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mercoledì 19 febbraio 2014

Un cantautore scatenato

Gigi D’Alessio


Gigi D’Alessio, nato a Napoli nel 1967 è uno dei più noti cantautori italiani. Ha già venduto oltre 20 milioni di dischi, conquistando un disco di diamante e più di 100 dischi di platino.
Nasce a Napoli il 24 febbraio 1967 e già da piccolo inizia a scrivere e comporre musica. Durante l'infanzia riceve alcune nozioni sulla fisarmonica regalatagli dal padre. Partecipa a feste patronali, comunioni e battesimi privati, che vedono l'artista nei panni di suonatore di piano-bar e nel 1992 diventa il pianista ufficiale di Mario Merola al quale dedica la canzone Cient' anne e interpretata con lo stesso Merola. Viene pubblicato il suo primo album Lasciatemi cantare, con buoni risultati di vendita, seguito da secondo lavoro Scivolando verso l'alto che vende 25.000 copie. Nel 1994 il produttore Vincenzo Malepasso produce il suo terzo lavoro Dove mi porta il cuore. L'anno seguente arriva il successo nazionale con l'album Passo dopo passo; un suo concerto al Palapartenope raccoglie 6.000 persone.
Nel 1997 viene pubblicato l'album Fuori dalla mischia da cui vengono estratti i singoli Chiove e Anna se sposa. Il concerto del 7 giugno 1997 allo Stadio San Paolo di Napoli accoglie 20.000 persone nella curva B.
Nella primavera del 1998 viene pubblicato il suo sesto album intitolato È stato un piacere. In giugno esce nelle sale cinematografiche Annaré per la regia di Ninì Grassia in cui il cantante interpreta il ruolo del protagonista (oltre a firmare la colonna sonora), al fianco di Fabio Testi e Orso Maria Guerrini. Annarè nella prima settimana di programmazione in Campania batte gli introiti di Titanic e "La maschera di Ferro" messi insieme, arrivando ad incassare nella sola Napoli circa trenta milioni di lire in ogni sala in cui viene proiettato.
Nel 1999 è la volta dell'album Portami con te, che contiene altri 11 brani inediti. Un altro traguardo importante è l'esibizione davanti al Presidente americano Bill Clinton al Gala del National Italian American Foundation.
Nel febbraio 2000 D'Alessio partecipa al Festival di Sanremo nella categoria Big con Non dirgli mai, che ottiene per mesi il più alto airplay radiofonico di tutte le canzoni in gara, mentre il relativo album Quando la mia vita cambierà (il nono) è già disco d’oro a quindici giorni dall'uscita (arriverà a superare le 800.000 copie). Un album che si rivela un hit maker, dopo il successo del secondo singolo Una notte al telefono e, in particolare, di Caro Bambino Gesù i cui proventi vengono devoluti all'associazione Action Aid, promotrice delle adozioni a distanza. Stesso successo per la tournée che, dopo una partenza europea (Zurigo, Neu-Ulm, Karlsruhe, Mannheim), tocca le maggiori città italiane per tutta l'estate fino al concerto record – 300.000 spettatori - di Piazza del Plebiscito del 19 settembre.
L'anno successivo Tu che ne sai, la canzone presentata alla 51ª edizione del Festival di Sanremo, porta subito alla conquista del primo posto della classifica dei dischi più venduti l'album numero 10 Il cammino dell'età, da cui sono tratti i singoli Mon Amour, Insieme a lei, Parlammene dimane, Il primo amore non si scorda mai. A fine giugno sul palcoscenico del 32° Premio Barocco Gigi incontra per la prima volta Sophia Loren che coinvolge in Reginella. Il duetto raccoglie uno share di cinque milioni di persone.
Nel luglio 2002 il singolo Miele anticipa il quinto album per la BMG Uno come te pubblicato in settembre. Quattordici nuove canzoni tra cui il successo Non mollare mai, il duetto con Anna Tatangelo Un nuovo bacio e Caro Renato, scritta come omaggio per Renato Carosone, il giorno della sua morte. Nel 2002 per Gigi parte il World tour con il tutto esaurito in tutte le tappe; tocca le principali città di Stati Uniti, Canada, Australia e le principali città europee.
