Pagine

domenica 8 dicembre 2013

L’amore tragico di Romeo e Giulietta

Romeo e Giulietta

di Marina della Ragione

Questa tragedia ha per oggetto l’amore e la tragicità dell’amore.
Quando lo sguardo di Romeo incrocia quello della dolce Giulietta, è amore a prima vista. Una passione divorante e profonda, ma proibita: le loro famiglie, infatti, sono mortalmente nemiche. Il destino fa di tutto per separarli, e solo l'ombra della notte permette l'incontro dei due giovani amanti. E l'incanto assoluto che li unisce in segreto su un balcone in una profumata notte veronese. Un paradiso, destinato però a non conoscere la beatitudine dell'eternità. L'immortale capolavoro di William Shakespeare, la più grande e sofferta storia d'amore della letteratura di tutti i tempi. Da questo momento in avanti l’amore e Romeo e Giulietta faranno tutt’uno nell’immaginazione di tutti. È di scena l’amore puro, rarefatto e senza condizioni, sembrerebbe neanche sotto l’ipoteca sessuale: a questo riguardo l’amore maturo e adulto di Antonio e Cleopatra potrà costituire la verifica realistica se Romeo e Giulietta ne è la trattazione idealistica o romantica. Certamente il Romanticismo si è impadronito dell’opera e l’ha fatta propria: ma altre sono le sue radici e il suo spazio simbolico di fondo. In controluce c’è l’idea d’amore del Rinascimento con i suoi riferimenti neoplatonici di radice italiana passato ai poeti della Pléiade e certamente noto a Shakespeare che edificando una concezione del sentimento amoroso su forti basi idealistiche e quasi mistiche, che non riguarda solo i sentimenti umani, ma tutta la concezione del cosmo. L’amore fra i due adolescenti si esprime anche con un vocabolario religioso e mistico cui la presenza di Fra Lorenzo dà quasi il carisma del mistero religioso.
Montecchi e Capuleti, famiglie veronesi offuscate dai soldi e dall’orgoglio smodato ed egocentrico, lasciano scorrere gli anni alimentando un odio recondito l’una verso l’altra, e senza permettere spiragli di chiarimento.
Sotto l’ombra di quest’odio sono cresciute le generazioni giovanili, intolleranti tra loro quanto gli stessi adulti; ma per quanto i due casati non possano prendersi nemmeno in fotografica (o in dipinto onde evitare anacronismi di natura tecnologica) un tenue filo sembra unirli segretamente: l’amore tra i rispettivi figli: la dolce Giulietta, e il baldo Romeo. Queste nobili famiglie si osteggiano da generazioni per il controllo della città e per il dominio economico e politico del territorio. Nel prologo della storia, la rivalità si è sempre più spesso trasformata in vere e proprie risse tra le strade della città turbando la quiete pubblica. Durante la rissa che apre la tragedia interviene il Principe della città il quale annuncia che, in caso di ulteriori scontri, i capi delle due famiglie saranno considerati responsabili e pagheranno con la vita. Quindi fa disperdere la folla.
Paride, un giovane nobile, ha chiesto al Capuleti di dargli in moglie la figlia Giulietta. Capuleti lo invita ad attirarne l'attenzione durante il ballo in maschera del giorno seguente, mentre la madre di Giulietta cerca di convincerla ad accettare le offerte di Paride. Il rampollo dei Montecchi, Romeo, è innamorato di Rosalina che però ha deciso di prendere i voti e non può ricambiare l’amore di Romeo che di questo soffre enormemente. Mercuzio, (amico di Romeo) e Bianca e Baldassarre cercano invano di distogliere Romeo dalla sua malinconia, quindi decidono di andare mascherati alla festa nella casa dei Capuleti, per divertirsi e cercare di dimenticare.
Romeo, che spera di vedere la sua Rosalina al ballo, incontra invece Giulietta. I due ragazzi si scambiano poche parole, ma sufficienti a farli innamorare perdutamente l'uno dell'altra e a spingerli a baciarsi teneramente.
Prima che il ballo finisca, la fedele Balia rivela a Giulietta il nome di Romeo. Rischiando la vita, Romeo si trattiene nel giardino dei Capuleti dopo la fine della festa. Durante la famosa scena del balcone, i due ragazzi si dichiarano il loro amore e decidono di sposarsi in segreto. Il giorno seguente, con la complicità della Balia, il francescano Frate Lorenzo unisce in matrimonio Romeo e Giulietta, sperando che la loro unione possa portare pace tra le rispettive famiglie.
Purtroppo invece, le cose precipitano quando Tebaldo, cugino di Giulietta e di temperamento iracondo, incontra Romeo e cerca di provocarlo a un duello. Romeo rifiuta di combattere contro colui che è ormai anche suo cugino, ma Mercuzio (ignaro di ciò) raccoglie la sfida. Così tentando di separarli, Romeo inavvertitamente permette a Tebaldo di ferire Mercuzio, che muore.
