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martedì 3 dicembre 2013

Amore e Matrimonio





Amore e Matrimonio
Il matrimonio è un’istituzione molto antica e serve a rafforzare il carattere monogamico della specie umana. Fino a pochi decenni fa ed ancora oggi in molte culture, era un affare tra parenti degli sposi, i quali si accordavano molto tempo prima della cerimonia, tenevano in sommo conto l’aspetto patrimoniale e l’amore era un dettaglio trascurabile, anche se alcune volte compariva tra i coniugi in maniera più miracolosa che sbalorditiva.
Per i Romani era molto semplice celebrarlo e ancor più facile farne cessare gli effetti, anche su iniziativa della donna, che era molto più emancipata di quanto molti studiosi del settore pensano e scrivano nei loro ponderosi trattati.
In seguito, con l’avvento del cristianesimo, la Chiesa lo ha trasformato in uh sacramento indissolubile. “finché morte non vi separi” ed ancora oggi la sua influenza morale si fa sentire oltre misura come su tanti altri argomenti con notevole contenuto etico, dall’aborto all’eutanasia.
Cerchiamo ora di capire il motivo che spinge, a parte l’amore, un uomo ed una donna ad unirsi in matrimonio e cosa è in definitiva questo istituto.
Una fuga dalla solitudine, una unione di forze per affrontare meglio le difficoltà della vita, un’opportunità per lasciare la casa dei genitori, un’ascesa sociale legata al nome o al denaro del partner, un’autorizzazione legale per procreare, un remediumconcupiscientiae, una forma particolare di cameratismo, un modo per sentirsi uguali agli altri, un’assicurazione contro la malattia e la vecchiaia, un escamotage per fare sesso a tutte le ore, l’unico modo per abbandonarsi all’adulterio, un preludio alla separazione e tra serio e faceto, potremmo proseguire all’infinito.
Ancora oggi l’influenza del danaro e del rango sociale hanno la loro validità, ma ancora più spesso l’amore o l’illusione dell’amore rappresentano la motivazione principale che spinge una coppia alla ricerca della felicità.
Oggi le forze della tradizione si sono affievolite e recedono in egual misura le leggi dello Stato ed i precetti della religione e tale situazione permette all’amore di dispiegarsi in nome della spontaneità e del sentimento.
I divorzi, che incalzano di numero, giungendo in alcuni paesi a rappresentare l’esito più probabile di ogni matrimonio, non vengono più considerati disdicevoli, anche se possono danneggiare l’altra persona ed ormai l’amore nella coppia, liberato da qualsivoglia vincolo sociale, giuridico e religioso, si presenta come sfida per raggiungere la felicità.
L’uomo alla ricerca della passione e dell’estasi, si attende dalla più genuina espressione dei suoi sentimenti una reviviscenza dell’amore romantico con tutto il corredo di imprevisti e di rischi, di gioie violente quanto appaganti.
Forse l’amore trova oggi, nel caos, la più genuina realizzazione ed è amore vero, non quello creato dalla fantasia dei Trovatori, il quale, dopo aver costituito un topos letterario, ha sedotto ed ingannato filosofia e religione, antropologia e psicologia, per trionfare come modello falso, ma accattivante negli spot pubblicitari e per indurre, con lo stereotipo della famiglia felice ad acquistare prodotti alimentari ed oggetti per arredare la casa.
Se avessimo chiesto in un passato ad un contadino cosa si aspettava da una futura moglie non avrebbe risposto certo l’amore, bensì una donna sana e saggia che gli avesse dato ed allevato una nidiata di marmocchi, che avesse saputo cucinare e tenere in ordine la casa. Un nobile cercava una sua pari per mantenere il suo prestigio, un imprenditore una donna con una buona dote per accrescere i suoi affari.
Il primo, ad inizio Novecento, a richiamare l’attenzione sull’amore fu Freud, anche se descriveva il sentimento come patologia ed il suo verbo indusse un esercito di persone a ricercare il benessere, non più sul letto dell’alcova, ma sul lettino dello psicanalista, fino a quando i Beatles con la loro canzone: “Allyouneedis love” (Tutto ciò di cui hai bisogno è amore) hanno dato nuova vita ad una passione da cercare con impegno.
Prima di parlare dell’attuale crisi del matrimonio dobbiamo fare un necessario cenno al matriarcato, il termine con il quale si indica un sistema sociale, ipotizzato da storici ed etnologi, pur senza seri elementi documentali, nel quale la donna sarebbe a capo del gruppo, un agglomerato di individui, da cui si originerà la famiglia.
Soprattutto nell’Ottocento, alcuni teorici dell’evoluzionismo supponevano che all’origine della società vi fosse stata un’orda promiscua, in cui, mancando ogni certezza sull’identità dei padri (Mater semper certa est, pater numquam) l’organizzazione dovesse essere necessariamente matrilineare.
Oggi il matrimonio attraversa una crisi irreversibile, che porterà in breve all’implosione della società prima e dello Stato poi. La caduta di ogni regola morale è alla base di questo marasma sociale e forse una parte della colpa va addebitata alla spasmodica ricerca dell’amore, perché oggi tutti sono alla ricerca non più della felicità dopo la morte, come promette la religione, ma prima della morte.

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