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mercoledì 20 novembre 2013

Tutto sul 1799

Anna Maria Rao


Anna Maria Rao, nata a Napoli nel1949, insegna Storia Moderna presso la facoltà di Lettere e Filosofia all’ Istituto Orientale  di Napoli. Dal 18 gennaio al 18 febbraio 1994 è stata "Professore visitatore" presso l'Università Autonoma di Barcellona, Dipartimento di Storia moderna e contemporanea. Dal 26 aprile al 26 maggio 1996 è stata "Professore invitato" presso il Centre de recherches historiques de l'Ecole des hautes études en sciences sociales di Parigi.
E' membro del Comitato scientifico della collana di studi storici "Mediterranea" per Edipuglia (Bari), del Comitato di direzione della rivista "Studi storici" e del Comitato scientifico della Società italiana di studi sul secolo XVIII; è socio corrispondente della Società nazionale di Scienze lettere e arti in Napoli, per la sezione di Scienze morali e politiche. E’ membro del Consiglio scientifico dell’Istituto italiano per gli studi filosofici.
Ha pubblicato Il Regno di Napoli nel Settecento (1984), L'«amaro della feudalità». La devoluzione di Arnone e la questione feudale a Napoli alla fine del '700 (1984). Esuli. L’emigrazione politica italiana in Francia (1792-1802) (1992) e, in collaborazione con Pasquale Villani, Napoli 1799-1815. Dalla Repubblica alla monarchia amministrativa (1995). La Repubblica napoletana del 1799 (1997).
La sua partecipazione al salotto di mia Moglie fu una sorta di lezione magistrale sugli avvenimenti di quel fatidico anno, che ha segnato indelebilmente la storia della città. Frutto dell'influenza della Rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche, la Repubblica napoletana del 1799 fu un momento cruciale non solo nella storia del Sud ma anche nella formazione dell'idea democratica italiana. Nonostante la sua breve durata, meno di sei mesi, gli eventi rivoluzionari misero in piena luce aspetti di fondo della capitale del Regno: l'arretratezza delle campagne, il paternalismo e l'incapacità di rinnovamento del potere monarchico, la funzione antirivoluzionaria di un clero che, nella persona del cardinale Ruffo, guidò le feroci bande sanfediste, l'isolamento della élite giacobina dalle masse contadine e dalla maggior parte del popolo cittadino. Tutto questo portò al fallimento dell'episodio repubblicano, col tragico sacrificio finale del fior fiore dell'intellettualità napoletana: Mario Pagano, Domenico Cirillo, Eleonora Fonseca Pimentel, Francesco Caracciolo e tanti altri. Patrioti e popolo si trovarono su fronti contrapposti all'inizio del periodo repubblicano e di nuovo, dopo una difficile convivenza, alla caduta della Repubblica. Ma per tutti essa significò, in primo luogo, dover imparare che cosa fosse e significasse la democrazia, e come fare a praticarla. 

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