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mercoledì 8 gennaio 2014

Palazzi e fantasmi

Napoli: Piazza San Domenico maggiore


Il napoletano nel suo complesso rapporto tra la vita e la morte crede all'esistenza dei fantasmi e sono numerosi i palazzi dove secondo la leggenda dimorano indisturbati. Un luogo magico per eccellenza attraversato da 1000 leggende e il sottosuolo di piazza San Domenico, il vero epicentro della città dei misteri. Qui, nell'antichità sorgeva il tempio dedicato a Iside e probabilmente scorreva un fiume,  il Taglina, caro ai sacerdoti egiziani che scelsero quest'area, a pochi passi dalla statua del dio Nilo, per svolgervi le loro cerimonie. È in questo luogo, carico di energia che il principe alchimista Raimondo di Sangro decise di aprire il suo laboratorio. Era il sangue versato da Hiram Abif, l'architetto del Tempio di Salomone che ossessionava il celebre principe. Egli, tra le tante mirabilie che gli vengono attribuite, quando senti' non lontana la morte si lascio' tagliare a pezzi e si fece porre in una cassa, da cui sarebbe balzato fuori vivo e sano in un momento prefissato del futuro. Purtroppo i suoi familiari che nulla sapevano aprirono la cassa prima del tempo, per cui il principe, dopo essere risorto, si sollevò ma ricadde per sempre, gettando un urlo disperato. In piazza San Domenico nel 1590 i corpi di due giovani amanti Fabrizio e Maria, colti sul fattaccio dal marito geloso e straziati da decine di pugnalate e colpi di archibugio, Vengono esposti al balcone del civico n. 9 da allora un'ombra viene vista spesso aggirarsi per la piazza. E il fantasma di Carlo di Gesualdo, l'assassino, madrigalista e principe, amico di Torquato tasso. Davanti al palazzo della morte Carlo ritorna con il pensiero al terribile fatto di sangue che spezzò due giovani vita e sconvolse per sempre la sua. Un castello stregato pare sia Castel Sant'elmo, abitato da una folta colonia di fantasmi. Molto spesso infatti durante le notti di tempesta, dalla sagoma della fortezza si ascoltano sonore lamentazioni ed agghiaccianti rumori di catene. Le testimonianze del fenomeno sono state nel tempo tanto numerose, che la stampa cittadina se ne è occupata più volte con approfondite inchieste. Un altro luogo frequentato da anime inquiete è costituito da alcuni ambienti dello sterminato albergo dei poveri, che per molti anni hanno racchiuso a guisa di malefico serraglio, centinaia di poveri pazzi. Ampi finestroni, posti troppo in alto perché una persona da sola riuscisse ad aprirli, erano attraversati da sbarre di ferro raddoppiate ed intersecate tra loro. Il sole filtrava a stento attraverso vetri sporchi da sempre. Un sole sbiadito, opaco, malato, quasi avesse voluto condividere la sorte di coloro che sostavano lungo il camerone gelido. Anime con capelli radi o addirittura calve, con denti radi e marci, a piedi nudi, con addosso, d'estate e d'inverno gli stessi camicioni sporchi di urina, di sangue e di feci. Corpi afflitti dalla povertà e dalla malattia che una volta disfatti hanno liberato anime dolenti, che vogliono testimoniare, attraverso la loro presenza, un'eterna protesta per il dolore ed il totale abbandono in cui sono state costrette a pascolare, più simili alle bestie che agli uomini. Il nostro corpo è fatto di materia che dopo la morte non scompare, bensì si trasforma, restituendo alla terra gli elementi della sua materialità, A differenza dei nostri pensieri emozioni, fantasie, desideri, non vogliamo dire la nostra anima, che sembrano annichilirsi. Da queste semplici constatazioni la cultura popolare nella sua immaginosa sapienza, si è creata l'idea dei fantasmi e la loro presenza nei palazzi una volta da loro abitati, con i loro vissuti più intensi e separati dal corpo, brancolano disperati senza dimora, rifiutando di annullarsi del tutto. Per questo palazzo Donn' Anna dove tanti giovani, dopo aver saziato l'incontenibile fame sessuale della regina Giovanna, scomparvero, ingoiati da botole e pozzi, non si arrendono e quando il vento soffia forte sembra di ascoltare i loro lamenti. Così come, Nella grande villa all'inizio di via tasso, dove durante l'ultima guerra furono sterminate intere famiglie, e' quasi normale che tante coppiette in cerca di intimità tra le stanze disabitate, siano scappate, spesso in abiti succinti alla comparsa di anime in pena. A Napoli vi sono addirittura anche i fantasmi di animali, come il grasso maiale che periodicamente fa la sua comparsa sull'enorme cupola della chiesa della Pietrasanta terrorizzando i pazienti del vecchio policlinico E di passanti di via del sole e di piazza Miraglia. Non possiamo concludere un capitolo sui fantasmi senza un breve cenno a "O Munaciello", "A bella 'Mbriana" e ad Eusapia Palladino con i suoi ectoplasmi, ma abbiamo già trattato dell'argomento altrove e rinviamo il lettore che volesse approfondire alle pag. 75-77 del mio libro "Napoletanità arte miti e riti a Napoli" (I Tomo) consultabile in rete sul mio sito www.achilledellaragione.it 

Napoli: Maschio Angioino

Napoli: Albergo dei Poveri

Napoli: Palazzo Donn'Anna a Posillipo

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