Nel 2004 con l’album Quanti amori vince il disco di diamante e pubblica con Mondadori la sua autobiografia “Non c’è vita da buttare”. Nel 2005 di nuovo in tournèe per 6 mesi con apice la sera del 30 settembre in Piazza Plebiscito davanti ad una platea di 100.000 spettatori si esibisce con colleghi d’eccezione da Claudio Baglioni a Lucio Dalla. L’evento in onda su Canale 5 viene visto da 6.500.000 di spettatori.
Nel 2006 esce l’album Made in Italy, seguito l’anno successivo da Mi faccio in quattro e nel 2008 Questo sono Io. Nel 2009 esce un’altra sua autobiografia Questo sono Io, che l’anno successivo darà il titolo ad un suo show televisivo.
Il 10 dicembre pubblica insieme ad Anna Tatangelo e Valeria Marini l'album 3 x te, il ricavato delle vendite sarà devoluto in beneficenza. Formato da sei brani, l'album ripropone due canzoni di D'Alessio, due della Tatangelo e due brani cantati da Valeria Marini.
Il 14 febbraio 2011 si esibisce al Radio City Music Hall di New York, il concerto viene mandato in onda da Rai Uno il 4 e l'11 marzo. Durante il concerto riceve anche il premio "United States - Italy Friendship Award" dalla National Italian American Foundation.
Nel 2012 partecipa al Festival di San Remo con il brano Respirare cantato in coppia con Loredana Bertè.Sempre nel 2012 D'Alessio tiene un concerto interamente in lingua spagnola a Città del Messico presso gli studi Interlomas. Il concerto uscirà sotto forma di CD/DVD solo nel mercato latino-americano il 18 settembre dal titolo Primera fila. Il primo singolo estratto dall'album è Abre tus brazos in duetto con Cristian Castro. Un altro importante duetto è quello con Anna Tatangelo in Un nuevo beso. Gigi il 20 ottobre 2012 è stato ospite alla settima puntata di C'è Posta Per Te condotto da Maria De Filippi. Il 18 maggio 2013 Gigi D'Alessio è ospite ad Amici di Maria De Filippi esibendosi con Ylenia. I brani cantati sono Non dirgli mai, Un nuovo bacio e Non mollare mai.
Il 27 settembre 2013 è stato pubblicato il nuovo singolo "Ora", e su questo ultimo pezzo riportiamo una sua intervista.
Un nuovo disco all'insegna della «speranza» come parola d'ordine, un tour internazionale, uno show su Canale 5: questo e altro nell'agenda di Gigi D'Alessio, che con "Ora", titolo anche di una delle undici canzoni appena pubblicate nell' album, torna a concedersi all' affetto dei suoi fans. 
«Ad ogni lavoro si dice che questo è il frutto della maturità e lo sostengo anch'io, che a 46 anni non ho smarrito la voglia di andare avanti, di divertirmi, di raccontarmi alla gente, per mandare messaggi positivi. Qui c'è di tutto, autenticamente mio, dal funky al pop, dalla melodia alla lingua napoletana, con cui chiudo la scaletta, di "Si tumasse a nascere". lo vedo la musica come una bella donna da vestire, e il disco è un guardaroba, dove si trovano i diversi capi, da quello più sportivo, a quello elegante, casual o intimo. Importante è che la fattura sia sempre onesta e di qualità: oggi più che mai queste sono canzoni che nascono dal cuore». 
Proprio oggi che vanno di moda i duetti lei ha limitato le collaborazioni al duetto con Anna Tatangelo e ad un «featuring» di Enzo Avitabile?
