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venerdì 9 maggio 2014

Due dipinti inediti di Giuseppe Marullo



Marullo, la cui figura si è persa a lungo nel limbo degli stanzioneschi minori, dove fu collocato dal Causa, che lo definì un  "ritardatario ispido e legnoso"  ha viceversa un suo spessore, che è stato evidenziato di recente dal passaggio in aste internazionali di alcune sue opere di qualità molto alta e dal  contribuito di un' esaustiva monografia che ha fatto ordine nel suo catalogo, che in  precedenza si confondeva  con lavori  di Niccolò De Simone, di Pacecco De Rosa e dello stesso Stanzione.
La biografia del Marullo è incerta, come il suo cammino artistico, soprattutto negli ultimi anni della sua attività, ai quali fino all'uscita della monografia la critica aveva dedicato poca attenzione.
Parte della  sua produzione è caratterizzata «dal gesto teatrale e dall’espressione talvolta carica in maniera artificiosa» (Ascione), mentre in molte sue tele, come la Pesca miracolosa, il suo capolavoro, o il San Pietro, firmato, di collezione privata, le teste dei personaggi posseggono un imprinting caratteristico, allungato e spigoloso, che richiama prepotentemente il tipico stile del Greco pre spagnolo, probabilmente studiato dall’artista durante qualche visita di aggiornamento a Roma. Questa lampante similitudine è rimasta sorprendentemente a lungo misconosciuta dalla critica fino a quando non è stata evidenziata dal De Vito in una breve nota del 1984.
Presentiamo due inediti dell'artista, precisando che si tratta di passaggi dall'anonimato all'attribuzione certa sulla base dell'identificazione di alcuni segni distintivi che vanno ad integrare l'elenco delle molte tele datate e firmate.
Tra i caratteri patognomonici che facilitano il riconoscimento di dipinti autografi sottolineiamo quando sono presenti figure femminili, l'utilizzo prevalente delle stesse modelle e la presenza sul volto di un'ombra parziale sulla guancia sinistra; è il caso dell’Annunciazione conservata nella chiesa di San Paolo Maggiore, della Madonna del Pilar della chiesa di S. Antoniello a Port’Alba  e della Natività esitata nell’asta Sotheby’s del maggio 2008 a Milano. Tutti quadri considerati di ignoto e con certezza riconducibili al catalogo del Marullo.
Ed anche in questa interessante S. Caterina e l’angelo (fig. 1) della collezione Maggio di Mazara del Vallo l’attribuzione certa utilizza il riconoscimento del cono d’ombra sulla guancia sinistra della fanciulla come una sorta di firma criptata del pittore.
La tela versava in precarie condizioni di conservazione (fig. 2) e solo un accorto restauro è riuscito a far brillare gli antichi colori, aggiungendo un nuovo tassello al catalogo dell’artista.
Un restauro che si impone per il Davide e Golia (fig. 3), segnalatomi dallo studioso Egidio Valcaccia, dimenticato come anonimo in una sagrestia di una chiesa sorrentina, la cui autografia è resa possibile dalla figura femminile col copricapo bianco posta sulla destra della composizione, la quale è presente in molti altri quadri dell’artista, come ad esempio la Madonna col Bambino, S. Anna e San Gioacchino transitata anni fa a Roma sul mercato antiquariale.

Achille della Ragione

fig. 1 - Marullo - S. Caterina e l'angelo - Collezione  Maggio Mazara del vallo
fig. 2 - Marullo  - S. Caterina e l'angelo (prima del restauro)
fig. 3 - Marullo - Davide e Golia - Sorrento

100 inediti di pittura napoletana



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