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martedì 6 agosto 2013

IL PRESIDENTE DEL PREMIO NAPOLI

Silvio Perrella

Silvio Perrella, siciliano di nascita (è nato a Palermo nel 1959), da tempo vive e lavora a Napoli. E’ un acuto critico letterario ma, nello stesso tempo, autore di alcuni libri: Calvino (Laterza 1999), Fino a Salgareda - La scrittura nomade  di Goffredo Parise (Rizzoli 2003) e  Giù Napoli (Neri Pozza 2006). Ha curato l’edizione di molti libri altrui ed in particolare il  Meridiano  dedicato alla produzione di Raffaele La Capria, pubblicato nel 2003.
Collabora a numerosi quotidiani e riviste specializzate, tra cui Il Mattino e L’Indice dei libri del mese. Dirige la rivista Mediterranea Mesogea.
La carica più importante che ha ricoperto è stata, dal 2007 al 2012, quella di presidente della Fondazione Premio Napoli, il concorso più ambito del sud Italia.
Durante il periodo in cui ha ricoperto la prestigiosa carica ha avuto il merito di aver ambientato le diverse edizioni del Premio in quartieri popolari come la Sanità o, addirittura, tra le tristi mura del carcere di Poggioreale:  questo andare in giro per la città, esplorandola, ha creato nel tempo un gruppo sempre più ampio di sostenitori.
Le sue improvvise dimissioni, un anno prima della fine del mandato, ha creato malumore nel  mondo della cultura ed ha posto all’opinione pubblica una spinosa domanda, con relativa, amara risposta, sul perchè in questa sfortunata città, coloro che fanno il proprio lavoro con passione, creando valore aggiunto in termini di sviluppo con nuove ed innovative idee, siano spesso costretti a dimettersi per motivi che vanno ricercati nella politica: tutto ciò, siamo convinti, porterà al declino ed alla perdita d’autorevolezza del Premio, che era divenuto prestigioso ed ambito.
Perrella fu ospite del salotto letterario di mia moglie Elvira insieme a Giuseppe Montesano: autore e critico si contrapponevano e completavano nello stesso momento. Bello come un dio greco, fece accelerare il battito cardiaco a più di una signora d’annata ma la frase che più colpì il pubblico fu: << Napoli, una città potente ma senza potere >>, una considerazione amara che indusse tutti i presenti ad una necessaria riflessione.

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