«Ho sempre pensato che sia la musica a chiamarci, e non si debba mai creare a tavolino. Qui, a parte un rapido intervento di mia moglie, giusto un cammeo, in "Serpente a sonagli", mi sembrava giusto invitare soltanto Avitabile con i Bottari di Portico in "Notti di lune storte". Enzo, che ricordo di aver conosciuto ai tempi del conservatorio, è un musicista e una persona bellissima, lavorare con lui è stato un vero piacere, mi ha fatto scoprire una lingua, il grico, che non conoscevo». 
«Notti di lune storte» è un brano molto autobiografico. 
«È vero. Canto: "Mettilemie scarpe e viaggia come ho fatto io/ e vedrai che sono un uomo, mica sono un Dio". Quando giri il mondo i giorni passano e trovi i tuoi figli già cresciuti, io ho ricevuto tanto dalla vita e ho perso altrettanto, ma chi non commette errori? Non passare abbastanza tempo con i tuoi cari è il più grande». 
«Il falco e la rondine», invece, parla di violenza sulle donne. «il femminicidio è un dramma. Ma bisogna comunque sperare, senza speranza non c'è vita». 
«Ora» rilancia anche la sua attività internazionale.
«Da febbraio torno in Usa e Canada, a marzo in Italia, con date a Napoli, Palapartenope, il 25 e 26. Spero, poi, di aprire un fronte importante in Sudamerica, dove a dicembre parte una telenovela di 270 puntate, di produzione argentina, con la versione in lingua spagnola di "Quanti amori", in duetto con Andrea Del Boca, da quelle parti una star assoluta. Mi piace tutto questo, e mi piace ancor di più con i miei concerti dare lavoro a parecchia gente, indotto compreso». 
Il ritorno in tv è fissato per il 25 novembre su Canale 5 (con diretta radiofonica su Rtl): cosa dobbiamo attenderci?
«I dirigenti di Mediaset mi avevano chiesto due o tre serate, ho preferito concentrare tutto in una volta, per dare al pubblico qualcosa che non abbia momenti di minore significato artistico. La musica sarà protagonista, con ospiti e colleghi come Roberto Vecchioni, Alessandra Amoroso, i Modà, Bianca Atzei e diversi incontri a sorpresa, in cui ci esibiremo insieme, tra canzoni mie, classici napoletani e altro. Se avessi inteso fare un concerto saremmo andati in un altro luogo, mentre questo vuole essere un varietà e dunque, in diretta da Milano, oltre ad Anna al mio fianco vedrete anche Ale e Franz, Biagio Izzo, Paolo Bonolis e tanti altri, per due ore senza un attimo di pausa». 
Uscire con un disco adesso significa rinunciare a Sanremo. 
«Non ci ho proprio pensato. Al Festival sono stato già quattro volte e in due occasioni l'ho vinto, come autore, grazie ad Anna. Tra l'altro la mia prima volta fu proprio nel 2000, un'edizione curata da Fabio Fazio. Gli faccio i migliori auguri, anche se da allora non l'ho visto, né sentito più». 
Lei e la Tatangelo siete una coppia al centro del gossip. 
«Infatti, ormai quando scrivo canzoni d'amore devo fare attenzione, perché il mondo dei rotocalchi poi mi attribuisce di tutto, per cui ogni brano che scrivo e interpreto rischia di essere preso come una confessione, un'invettiva o altro». 
Poi vi è stato un grande show in due prime serate su Canale 5, D'Alessio, su questo show è stato scritto di tutto. 
«Comprese tante scemenze. Per paragonarlo a quello di Morandi all'Arena di Verona hanno detto che avremmo cantato in piazza del Plebiscito a Napoli, poi al Forum di Assago ... Si è parlato di due date, ma nessuno di noi l'ha mai. detto. Si tratta in realtà di un unico concerto, negli studi di Cologno Monzese, con la regia di Roberto Cenci e le coreografie di Marco Garofalo». 
In scaletta. ci sono quasi tutti i suoi classici, immagino ... 
«E anche alcune canzoni del mio nuovo album, "Ora";che guarda al futuro con il necessario ottimismo. Non se ne può più di vedere in tv gente che "spaccia" argomenti deprimenti». 
Avrete anche molti ospiti. Chissà quante canzoni ha dovuto sacrificare ... 
