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martedì 20 agosto 2013

Bagnoli grida vendetta


panorama di Bagnoli


Gran parte del futuro di Napoli si gioca sulla destinazione che la classe politica, nazionale e locale, prima o poi, più poi che prima, deciderà di assegnare all’area di Bagnoli, all’isolotto di Nisida ed alla spiaggia di Coroglio, attualmente in uno stato di abbandono che grida vendetta, con gli scheletri dell’Italsider e della Cementir, ai quali si sono aggiunti di recente le ceneri della Città della Scienza, che una mano blasfema, attuando un piano criminale, ha dato alle fiamme, distruggendo i sogni di tanti bambini e le speranze di riscatto di una città capace di ferirsi a morte nell’indifferenza generale. Sembra lontana anni luce, ma all’inizio dell’ottocento la zona era un eden, tutta immersa nel verde, mentre la spiaggia si affacciava su di un mare invitante ed era frequentata dalle famiglie della buona borghesia, che possedevano a breve distanza le loro ville. Trascorrevano un tempo felice e mai avrebbero immaginato che un mostro d’acciaio, che produceva acciaio, si sarebbe impossessato di luoghi destinati, per vocazione spontanea, al godimento delle bellezze naturali poi invece venne l’ILVA ed all’inizio degli anni sessanta, quando era folle opporsi alle chimere della produzione di massa e del progresso, l’Eternit e la Cementir, che per decenni hanno significato riscatto sociale e stipendio per migliaia di famiglie della zona.
L’Italsider era la punta di diamante della siderurgia italiana e fu l’artefice della creazione di una classe operaia consapevole dei propri diritti, per trasformarsi, crollato il mercato, in una rocca forte comunista, che, mentre la flotta di Achille Lauro affondava, nell’indifferenza delle banche, ha divorato migliaia di miliardi dallo Stato, ha inquinato terra, mare e cielo, per divenire poi quel mostro ecologico inamovibile, per il disaccordo della classe dirigente, precludendo ogni progetto di rinascita della città, mentre potrebbe sorgere il più grande porto turistico del mediterraneo, con alle spalle alberghi di lusso, mentre Nisida potrebbe ospitare un casinò, attirando così una ricca clientela internazionale e producendo a pioggia benessere e migliaia di posti di lavoro.
Le tracce imbarazzanti di cento anni di fornace non sono concentrate unicamente in ciò che rimane delle fabbriche abbandonate, un totem disperato, come il braccio della statua della libertà che emerge allucinato dalla terra, come nel finale del celeberrimo “Il pianeta delle scimmie” e che solo un pazzo potrebbe ipotizzare di trasformare in un museo di archeologia industriale, ma le stigmate più velenose emergono dalla sabbia: amianto, arsenico, piombo, zinco, sostanze che evocano neoplasie, dermatosi, broncopatie. Scarti di antiche produzioni che richiedono una lunga e costosa bonifica di cui non si parla, pensando di poter ignorare il problema.
industrie dismesse

degrado in spiaggia
Nonostante il panorama di morte della speranza e di desolazione ubiquitaria, nonostante le macerie di quella che fu la Città della Scienza distrutta da furore dell’ignoranza, che sembrano simboleggiare il dominio della violenza sulla cultura, si percepisce il pollone di un’energia travolgente nella folla di giovani che, incurante del mare inquinato, affolla la spiaggia, prendendo il sole di giorno, per ritornare poi a trascorrere la serata fino a notte fonda approfittando dei numerosi ristoranti e della musica sparata al limite dei decibel mentre un alito di vento invita a sorseggiare un bicchiere di vino bianco freddo ed a consumare cornetti caldi appena sformato, contemplando ammirati le gambe affusolate di splendide ragazze in minigonna dalla falcata assassina.
Bagnoli è ancora viva e vitale, grazie a questi giovani e vuole mostrare con furore la sua disprezzata bellezza, costituita da spazi, panorami, facili vie d’accesso, ristoranti che a buon prezzo forniscono piatti di pesce fresco. Un luogo pieno di mare, di sole e di notti brave, a pochi minuti dal centro, asfissiato dai gas di scarico delle auto.
Vi è poi uno straordinario pontile, approdo un tempo di navi gigantesche, che protrude come artiglio sul mare e permette indimenticabili passeggiate con l’illusione di poter raggiungere a piedi le isole del golfo.
Dai giovani viene la vita, dai giovani promana la speranza che in futuro a Bagnoli possa essere restituita ai fasti del passato, producendo benessere fisico e spirituale e soldi tanti soldi.

pontile nord
pontile nord
l'arenile di Bagnoli

l'arenile di Bagnoli

movida notturna a Bagnoli




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