Romeo, accecato dall'ira, uccide Tebaldo. Il Principe condanna Romeo solo all'esilio: dovrà lasciare la città prima dell'alba del giorno seguente. I due giovani sposi riescono a passare insieme un'unica notte d'amore. All'alba si separano e Romeo fugge a Mantova. Giulietta dovrebbe però sposarsi tre giorni dopo con Paride. Frate Lorenzo, esperto in erbe medicamentose, dà a Giulietta una pozione che la porterà a una morte apparente per quarantadue ore. Nel frattempo il frate cerca di raggiungere Romeo a Mantova per informarlo della situazione e aiutarlo a ricongiungersi con Giulietta. Ma sfortunatamente Romeo viene a sapere da Bianca del funerale di Giulietta prima che arrivi Frate Lorenzo. Distrutto dal dolore, Romeo si procura un veleno, torna a Verona in segreto e si inoltra nella cripta dei Capuleti, determinato ad unirsi per sempre a Giulietta nella morte. Romeo, dopo aver guardato teneramente Giulietta un'ultima volta, si avvelena e muore. Quando dopo poco Giulietta si sveglia, trovando l'amante morto accanto a lei, si uccide.
 “Dramma d’amore”, “storia d’amore maledetto “, “storia di due tristi amanti“, e via dicendo, su “Romeo e Giulietta” quotidianamente vengono messe centinaia di targhe chiarificatrici quanto ingiustamente riassuntive. L’opera scespiriana non è un commento così spicciolo, “Romeo e Giulietta” è innanzitutto poesia (essendo scritta per la quasi totalità in versi, a tratti anche ritmati), poi è l’esaltazione del sentimento umano, un’architettura stabile e inattaccabile come se giocasse su forze fisiche tanto numerose quanto di diversa intensità orientate tanto da annullarsi tra di loro. In origine c’è l’odio, così forte e sopra ad ogni cosa da portare solo pensieri di morte:, «…portami la spada, ragazzo. Ma come, quel vigliacco osa venire qui […] Ecco, per il sangue e l’onore della mia stirpe, non reputo un peccato colpirlo a morte.» (Tebaldo, Atto 1, sc. 5)
Non importa che cada qualcuno colpito a morte, la sola cosa che conta animati da quell’odio è che la famiglia e il nome vengano messi in salvo dal semplice pensiero di un disonore ipotetico.
"Romeo e Giulietta" è una storia emblematica di altri tempi; Due giovani che si amano immensamente e che non possono coronare il loro sogno d'amore a causa dell'opposizione delle famiglie e a causa della tragedia della loro storia. Romeo e Giulietta sono diventati il simbolo dell'amore con la A maiuscola, dell'amore ideale, del vero amore che tutti sognano e a cui tutti tendono l'animo e il desiderio. Un amore che sceglie di vivere nel tempo e oltre la vita, oltre la morte. Un amore che sopravvive oltre tutte le barriere, che nonostante la morte dei due protagonisti, vive nella memoria di tutti noi, per l'emozione, e l'eco che ha provocato nel cuore di tutti. Vi sono state varie riproduzioni sceniche nel teatro e varie trasposizioni cinematografiche, ma l'importante non è la loro qualità, è la storia di Romeo e Giulietta che sopravvive nel tempo. La fama di questo capolavoro shakespeariano è immensa, vuoi per le rese cinematografiche mirabili (eccezionali, per motivi diversi, sia quella di Zeffirelli che quella di Luhrmann), vuoi per la trama, così attuale e capace di raggiungere una vasta gamma di persone, dagli incurabili romantici ai più scettici. Shakespeare mescola abilmente elementi comici e tragici, accostando alle figure dei due innamorati quelle di altri personaggi che danno un tocco di sapore alla storia. La balia di Giulietta, fedele, affettuosa e logorroica, ci fa sorridere, così come Mercuzio, amico fraterno di Romeo, ci conquista con la sua arguzia, il suo intelletto e la pirotecnia verbale. L'ironia di Mercuzio è un efficace contrappunto alle sdolcinatezze di Romeo, e il suo monologo sulla Queen Mab è uno dei pezzi più interessanti dell'opera. Il linguaggio poetico è sicuramente il pezzo forte, non per nulla ci si ritrova a citare dei versi di "Romeo e Giulietta" pur non avendolo mai sfogliato. Giulietta che chiede a Romeo di rinnegare il suo nome e che si interroga sull'importanza che la gente dà ai nomi, la celebre similitudine della rosa, sono passi immortali, che mantengono il loro impatto emotivo intatto, senza subire l'usura del tempo. Il linguaggio stesso di Romeo, così vuoto e astratto nelle primissime scene, si evolve e si colora a mano a mano che il suo amore per Giulietta divampa. Si tratta di poesia raffinata, che non diventa mai arido esercizio stilistico. La maestria di Shakespeare sta nel mescolare tragedia e commedia, alta poesia e scherzacci da taverna (vedi lo scontro verbale tra la balia e Mercuzio)e a introdurre il lettore in una storia che ha la consistenza di un magma vitale.
A chi può consiglio la lettura in lingua originale, sbirciando magari la traduzione in italiano per aiutarsi, perché ne vale la pena.



Il famoso bacio durante la festa in maschera


La scena del “balcone”


La locandina del film prodotto da Franco Zeffirelli

Il remake del film con Leonardo Di Caprio

Nessun commento:

Posta un commento