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sabato 12 aprile 2014

Dalle regine ai pedoni il fascino degli scacchi



La grande metafora del potere


Nel 1972 il mondo intero assisteva attonito ad un capitolo della guerra fredda: la sfida in Islanda tra l’americano Bobby Fischer ed il russo Boris Spasskij.
I russi da decenni si succedevano sul trono di campioni del mondo di scacchi e la sconfitta contro il genio americano rappresentò un affronto ed umiliazione difficile da digerire. Fischer dichiarava che i movimenti dei pezzi sulle 64 caselle rappresentavano una guerra ed anche se tutti i giochi sono in certa misura un surrogato simbolico della violenza, nessuno più degli scacchi somiglia ad una battaglia svolta a tavolino, con due eserciti contrapposti pronti per l’attacco: i pedoni (la fanteria) in prima linea ed i pezzi pesanti (gli ufficiali) nelle retrovie. 
Ogni scacchiera mostra una società in guerra, per cui i nomi dei pezzi assumono sembianze diverse in India (dove il gioco è nato), in Medio oriente o in Europa.
I giochi da tavolo esistono da oltre 5000 anni, mentre gli scacchi sono più recenti. Nati in oriente, furono poi gli arabi a portarli in Europa, dove alcuni pezzi cambiarono fisionomia per riflettere la società locale. In India, ad esempio, ci sono gli elefanti, mentre in Islam, dove ci sono riserve sulla rappresentazione della figura umana, i pezzi sono astratti, in Europa invece hanno caratteristiche antropomorfe.
I pezzi in passato erano molto più grandi di quelli di oggi, intagliati con zanne di tricheco o denti di balena.
In Europa i pedoni raffiguravano i contadini, che nel medioevo erano carne da macello sui campi di battaglia, mentre i pezzi maggiori erano fortemente caratterizzati: guardie scelte, cavalieri, re autoritari e regine pensose. Il soldato a cavallo è una presenza costante in ogni epoca e paese. Alle estremità si dispongono le torri a presidiare il territorio.
Negli scacchi medioevali la regina non era un pezzo potente, si muoveva solo di una casella, mentre la sua sorella moderna è il pezzo più forte della scacchiera. L’alfiere nei paesi anglosassoni aveva le sembianze di un vescovo, che rappresentava uno dei poteri dello Stato.
Oggi nel mondo i giocatori di scacchi sono centinaia di milioni e tutti i grandi giocatori sono animati da una volontà di combattere ed hanno tutti l’istinto del killer.



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