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giovedì 21 novembre 2013

I personaggi di Giuliana

Giuliana Gargiulo

Giuliana Gargiulo, penna di punta de Il Roma è una mia temibile concorrente, infatti da anni si dedica a “fotografare” i personaggi napoletani che contano e li immortala nelle pagine del quotidiano e nei suoi libri. Immancabilmente questo fu il tema della conversazione conviviale di mia moglie Elvira ed in particolare si presentò il suo Napoli Donna un libro di ritratti fotografici di Augusto De Luca e interviste di Giuliana Gargiulo, pubblicato dal Centro il Diaframma/Edizioni Editphoto 1987, con prefazione di Lina Wertmuller.
37 illustri donne napoletane: attrici, cantanti, scrittrici, galleriste, manager, si raccontano. Tra queste: Concetta Barra, Luisa Conte, Elena Croce, Isa Danieli, Laura De Fusco, Teresa De Sio, Ida Di Benedetto, Maria Dragoni, Graziella Lonardi Buontempo, Marisa Laurito, Angela Luce, Pupella Maggio, Odette Nicoletti, Angela Pagano, Fabrizia Ramondino, Maria Luisa Santella, Lina Sastri, Maria Tipo.
Il libro è stato presentato con la mostra di fotografia: - al Centro Diaframma di Milano, il 30 novembre 1987 - al Museo Principe Diego Aragona Pignatelli Cortes (Villa Pignatelli) di Napoli, il 19 dicembre 1987 - agli Incontri Internazionali d'Arte (Palazzo Taverna) di Roma, il 7 marzo 1988, organizzata da Graziella Lonardi Buontempo - alla galleria fotografica Dry Photo di Prato, il 2 aprile 1988 - alla Camera dei Deputati Roma, il 6 dicembre 1995, inaugurata con la presentazione di Carlo Azeglio Ciampi e dell'On. Nilde lotti, alla presenza di Giorgio Napolitano.
Per far conoscere il personaggio ai nostri 25 lettori, ci serviamo di un “ritratto” di Giulio Baffi, altro ospite del cenacolo.
Elegante, raffinata, alle dita ha anelli con pietre colorate, al polso sempre due orologi che sembrano dover scandire il tempo veloce come fosse il Coniglio bianco di Alice. Lei sempre di corsa, «non a caso mi hanno chiamato via col vento» dice sorridendo. Pronta a prendere un taxi per recarsi a una "prima", una conferenza, un incontro. Sempre pronta a partire per luoghi lontani o vicinissimi. ma entusiasmanti a giudicare dalla sua allegria di viaggiatrice instancabile. Amica di molti Si rifugia nella sua casa accogliente piena di libri, di quadri antichi e moderni, di fotografie incorniciate d'argento, di porcellane e di oggetti, preziosi o semplicemente amati, come la collezione di elefanti che la "perseguita" da quando era ragazza. Giuliana Gargiulo, giornalista, scrittrice, memoria d'attrice che non dimentica, organizzatrice instancabile di incontri, presenza abituale negli spazi dove a Napoli si fa cultura. La sua assenza si nota. E forse è fuggita a Sorrento, dove ha casa di antica famiglia, dove trascorre l'estate con figlie e nipoti, accogliendo amici ad ogni ora. Costantemente indaffarata, potrebbe anche essere in India, in Giappone, in Cina, a New York, a Parigi, a Londra con la sua valigia e i suoi amici. «Ma anche da sola, perché la solitudine non mi spaventa, perché dovunque vai, anche nel deserto, puoi creare solidi rapporti di amicizia». E sempre «con Napoli nel cuore, grande passione di me sorrentina che qui passo tanta parte della mia vita: una città che amo anche così, sfatta, sguarnita, marcia, persa, ferita a morte, disgraziata, incompleta, zattera, spugna, presente sempre nei miei più di venti libri, viva e presente anche quando ne sono lontana, città difficile che sento come una donna amica, pulsante e imperfetta, che non cambierei mai con una qualsiasi Berna dalle tendine inamidate». inizia presto la sua giornata «perché sono mattiniera, e non mi piace star ferma, d'inverno sono principalmente dedita al lavoro: Interviste, scritture, e sempre, ogni giorno, immancabilmente cinema o teatro. L'estate invece è il tempo della pausa, della famiglia, dei pensieri, del sentimento, della memoria, quasi tutto il tempo il villa Gargiulo a Sorrento, con Eleonora ed Elisabetta le mie figlie ed i nipoti Camilla, Giovanni e Cristiana, dove faccio solo la mamma e la nonna". Si sottrae così alla sorridente fatica delle sue giornate convulse, in cui forte è la presenza dello spettacolo, «nato in me come fermento, come passione, come emozione quando ero bambina, quando la casa era continuamente animata da artisti. pittori. scrittori. musicisti, attori». Padre collezionista, amici come Roberto Pane, Asturi. Salvemini «con i quale sono cresciuta, fino alla licenza liceale». Lei ragazzina dal carattere vivacissimo, «ribelle, insopportabile, a scuola dalle suore: e a Salvemini che mi diceva di studiare per farmi una cultura rispondevo che non ne avevo il tempo perché dovevo studiare, giocando di paradosso impertinente» Lo spettacolo entra prestissimo nella sua vita, per presenze costanti in famiglia, amicizie come quella con Valentina Cortese o con Rossano Brazzi che recitavano