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mercoledì 9 marzo 2016

Due importanti aggiunte al catalogo di Giuseppe Marullo

01 - Giuseppe Marullo - Loth e le figlie - Napoli collezione privata

Su Giuseppe Marullo pesa ancora il giudizio negativo di Raffaello Causa, che lo definì ” un ritardatario ispido e legnoso”, per cui sul pittore è sceso l’oblio e pochi studiosi sono in grado di riconoscerlo agevolmente nel limbo degli ignoti, anche se oramai i suoi caratteri distintivi sono stati focalizzati dalla critica più avvertita e sono: quando sono presenti figure femminili, l'utilizzo prevalente delle stesse modelle e, patognomonica, la presenza sul volto di un'ombra parziale sulla guancia sinistra; mentre una caratteristica che contraddistingue tutti i Bambin Gesù realizzati dall’artista presentano la fila dei capelli, costantemente biondi, che sale in profondità nel cuoio capelluto, spesso accompagnata dalla mano che indica con uno o due dita una direzione.
Il risultato è una serie di attribuzioni fantasiose, che vengono continuamente proposte per dipinti da assegnare con certezza a Marullo, mentre autografi ineccepibili non vengono riconosciuti.
Tra gli errori più clamorosi questo Angelo custode (fig.10) di piacevole fattura, in collezione Onofri a Roma, già  impropriamente assegnato ad Agostino Beltrano, mentre Stefano Causa, lo aveva collocato giustamente nell’ambiente artistico ruotante attorno ad Artemisia Gentileschi negli anni durante i quali era impegnata alle tele della Cattedrale del Duomo di Pozzuoli. Di recente l’ex sovrano di Capodimonte lo ha attribuito a Marullo, mentre noi riteniamo senza ombra di dubbio che il dipinto debba essere assegnato ad Onofrio Palumbo, collaboratore della pittrice, per  raffronti con il collega… che compare nella Natività di collezione privata napoletana, con il personaggio in basso a sinistra nella Madonna della Purità di S. Maria Egiziaca a Pizzofalcone e, per un particolare del volto, con uno degli astanti ai piedi della Crocefissione della chiesa di Santa Maria Apparente (pur tenendo conto che questo ultimo dipinto secondo Porzio è opera di Francesco Glielmo). La tela romana è definita con una materia pittorica densa, che tende a coagularsi nell’incarnato, distendendosi poi al taglio della luce.
La biografia del Marullo è incerta, come il suo cammino artistico, soprattutto negli ultimi anni della sua attività, ai quali, fino all'uscita della mia monografia: Giuseppe Marullo opera completa (consultabile in rete digitandone il titolo) la critica aveva dedicato poca attenzione.
Parte della  sua produzione è caratterizzata «dal gesto teatrale e dall’espressione talvolta carica in maniera artificiosa» (Ascione), mentre in molte sue tele, come la Pesca miracolosa, il suo capolavoro, o il San Pietro, firmato, di collezione privata, le teste dei personaggi posseggono un imprinting caratteristico, allungato e spigoloso, che richiama prepotentemente il tipico stile del Greco pre spagnolo, probabilmente studiato dall’artista durante qualche visita di aggiornamento a Roma. Questa lampante similitudine è rimasta sorprendentemente a lungo misconosciuta dalla critica fino a quando non è stata evidenziata dal De Vito in una breve nota del 1984.



02 - Giuseppe Marullo - Loth e le figlie(particolare dei volti) - Napoli collezione privata

03 - Giuseppe Marullo - Loth e le figlie (particolare della brocca)- Napoli collezione privata

04 - Giuseppe Marullo - Loth e le figlie(particolare dei volti di Loth ed una figlia) - Napoli collezione privata

05 - Giuseppe Marullo - Loth e le figlie(particolare dela figlia a sinistra) - Napoli collezione privata

06 - Giuseppe Marullo - Loth e le figlie(particolare del cono d'ombra sulla guancia) - Napoli collezione privata

07 - Giuseppe Marullo - Loth e le figlie (particolare del volto di Loth) - Napoli collezione privata

08 - Giuseppe Marullo - Loth e le figlie (particolare dei piedi di Loth) - Napoli collezione privata


