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sabato 7 dicembre 2013

Un Mascalzone Latino

Vincenzo Onorato

Vincenzo Onorato, nato a Napoli nel 1957, figlio di Achille, grande armatore, è già alla 4^ generazione. Laureato in economia marittima ha ampliato la flotta di famiglia fondando, circa trenta anni fa la Moby, compagnia di navigazione attiva sulle tratte da e per la Sardegna. 
La famiglia Onorato è attiva nel trasporto marittimo dalla fine del 1800, quando i capostipiti Achille e Vincenzo Onorato avviano l’impresa armatoriale con due navi a vela per il trasporto tra la Sardegna e Napoli, “La Maddalena” e “Il Trovatore”.
All’inizio del 900 l’attività della famiglia Onorato prosegue con due navi a vapore chiamate entrambe Vincenzo Onorato.
Negli anni 50 viene fondata la Rimorchiatori Sardi, società di navigazione e rimorchio che opera con marittimi tutti sardi.
Nel 1959 nasce Nav.Ar.Ma. (Navigazione Arcipelago La Maddalena) con piccoli traghetti che servivano La Maddalena e poi l’Isola d’Elba.
Nel boom economico degli anni 60, Nav.Ar.Ma. intensifica i propri sforzi anche sul ramo merci e inizia a collegare Genova, Livorno, Civitavecchia e Piombino con Sardegna, Corsica e l'Isola d’Elba.
Negli anni 80 arriva la balena blu (Moby fu costituita nel 1985) con il collegamento Livorno – Olbia.
Nel 2006 viene acquistata la compagnia marittima Lloyd Sardegna, che collegava Piombino e Livorno con Olbia e Cagliari.
Il 19 luglio del 2012 si conclude la vendita di Tirrenia SpA, titolare del servizio pubblico di collegamento tra la Penisola, la Sardegna e la Sicilia, alla società Cin, appositamente costituita, di cui Moby detiene il 40% in qualità di azionista di maggioranza. Nel Gruppo Onorato sono in forza 302 sardi.
Vincenzo Onorato è il presidente di Mascalzone Latino, team velico da lui fondato nel 1993. La sua preparazione, la sua passione e il suo spirito marinaresco gli hanno permesso di affrontare con determinazione, ogni anno, nuove sfide, ottenendo numerosi successi che hanno portato Mascalzone Latino a diventare uno dei top-team della vela mondiale. Socio del Reale Yacht Club Canottieri Savoia, ha condotto la città di Napoli e l’Italia intera in due sfide di Coppa America (2003-2007) e attualmente è Challenger of Record per la 34ma edizione. 53 anni, napoletano, Vincenzo Onorato è soprattutto un uomo di mare. Il suo palmares velico conta diversi successi tra cui sei vittorie ai Campionati del mondo, tre nella classe Farr40 (2006 - 2007 - 2008), IMS (2000), Mumm30 (2000), Sardinia Cup ISAF Offshore Team World Championship (2006), la Giraglia, la Regata dei tre Golfi e la Copa del Rey. Nel 2007, a seguito dei numerosi successi ottenuti, è stato nominato Velista dell’anno.
Ha scritto sette romanzi, tra cui uno di fantascienza. Nessuno chieda a Vincenzo Onorato se ricorda quando ha visto il mare per la prima volta, perché non capirebbe la domanda : «È una cosa che fa parte della mia famiglia da sempre, non so neppure scinderla dal resto: al massimo riesco a ricordare quando mio padre mi insegnava a nuotare, legandomi alla vita una cima e calandomi in acqua dalla nostra barca, l'Alcyon». Quella volta aveva 4 anni: oggi che ne ha 50. l'armatore napoletano ha capito di non avere molto margine di autonomia per stare lontano dall'acqua. «Quando sono a Milano da un po' di tempo», dice, «mi accorgo che inizio a intristirmi, sempre di più: poi, magari per il lavoro, vado a vedere una nave e all'improvviso mi torna il buonumore».
Non che di occasioni per tenersi a distanza dal mare se ne sia create tante nella vita: a 13 anni le prime regate, a 24 la compagnia di navigazione Moby Lines, a 35 Mascalzone Latino, il sindacato con il quale ha partecipato due volte all'America's Cup ed è iscritto alla 33^ edizione. «Mio padre è stato l'ultimo armatore della famiglia che ha fatto questo lavoro a contatto con le navi. Oggi è un mestiere da manager, anche se non lo può fare uno che non ha una forte cultura del mare». La flotta Moby, tra rimorchiatori e navi, conta oggi una cinquantina di unità. Sulle fiancate dei suoi traghetti, al posto della balena blu sono dipinti i personaggi della Warner Bros: «Perché i nostri passeggeri sono le famiglie e le navi devono essere riconoscibili anche dai bambini». Le sue barche, invece, si chiamano tutte Mascalzone Latino, come l'album di Pino Daniele di cui Onorato si è innamorato all'inizio degli anni 90, battezzando così le nuove imbarcazioni e cambiando nome alle vecchie, che portavano i nomi dei personaggi dei film di Totò. Ma oggi Mascalzone Latino è pure il nome di un progetto cui Vincenzo Onorato tiene molto: una scuola di vela a Napoli, per ora "ormeggiata" al Savoia, il prestigioso Reale Yacht Club Canottieri Savoia, in attesa che sia pronta la sede di circa 800 metri quadri messa a disposizione dalla Marina Militare. «A regime potremo ospitare dai 120 ai 150 ragazzini, provenienti dai quartieri più disagiati della città, che potranno imparare ad andare a vela, fare i compiti e stare assieme, per poi tornare a casa loro la sera». 





