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giovedì 20 giugno 2013

Le mirabilie del regno vegetale




L’uomo nella sua smisurata superbia si è sempre considerato il re dell’universo, solo alcune antiche religioni più tolleranti, come l’induismo, hanno considerato il mondo animale degno di rispetto e considerazione, ma nessuno, neanche San Francesco, che parlava con gli uccelli e ammansiva i lupi ha glorificato il regno vegetale, nonostante costituisca il 99,5% degli esseri viventi, i quali sono in grado di vedere, ricordare, parlare tra loro e accudire ai propri figli.
La cosa più strabiliante è che già 500 milioni di anni fa abbiano trovato la più intelligente ed ecologica soluzione al problema energetico in quella fonte inesauribile, pulita e ubiquitaria, che noi solo da poco abbiamo cominciato a sfruttare, costituita dal sole.
Molte piante sono in grado di percepire la gravità, i campi elettromagnetici, l’umidità e ad analizzare numerosi stimoli chimici.
Se prendiamo in esame il tatto, vi è la zucca spinosa (sicyos angulatus) che ne possiede uno dieci volte più sensibile del nostro, mentre per la vista, pur prive di occhi, attraverso i recettori posti sulle foglie recepiscono stimoli visivi come la luce, della quale sanno discernere qualità e quantità.
Come pure sono in grado di scambiarsi messaggi riguardanti le condizioni dell’ambiente, le caratteristiche del suolo. La presenza di nemici.
sicyos angulatus

Studi recenti evidenziano una vita sociale complessa del tutto sovrapponibile a quella delle specie animali più evolute, nelle quali è sviluppato l’altruismo.
Se due piante vicine non sono nate dallo stesso seme, sviluppano le radici in modo da sottrarre al rivale più spazio possibile, viceversa lasciano alla altra sufficiente territorio per alimentarsi.
Lo stesso fenomeno in maniera macroscopica possiamo osservarlo in una foresta, dove al livello del suolo vi è il buio assoluto e prima che un seme caduto dal alto possa svilupparsi e raggiungere un’altezza tale da vedere la luce passano anni. Le piantine che sopravvivono è perché sono aiutate dai parenti adulti, i quali attraverso le loro radici cedono parte del nutrimento fino a quando non diventano autonome.
Un’altra proprietà che molte piante possiedono è la capacità di apprendere e ricordare.
Esiste una piantina: la mimosa pudica, la quale se toccata chiude le foglie, una reazione necessaria a spaventare gli insetti, ma che richiede energia; quando riconosce che uno stimolo non è pericoloso non chiude più le figlie.
Per quel che riguarda la memoria a breve termine, nella Venere acchiappamosche (dionaea muscipula) se un insetto tocca uno dei suoi sensori disposti sulle foglie, conserva l’informazione per 20-40 secondi e se un altro sensore viene toccato le sue fauci, scattano in un decimo di secondo per fa scattare la trappola.
Chi sa quante altre mirabile noi non conosciamo, perché abbiamo cognizione solo del 10% delle specie vegetali, mentre ogni giorno 150 specie si estinguono senza mai averle conosciute.
Sarebbe il caso di pensare ad una carta mondiale di tutela di questa ricchezza vegetale che altrimenti per colpa dell’uomo verrà distrutta.
Tiziana della Ragione
dionaea muscipula
mimosa pudica


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