«Ho un repertorio di 300 brani, e stiamo facendo proprio in queste ore le prove dei tempi. Poi mi giocherò il jolly: ho un medley che può durare da tre minuti a quattro giorni. A seconda del tempo che  mi resta, lo stringo o lo allungo». 
Questo show segue «Questo sono io», trasmesso da Raiuno nel 2010, e spunta dopo le voci di una crisi fra lei e la - Tatangelo. Sembrerebbe quasi una risposta…
«Ma no, è che i giornali di gossip di noi dicono solo due cose: o siamo in crisi, o lei è incinta. Una noia mortale. Qui avremo modo invece di mostrarci per come siamo, e per quello che sappiamo fare. E darò il giusto spazio agli ospiti, con una generosità sul palco che credo di avere già dimostrato in passato». 
Come giudica il percorso artistico di Anna? 
«A 16 anni ha vinto Sanremo e neppure mi conosceva. Ne aveva 18 quando ci siamo messi insieme, e ancora si imponeva. Ha giocato molto sul look: trucco, vestiti ... Ma a quell'età chi non lo fa? Resta da capire se abbia fatto un affare o no a mettersi con me». 
Secondo Wikipedia lei ha venduto 20 milioni di dischi, ma la sua casa discografica parla di 13. Come mai? «La Sony parla solo dei suoi, ma io ho lavorato anche per Ricordi, Bmg e un'altra etichetta degli inizi, la Zeus». 
Ha mai fatto stime sulla pirateria? «Tempo fa si parlava di 12 copie pirata per ogni copia venduta Ma all'epoca potevi chiamare la Siae e dire: "Sono l'autore col codice X, mi dice quanti bollini avete staccato?". Era più semplice; ora la situazione è fuori controllo». 
In che senso? 
«Col digitale, i download, Spotify, ti. devi per forza fidare di quello che, quando vogliono loro, ti diranno. È una sorta di pirateria legalizzata che finirà con l'ammazzare la musica È poi c'è YouTube». 
Quanto le rende una canzone scaricata in digitale? 
«Non lo so, arriva tutto alla casa discografica So che YouTube versa 2.500 euro ogni 10 milioni di visualizzazioni di un brano. All'autore arriva l'8 per cento: faccia un po' lei i conti ... ». 

Insieme nella vita e sulla scena Gigi D'alessio e Anna Tatangelo
Nino D'Angelo al Bellini con Core pazzo


E poi uno spettacolo al Bellini "Core pazzo" di Nino D’Angelo, al suo quarto allestimento. "Core pazzo", per Nino D'Angelo è una sorta di spettacolo cult: «Il debutto, quello con la regia di Laura Angiulli, segnò una netta cesura con il mio passato», racconta l'«ignorante intelligente» che per qualcuno, nonostante l'ennesimo sdoganamento con Roberto De Simone al San Carlo, rimane ancora «un artista di serie B»: «Se la serie A è quella dei garantiti, dei soloni che tutto hanno studiato e nulla vedono intorno a loro, mi sta bene», ride amaro lui. «In fondo, questo spettacolo parla proprio di questo: dell' ex scugnizzo con il caschetto che è diventato altra cosa senza rinnegare quello da cui veniva, e del mondo che lo circonda. Quello che lo ha aiutato a crescere, quello che non gli ha mai dato una possibilità di crescere, chiuso in uno snobismo classista, e pure razzista»: 
Dal format di "Core pazzo" in qualche modo, è nato il talento di affabulatore verace di Nino, la sua capacità di comunicare la vita a volo D'Angelo, ma anche alcune canzoni entrate di diritto tra le sue cose migliori, dalla commovente «'O pate» («si scrive sempre e solo quella madre, anch'io l'ho fatto, ma poi da padre mi sono reso conto di quante parole non riuscivo a far venire fuori. Così mi sono imposto di raccontarmi in versi, senza pudore, senza vergogna, senza filtro») alla rabbiosa «Terra nera»: «Era stata scritta per Secondigliano, per Scampia, ora sembra nata per dire delle Terre dei fuochi. C'è sempre un'emergenza, una Gomorra o comunque la si voglia chiamare, una terra desolata nel presente di quella che un tempo ormai lontanissimo era la Campania Felix. Abbiamo sempre un blues da piangere, e non sempre, anzi quasi mai, è solo colpa nostra». 
