fig.1 Luca Giordano - Diana e Atteone (Collezione privata, Cosenza) |
Il mondo greco antico, soprattutto prima di Socrate aveva un’idea dell’amore diversa dai Romani ed Afrodite era considerata la dea della bellezza e della seduzione, assieme alle altre divinità del Pantheon che simboleggiavano le nostre passioni. Nel panorama dedicato all’amore erano presenti anche Hermes, un dio ed Eros, un demiurgo.
Diana e Atteone - Diana (la greca Artemide) è la vergine del bosco e nel racconto punisce Atteone, il bel giovane, che aveva osato spiarla mentre faceva il bagno nuda con le sue ninfe, trasformandolo in un cervo, l’animale che lui stava cacciando e lo fa divorare dai suoi stessi cani. A dimostrare che chi si avventura in un territorio sconosciuto senza un’adeguata preparazione finisce per perdersi irrimediabilmente.
Giove e Callisto - Il mito racconta che per sedurre la ninfa Callisto, al seguito di Artemide, Zeus (Giove) assume le sembianze della stessa dea della caccia. La ninfa però rimane incinta e quando la dea se ne accorge la allontana. Malgrado la sua evidente innocenza, le punizioni per la ninfa proseguono: Era, moglie di Zeus, per gelosia la tramuta in orsa e le aizza contro una muta di cani. Prima che la sbranino, Zeus la salva tramutandola nella costellazione dell’Orsa maggiore mentre suo figlio, Arcade, diventa l’Orsa minore.
Apollo e Coronide – Coronide, regina dei Lapidi, viene sedotta da Apollo. In seguito, nonostante sia in attesa di un figlio da lui, si innamora di un uomo mortale, Ischi ed Apollo viene a sapere del rapporto segreto della ragazza, grazie ad un corvo che aveva lasciato a custode della fanciulla. Accecato dalla gelosia Apollo con una freccia uccide Coronide, ma quando si accorge che attende un figlio cerca disperatamente di salvarla. Non vi riesce però salva il bambino, che, con il nome di Esculapio diverrà il dio della medicina.
fig.2 Jacopo Amigoni - Giove e Callisto (Ermitage, San Pietroburgo) |
fig.3 Pietro Novelli - Apollo uccide Coronide (Collezione privata, Palermo) |
Venere e Marte sorpresi da Vulcano – Efeso (Vulcano) marito di Afrodite (Venere), sospetta che la moglie abbia una relazione con Ares (Marte). Decide allora di disporre sul talamo una rete invisibile, che imprigionerà i sospettati non appena vi si stenderanno. Così puntualmente avviene. Ares e Afrodite sono colti in flagrante. Efeso, rabbioso, convoca tutti gli dei per mostrare loro i due amanti. Il Pantheon si raduna e tutti esprimono costernazione di fronte all’evidenza dei fatti. Tutti, ma non Hermes che esclama: «Accetterei volentieri i vostri rimproveri pur di giacere con Afrodite, come sta facendo adesso Ares».
Pan e Siringa – Il dio Pan, figlio di Afrodite ed Hermes, insegue la ninfa Siringa per possederla, ma lei fugge e si trasforma in un canneto. Pan taglierà le canne facendone uno strumento musicale.
Ades rapisce Proserpina – Ades, il signore dei morti e delle ombre, rapisce Persefone (Proserpina), la figlia di Demetra, e la porta nella sua dimora sotterranea. Demetra si dispera e le sue preghiere vengono accolte dagli dei: Zeus stabilisce che Persefone passi una parte dell’anno (autunno e inverno) con Ades e l’altra (primavera ed estate) con la madre. Il mito è quindi legato al succedersi delle stagioni, ma ha anche significati ben più profondi, legati al rapporto madre.figlia. Demetra soffoca Persefone, l’ha rinchiusa nel cerchio asfissiante della madre, e Ades con il rapimento la libera.
fig.4 Giovanni Battista Carlone - Venere e Marte sorpresi da Vulcano (Pinacoteca civica, Savona) |
fig.5 Luca Giordano - Pan e Siringa (Walpole Gallery, Londra) |
Giove e Semele – Zeus è innamorato di Semele e le promette che esaudirà ogni suo desiderio. Era, come al solito gelosa, le tende una trappola: la induce a chiedere al signore degli dei di mostrarsi a lei in tutto il suo splendore. Vincolato dalla promessa fatta, il dio supremo si manifesta nel suo fulgore e Semele rimane incenerita. Il mito testimonia un altro aspetto del rapporto con il divino. Quando si giunge direttamente a contatto con il potere numinoso senza adeguata preparazione si rimane annichiliti. Dal punto di vista della filosofia ermetica e junghiana questo mito testimonia anche l’impossibilità di entrare direttamente in contatto con l’inconscio che, essendo molto più forte dell’Io razionale, lo travolge, annientandolo.
fig.6 Valerio Castello - Ratto di Proserpina (Museo di Palazzo Reale, sala delle Udienze, Genova) |
fig.7 Paolo Pagani - Giove e Semele (Moravska Galerie, Brno) |
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