La rivalutazione dell'attività dell'artista è imperniata sulla comparsa sul mercato delle aste internazionali di alcune sue tele di altissima qualità, che hanno raggiunto cospicue quotazioni, come è il caso della Fuga in Egitto (fig. 11), battuta il 9 luglio del 2003 da Sotheby's a Londra, la quale, dopo un'accanita gara al rialzo, ha stracciato ogni precedente record di aggiudicazione per un dipinto di un minore... napoletano: 280.000 euro, come dire oltre mezzo miliardo delle vecchie lire; un ingresso trionfale tra i top ten della prestigiosa casa d'aste londinese. E dopo poco a New York è stato battuto un altro quadro di spettacolare bellezza, una replica con varianti  dell'Incontro di Rachele e Giacobbe di collezione Luongo a Roma, vendita che ha suscitato l'interesse di una raffinata platea di collezionisti internazionali.
Inoltre, anche sul mercato antiquariale, negli ultimi anni sono riemerse altre tele del nostro pittore, fino ad oggi un dimenticato stanzionesco, noto soltanto ai napoletanisti più esperti. Ma, dopo la scoperta delle sue ultime opere, individuate anche in collezioni private, la figura di Giuseppe Marullo esige una rivalutazione in senso critico, almeno della sua fase giovanile, la più esaltante. Non più un tardo e pedissequo imitatore dei modi stanzioneschi, come la critica a partire dal De Dominici lo ha sempre inquadrato, bensì una feconda personalità autonoma capace di fondere e rivisitare le maggiori parlate della pittura napoletana intorno alla metà del Seicento. Si tratta semplicemente di recuperare la posizione occupata dal Marullo negli anni, oltre cinquanta, della sua attività, quando godette certamente di buona fama, come dimostrato dalla presenza di numerosi suoi quadri negli inventari delle più importanti famiglie napoletane dell'epoca.
Presentiamo ora due inediti dell'artista, precisando che si tratta di passaggi dall'anonimato all'attribuzione certa sulla base dell'identificazione di alcuni segni distintivi che vanno ad integrare l'elenco delle molte tele datate e firmate.
Il rimo è un vero e proprio capolavoro: un Loth e le figlie (fig. 1) del quale nessuno era riuscito ad identificare la paternità, che richiama a viva voce la paternità del Marullo per vari dettagli, in primis il patognomonico cono d’ombra sulla guancia sinistra di una delle due figliole (fig. 6) del vegliardo (fig. 7), il quale ricorda altri personaggi con folta barba che ritroviamo in tele firmate o documentate del Nostro artista.(vedi nella mia monografie le tavole 2 – 4 – 9 – 17 – 18 – 37 – 38 – 48) e tra le immagini che proponiamo la fig. 11.
Molto accurati ed eleganti sono anche molti particolari,  dall’inserto di natura morta  posto in basso a destra della composizione alla sfarzosa brocca utilizzata dalla maliziosa figliola per inebriare il genitore ed indurlo all’incesto.
Di matrice riberiana i piedi di Loth (fig. 8), indagati nella loro bruttezza con spietato realismo, a differenza dei volti dolcissimi delle fanciulle (fig. 2 – 5 – 6), che si rifanno alle tenere rappresentazioni del miglior Stanzione.
Il secondo inedito che presentiamo è un Riposo durante la fuga in Egitto (fig. 9) di una privata raccolta romana, in attesa di pulitura, che possiamo collocare cronologicamente agli anni d’oro della produzione dell’artista, intorno alla metà del secolo.
Si tratta di un’iconografia raramente trattata dal Marullo ed oltre al già citato dipinto (fig. 11) dalla quotazione record possiamo citare nei depositi dell'Accademia delle Belle Arti a Napoli, in pessimo stato di conservazione,  è un Riposo durante la fuga in Egitto (fig. 12), di autografia border line, non citato da alcuna fonte, che cronologicamente può collocarsi in contiguità con la Sacra Famiglia, già nella chiesa di Santa Patrizia.

Achille della Ragione



09 - Giuseppe Marullo -  Riposo durante la  fuga in Egitto - Roma collezione privata

010  - Onofrio Palumbo - Angelo custode - Roma collezione Paolo Onofri

011 - Giuseppe Marullo - Fuga in Egitto - Londra Sotheb's  2003

012 - Giuseppe Marullo - Riposo durante la fuga in Egitto - Napoli Accademia di Belle Arti (depositi)

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