Teatro musicale e non musical, lo spettacolo rivendica una sorta di inaffidabilità che si fa scelta politica: «Non so se dirmi avanti o indietro rispetto ai tempi, ma mentre sembra che la famiglia non conti più niente io parlo molto dei suoi valori, li metto in scena, li canto. E mi sembra di sfidare una tendenza modaiola, senza nessuna riflessione alle spalle». 
Intanto, il teatro va oltre il teatro, diventa cinema, racconto di un core pazzo pronto alla dimensione del docufilm: «Oggi si chiamano così quelli che un tempo dicevamo semplicemente documentari. Non so che cosa sia cambiato da allora, ma so che sono di gran moda, e non solo perché ormai ho un vero regista in famiglia, non parlo di me, ma di mio figlio Toni. Maurizio Sciarra mi ha chiesto di portare nei cinema, o dovunque andremo, la mia storia, pubblica e privata. Inizierà a girare proprio al Bellini, poi vedremo quanto tempo impiegheremo per le riprese, di che cosa avremo bisogno. Credo che insieme alla mia carriera, magari ai repertori di archivio, ci saranno anche delle ricostruzioni recitate, della fiction: forse attori nei panni di mio padre e di mia madre, ma dipenderà da Sci arra, mi affido a lui». 
L'exploit al San Carlo, intanto, lascia ancora aperti spazi di riflessione: «Sono tuttora pieno di quell'emozione. Perché sono entrato nel teatro più bello del mondo, e con me il pubblico delle terre nere. Perché il maestro De Simone si è fidato di me e mi ha mostrato una strada che mi piacerebbe . poter presto riprendere. Perché ho ricordato Sergio Bruni a dieci anni dalla sua morte; un anniversario colpevolmente dimenticato da tutti. Perché ho risposto con i fatti a chi mi accusava di essere indegno di quel palcoscenico». Difficilmente, però, rivedremo quello spettacolo con i segni di Paladino, i quattro ensemble in scena, la fanfara macedone: «È vero, costa troppo, l'ho prodotto tutto da solo, contando sull'incasso, ma non si può fare un bis così. Però sarebbe bello realizzarne una versione più agile e portarla in giro, me l'hanno chiesta, presto potrei decidere di ripartire così». 
E vogliamo concludere con un fatto di cronaca la così detta "Operazione D’Alessio" che ha viso all’opera per rintracciare dei Rolex rubati a casa del cantante una mezza dozzina di agenti segreti fan della musica neomelodica.
«Qualche giorno dopo il colpo», racconta a "L'Espresso" un agente che ha partecipato alle ricerche e che chiede l'anonimato «siamo stati contattati al Centro Roma Uno, che rappresenta il reparto d'eccellenza che si occupa di antiterrorismo. Ci hanno dato l'ordine di attivarci subito, per capire che fine avevano fatto gli orologi». 
Lo 007 e i suoi colleghi sono basiti, ma obbediscono, Per una decina di giorni sospendono le analisi sui gruppi eversivi per setacciare campi rom, pedinare sospetti e spremere ogni fonte che potesse dare qualche dritta. Alla fine l'attività sul campo dei James Bond dà i suoi frutti, e la refurtiva spunta fuori. I carabinieri della Compagnia Cassia, ufficialmente unica titolare delle indagini, sono abbottonatissimi, ammettono che parte della collezione è stata ritrovata «È una cosa rarissima», aggiungono, ma alle domande sull'intervento dell'AISI preferiscono non rispondere. Quello che conta è che l’"Operazione D'Alessio" abbia avuto successo: presto Gigi potrà indossare di nuovo i suoi amati orologi.

Gigi D'alessio e Anna Tatangelo

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