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sabato 8 giugno 2013

La perfezione del creato come prova dell’esistenza di Dio

Dio crea gli elementi
miniatura del XIV secolo
 Parigi-biblioteca di Saint Geneviève



Tutto l’universo mette in mostra la meravigliosa armonia logica che ha guidato la mente suprema artefice della sua creazione, dal macroscopico al microscopico, dalla regolarità delle foglie alla struttura degli atomi, dalla perfezione del moto gravitazionale alla precisione nella sequenza degli amminoacidi che compongono una proteina.
Anche la mente più ingenua di un bambino può notare la bellezza dei fiori in un campo o il mistero di un seme che, gettato nel terreno, dà luogo ad una pianta. Le regolarità geometriche che si osservano in natura sono sbalorditive e fecero affermare a Galileo che le leggi fisiche sono scritte in linguaggio matematico, mentre Keplero, nella perfetta armonia intuiva come la mente del Creatore si fosse espressa seguendo un rigoroso modello geometrico.
Possiamo osservare queste caratteristiche in infiniti esempi, soprattutto nelle configurazioni spaziali delle molecole, come nell’acqua, dove l’angolo formato dagli atomi di idrogeno legati all’ossigeno misura 150° e basterebbe la variazione di un solo grado per cambiarne completamente le proprietà, fondamentali per l’esistenza della stessa vita.

la corolla di un fiore

Pianta di agave

Anche nei reticoli cristallini viene rispettata una simmetria geometrica, ma il massimo della perfezione possiamo ammirarlo nella molecola del DNA, base di tutto il mondo vivente, costituita da due filamenti (formati da fosfati e glicidi), avvolti in una doppia elica e uniti tra loro da coppie di basi (adenina-timina, citosina-guanina).
Un altro esempio di armonia preso dal mondo vegetale è la fillotassi: la distribuzione logica delle foglie sul fusto delle piante, la quale presenta sostanziali differenze a seconda delle necessità biologiche delle varie specie, come i girasoli che durante la crescita variano l’orientamento da est ad ovest nel corso della giornata per sfruttare al massimo i raggi del sole con una rotazione di 137,5°, movimento inutile dopo la maturazione. Una mirabilia che colpì anche l’attenzione e la fantasia dei popoli primitivi.
Spostandoci nel mondo animale una organizzazione intelligente dello spazio col massimo rendimento ed il minimo consumo ci è offerto dalle celle delle api, la cui forma esagonale produce lo spazio necessario per il miele con il minimo impiego di cera, consentendo l’utilizzo completo della superficie a disposizione.
La particolare forma di spirale logaritmica che abbiamo visto nei girasoli la ritroviamo identica nel nautilo, nelle conchiglie e nel volo del falco pellegrino.
Di fronte a manifestazioni così perfette di ordine, armonia e potremmo aggiungere bellezza, riscontriamo una finalità così smaccata che nessuno scienziato per quanto ateo, può negare.

Una spaccatura delle Dolomiti

Ammonite fossile

La stretta relazione che lega l’informazione genetica alla sua espressione fenotipica, il seme allo sviluppo della pianta, l’organo alla sua funzione sono innegabili ed oramai il concetto di teleonomia, propugnato da Jacques Monod nel suo celebre libro: ”Il caso e la necessità”, il quale riferiva tutto alla selezione naturale su strutture formatesi spontaneamente senza alcuna finalità precostituita, non trova più il credito indiscusso di cui ha goduto per decenni. Infatti, le più recenti ricerche nel campo della biologia evolutiva lasciano trapelare principi e regole che ancora non conosciamo compiutamente.
Riferirlo ad un’intelligenza esterna, che l’ha creato con leggi proprie è stato riconosciuto da sommi scienziati, in primis Einstein. La creazione non è stato un evento statico e immutabile, ma ha subito e subisce continue variazioni, compito della scienza è quello di ricostruire le tappe di questo dinamismo, in base alle informazioni di cui dispone, le quali aumentano giorno dopo giorno.
Il cielo stellato che ci affascina in una notte d’agosto è una rappresentazione di un remoto passato, che ha impiegato un tempo tale, prima di giungere ai nostri occhi, che molte di quelle stelle non esistono più.
La stessa terra sulla quale viviamo ha subito una serie di cambiamenti nell’atmosfera, nei mari, nei continenti, negli stessi esseri viventi che la popolano prima che si creasse un habitat adatto al formarsi della vita, ha conosciuto, terremoti devastazioni, cadute di meteoriti ed eruzioni vulcaniche. Nella lunga storia della vita si è passati dagli esseri unicellulari all’uomo.
Se ammiriamo le dolomiti, dobbiamo immaginarci una lunga storia geologica di centinaia di migliaia di anni. Solo l’uomo è in grado di apprezzare quest’armonica bellezza, ma non riesce a coglierne pienamente la finalità, salvo che non sia stato creato per dare un senso a questo straordinario progetto. Il suo smisurato orgoglio gli ha fatto credere a lungo di costituire il centro dell’universo e di avere anche un destino dopo la morte, prima che cominciasse ad insinuarsi il dubbio e a rendersi conto della sua caducità.
Sono pensieri che ci danno l’idea della nostra miseria della nostra nobiltà; sperduti nell’infinita immensità degli spazi, destinati a vivere un lampo a confronto dell’eternità, non riusciamo a credere che la nostra coscienza si sia accesa per caso, a contemplare un universo ostile o quanto meno indifferente al nostro destino.

Una penna di Pavone

Jacob Bouttats
La creazione degli uccelli e dei pesci
XVII secolo-Pamplona museo della Navarra


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