d'estate ai Teatro Tasso. «Ricordo una volta che Rossano Brazzi doveva partire per Hollywood e mi chiese cosa volessi per regalo, gli dissi con aria indisponente, e anche supponente e presuntuosa: tutto quello che serve per fare l'attrice. Avevo nove anni e arrivò un pacco che mise in subbuglio Sorrento, dentro tutto quel che poteva rispondere ai miei sogni, dal mitico cerone Tan-zero della Max Factor alle ciglia finte, ai denti finti. ai posticci, alle parrucche, agli smalti, ai rossetti, a tutto quello insomma che una bambina cresciuta in una Sorrento di tempi lontani. in cui non c'era neanche una profumeria. poteva desiderare». Antefatto profetico, la piccola impertinente Giuliana non si ferma, ha pronti i trucchi necessari e fonda il "Teatri no dell'allegria", "piantai cioè due chiodi alle pareti del salotto di casa tanto grande da avere centocinquantatré quadri a parete ci appesi due lenzuola e, con i miei cugini e le mie cugine incominciai il mio lavoro d'attrice». Due spettacoli all'anno, a cui assisteva tutta la famiglia, «sempre un po' presuntuosa, scrivevo cose infami come "Il rubino fatato" con una protagonista di nome Loara e l'uomo era Omar», dice ridendo di questa sua lieta debolezza infantile e ricorda il vero inizio della sua carriera, leggendo un articolo di Federico Frascani ed Emilio Scalera "Eduardo cerca un' attrice" Cosi, dopo l'esperienza dei Gad con gli amici dell'università, Giuliana Gargiulo sì presentò al San Ferdinando per il provino fatale "Eravamo centodieci, con li cuore che ci batteva dall'emozione, poi fummo sessanta, dodici, sette, quattro, e fui scelta». Cominciò cosi la sua avventura con Il teatro. E quelle giornate di felicità, e poi quelle più faticose che seguirono, e la scelta dì lasciare il teatro per "fare famiglia", le ha raccontate nel suo libro-diario "Con Eduardo". «Tutti i giorni della mia vita il teatro e il cinema sono presenti; perché è questo il mio grande luogo dell'anima, del sentimento, della passione. é la forza più grande, la spinta morale, la ragione per cui mi piace vivere» dice senza temere eccessi d'enfasi, e precisa subito poi che però «al primo posto ci sono gli affetti e la famiglia». Sa di essere «molto sentimentale» e :non ne fa mistero, anzi é forza per lei la necessità degli affetti non meno della necessità di un universo culturalmente forte. Continuamente in un giro di amicizie che coincidono con questo suo mondo intellettuale, coltiva il sospetto di amicizie che dallo spettacolo si tengono lontano, «frullo di una educazione familiare che mi ha abituata al viaggio e a coltivare rapporti umani e interessi profondi. Ho viaggiato sempre molto, di recente sono tornata da sola da Buenos Aires, ho fatto quattordicimila chilometri di viaggio, mi sono iscritta a una scuola di tango. Mi piace insomma viaggiare, molto, ma mi piace molto frequentare gli amici». Ha frequentato con amichevole intimità personaggi come «Rudolf Nureyev con cui ho trascorso cinque anni di vita, girando parte del mondo, con Carla Fracci siamo amiche da ragazzine, lei con sogni di ballerina, io con quelli d'attrice. Mi faceva la Corte Renzo Arbore, con ingenua allegria di ragazzo quindicenne. ho una solida amicizia con Luca De Filippo che ho conosciuto bambino, e con Franco Zeffirelli con cui ho trascorso tanto tempo nella sua villa di Positano, con lo schivo Piero Tosi, con Lina Wertmuller. esuberante e vulcanica. e con tanti e tanti altri, persone famose che per me sono amici di casa». Elenca veloce i suoi ricordi e le persone più care con cui ha condiviso sogni e amicizia, con precisione sommaria perché poi tanti nomi le sfuggono. Ma tante sono poi le presenze. E si ferma a far cenno della sua vita quotidiana, «molto privata, molto misteriosa, perché qui in casa ci arrivano pochissime persone». La sua casa é calda, accogliente e non grandissima. con visibile e bello, un suo passato molto presente «e la passione per le collezioni, quella di elefanti iniziata a vent'anni. la raccolta di fotografie di teatro, le locandine. i bozzetti, tanti firmati da Nicoletti, Pescucci. Tosi, e tantissimi altri grandi costumisti. Tante fotografie, dappertutto, tappe della sua vita, ostaggio di visibili affetti, «a cominciare da quella di mia madre, presenza formativa della mia vita, e di Rudolf che mi manca tanto. Lucio Amerio che mi ha fatto scoprire l'arte contemporanea e i meandri di un difficile approccio, ed Eduardo naturalmente. con la prima fotografia fatta con lui, le sue lettere, le sue dediche, e quella dell'ultima volta che ci siamo visti". Sentimentale dichiarata, ancora una volta. dice di amare soprattutto il teatro. Volentieri legge un romanzo o un diario, «Truman Capote e Gore Vidal recentemente», qualche volta ascolta musica, «tutta la buona musica. da quella sinfonica alle canzoni napoletane. Ma Mina al di sopra di tutto» 

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