Vincenzo Onorato

Ha le navi ma non ha i passeggeri. Ha le idee per tentare un inversione di rotta ma nessuno le vuole prendere in considerazione. Ma il cruccio più grande è che sta navigando a vista, che non è certo il massimo per un marinaio esperto come Vincenzo Onorato, che nella sua vita ha affrontato decine di tempeste riuscendo sempre a riportare la barca in porto. Mentre ora che sta navigando in una bonaccia che sembra senza fine, sogna di affrontare qualche burrasca con onde altissime e vento impetuoso convinto che soltanto dopo averla superata potrà finalmente scendere dal ponte di comando della compagnia marittima Moby e ritornare a godersi il mare sull’amata barca a vela.
La crisi sta sfiancando anche un duro come l’armatore della Moby, socio della nuova Tirrenia, che ora si chiama Cin (compagnia italiana di navigazione), che vuole fondere per rilanciarla e “sardizzarla” («Ragazzi avvicinatevi al mare, non lasciate che siano gli altri a gestire il vostro futuro»), perché nessuno vuole ascoltarlo ai piani alti, ma anche a quelli bassi, della politica. «Mi trattano come un nemico della Sardegna e pur di demonizzarmi sono riusciti a distruggere l’immagine turistica dell’isola con quello che ormai nell’immaginario popolare è purtroppo diventato un luogo comune: la Sardegna è cara, costa troppo. A chi l’hanno fatto il danno? Alla Moby? Alla Tirrenia? No, solo al nostro turismo che sta agonizzando».
Parole pesanti come macigni, quelle di Vincenzo Onorato, contro la classe politica isolana 
Ci è stato imposto l’abbandono del porto per permettere l’ingresso di altri armatori. Dove sono? Sono scappati tutti dalle rotte sarde e ora sono diventato, mio malgrado, un monopolista. Non è in questo modo che si può rilanciare il traffico marittimo, credo che i nostri politici dovrebbero approfondire il sistema che la Francia utilizza per la Corsica – ha aggiunto il proprietario della Moby –. E nello specifico, quelli della Sardegna dovrebbero fare un bagno di umiltà e studiare la Toremar, la compagnia di navigazione della Regione Toscana che opera in partnership con la Moby».
Ad un anno dall’acquisto di Tirrenia tra Onorato ed il socio Clessidra, che non è un imprenditore ma un partner finanziario cominciano i conflitti e si profila il divorzio. Ma possiamo  esserne certi alla fine Vincenzo vincerà.

Mascalzone latino


Moby



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