Lettera pubblicata su L'ESPRESSO n.50 2013 a pag.150 |
Cara Rossini,
il cimitero dove mio padre riposa è a 60 chilometri dalla città dove viviamo e Alex, il nostro cane, fece quel percorso di notte, raggiunse il cimitero, vi entrò e rimase lì, anche in seguito, sottraendosi ad ogni possibile recupero da parte nostra. Divenne un cane di strada, così come per strada mio padre l'aveva raccolto. E ogni giorno tornò a trovarlo e a sdraiarsi sulla sua tomba fino a quando qualcuno non provvedeva a mandarlo via. Ma, dopo qualche tempo, la sua storia, delicata e commovente, era diventata talmente nota che alla fine le autorità lo lasciarono vegliare il suo padrone, in santa pace. Da quel momento Alex non si mosse più: beveva l'acqua che gli davano ma non accettava il cibo che veniva messo lì per lui. Divenne magro, lo scheletro di un fox terrier che vegliava il suo padrone. Ed un giorno morì, per raggiungerlo.
Nessuno può convincermi che quell'incontro non fosse uno speciale incontro già avvenuto altrove e, diversamente, prima su questa terra: incontro di anime, di pensieri, oserei dire una "ricongiunzione". Nessun amore fu più sincero e grande di quello sbocciato quando mio padre incontrò Alex e quel cane incontrò lui. E nessuno dei due avrebbe mai fatto a meno dell'altro. Sinceramente, credo, neppure mio padre.
Ogni volta che invio a casa dei panni da lavare,la mia cameriera li fa annusare ad Attila, il mio fedele rottweiler, che mi aspetta da oltre due anni. Attila crede che stia per ritornare a casa e corre a mettersi vicino al mio letto sul tappetino persiano dove era solito dormire accanto a me e mi aspetta per tutto il giorno. Solo la sera, deluso e senza toccare cibo, si ritira nella sua cuccia.
Achille della Ragione
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Questa lettera è solo un brano di un testo molto lungo che ho ricevuto da un detenuto del carcere di Rebibbia di Roma, un ginecologo condannato a dieci anni con l'accusa di aver praticato aborti clandestini. Benestante e molto conosciuto negli ambienti intellettuali napoletani, dopo tre anni di latitanza Achille della Ragione si è fatto tradire dalla sua passione per la scrittura. È stato infatti arrestato in un Internet point romano da dove aggiornava Il suo blog. Ora continua a scrivere dal carcere mandando quotidianamente lettere sui più svariati argomenti. Non ho resistito a questa, che oltre a darei una testimonianza diretta di un amore che supera la morte, ci dipinge con pochi tratti la struggente nostalgia del rottweiler che aspetta il ritorno del suo padrone. Chiunque abbia avuto accanto a sé un cane, sa di che grande amore si tratta.
Stefania Rossini
Perché non pubblica sul blog il testo integrale inviato alla Rossini, dal quale lei stessa dice di aver estratto il brano pubblicato?
RispondiEliminaIo gradirei leggerlo.
Grazie e tanti auguri
chiunque volesse scrivere al Dottor Achille della Ragione può farlo al seguente indirizzo:
RispondiEliminaRebibbia nuovo
VIA R. MAJETTI 70
00156 ROMA
inoltre consiglio "Storia del cane tra arte, letteratura e fedeltà, Da 15.000 anni il miglior amico dell’uomo"
http://www.guidecampania.com/dellaragione/articolo71/articolo.htm
Comincerà a pensare che io la stia perseguitando. Il fatto è che, da quando ho letto la sua lettera a L'Espresso, ho sentito il bisogno di parlare con lei perchè, amando profondamente i cani, sono sempre alla ricerca di qualcuno che possa capire l'importanza che hanno per me questi esseri meravigliosi.
RispondiEliminaCome Schopenhauer, non vorrei vivere in un mondo senza cani.
Ciro, una persona squisita, mi ha consigliato di leggere pagine scritte da lei e sto cominciando ad apprezzarla per molte altre ragioni.
Spero che passerà queste festività serenamente, nonostante la sua situazione, retto dalla filosofia e dalla fede che la distinguono.
Cristiana
Grazie Cristiana per le tue belle parole. Ti ho scritto sul tuo Blog se ti va contattami in privato a questo indirizzo memmina@icloud.com
RispondiEliminaBuon anno! Marina