesso al chiostro piccolo (fig.7), la più felice testimonianza dell’origine trecentesca della Certosa di San Giacomo. Qui le arcate poggiano su esili pilastrini con capitelli di spoglio di età romana e bizantina, liberati durante il restauro del Soprintendente Gino Chierici.
 Al di sopra della galleria che lo circonda, appare la mole barocca della “torre dell’orologio”, a base quadrata, sormontata dall’eccentrica cuspide triangolare; un tempo emergeva al di sopra del chiostro anche la coeva torre del campanile ma, poiché irrimediabilmente compromessa, venne demolita nel 1908. 
Le navate e il soffitto presentano frammenti di affreschi della prima decade del 1700. In controfacciata, datato 1699, l’affresco con San Giacomo nella battaglia di Clavijo (fig.8), episodio tratto dalla Istoria Campostellana. I profeti dei pennacchi e gli Apostoli della navata ricalcano modelli di Francesco Solimena. I due affreschi nell’abside rappresentano rispettivamente: la Trinità con schiera di Angeli e San Bruno che appare in sogno a Ruggero.

 fig. 7  - Chiostro piccolo

fig. 8 - Affresco con San Giacomo nella battaglia di Clavijo
  • Quarto del Priore
Situato a destra del chiostro grande, intorno al quale sono disposte le 12 celle dei monaci, il Quarto del Priore (fig.9), realizzato quasi certamente durante i lavori della prima metà del Seicento, è l’abitazione della guida spirituale della comunità certosina, che vi risiedeva in un ritiro pressoché totale. 
 L’appartamento, che oggi appare privo delle originarie decorazioni, gode di una vista mozzafiato direttamente sui Faraglioni, qui tutto, anche il giardino circondato da alte mura, era concepito per ispirare gioia e benessere e favorire il raccoglimento della preghiera. 
Intorno al chiostro grande sono disposte le dodici abitazioni dei Padri che formavano la famiglia certosina. Le case, costituite da un piccolo edificio su due livelli, coperto da una volta a crociera estradossata simboleggiante la croce, erano divise in: Ave Maria, stanza in cui era collocata una statua della Vergine, alla quale veniva rivolta una preghiera entrando nell’abitazione e cubiculum, dove si svolgeva la maggior parte della vita semplice di clausura, qui si trovavano un inginocchiatoio per la preghiera ed il letto. Ciascuna casa era poi dotata di un piccolo giardino circondato da alte mura che il Padre certosino curava personalmente.

fig. 9  -Quarto del priore
  • Museo Diefenbach
Il Refettorio della Certosa ospita dal 1974, per volere di Raffaello Causa, un piccolo museo (fig.10–11) dedicato a Karl Wilhelm Diefenbach, pittore tedesco giunto a Capri nel 1900.
Figura eccentrica, tra i preferiti di Francesco Giuseppe, Diefenbach (fig.12), poco incline alla vita borghese e portatore di un romanticismo carico di implicazioni espressionistiche, seppe raccontare Capri nelle sue enormi tele cupe, dense di magia e mitologia nordica, da cui emerge un rapporto profondo con le forze della natura primigenia, una maniera vicina, per lo spirito romantico che le pervade, a quella di von Marée
Delle trecento opere eseguite nell’arco dei tredici anni trascorsi a Capri, fino alla morte, una parte è stata generosamente donata allo Stato dai suoi eredi e oggi è possibile visitare la collezione comprendente 31 tele, 5 sculture in gesso e un ritratto.
Presso la Certosa da tempo trova ospitalità il liceo classico Publio Virgilio Marone (fig.13), reso celebre dall’insegnamento impartito per alcuni anni dalla mitica professoressa Elvira Brunetti (fig.14), la quale ha inculcato l’amore per lo studio a generazioni di studenti, molti dei quali hanno raggiunto nella società posizioni di rilievo; come Lucia Arbace (fig.15), somma storica dell’arte e direttrice del Polo museale dell’Abruzzo.

fig. 10  - Museo Diefenbach
 fig. 11  - Museo Diefenbach


fig. 12  - Autoritratto  Diefenbach 
fig. 13 - Liceo classico

fig. 14 -Elvira Brunetti


fig. 15 -Lucia Arbace soprintendente targa carriera da Vittorio Sgarbi