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martedì 3 aprile 2012

Nobel per la medicina a Edwards papà dei bimbi in provetta


6/10/2010


Pretestuose polemiche del Vaticano per l’assegnazione

In genere il premio Nobel per la medicina viene assegnato con decenni di ritardo e premia ricercatori sconosciuti agli stessi addetti al settore, scopritori di catene di aminoacidi o di frazioni di genoma.
Questa volta l’Accademia svedese, pur dopo trenta e più anni, ha insignito un nome famoso in tutto il mondo: quello di Robert Edwards, biologo, l’ideatore della tecnica di fecondazione in vitro, che ha permesso la nascita nel mondo di oltre 4 milioni di bambini, altrimenti condannati a non venire alla luce per l’infertilità di uno dei due genitori. Purtroppo non può condividere con lui la gloriosa onorificenza il suo compagno di avventura, il ginecologo Patrick Steptoe, scomparso nel 1988.
Il comitato che assegna la prestigiosa onorificenza ha inteso manifestare un chiaro segnale riconoscendo la libertà nella ricerca scientifica contro tutti i fondamentalismi, religiosi, ideologici e politici, che impestano gran parte del mondo.
L’unica voce dissonante nel coro di complimenti e felicitazioni, che da tutto il mondo giungono sul sito Nobel di Stoccolma, quello della Chiesa, sempre in prima linea nelle battaglie di retroguardia, che protesta vigorosamente in difesa di non si capisce bene quali valori etici calpestati.
E da oggi si riaccenderanno le polemiche sulla legge 40, che regola in Italia la complessa materia con una serie di restrizioni, imposte da oltre Tevere, che costringono le coppie desiderose di prole a defatiganti viaggi della speranza verso l’Inghilterra e la Spagna.
Del professore inglese ho un caro e vivido ricordo, avendo avuto modo di trascorrere con lui, ahimè alcuni decenni orsono, una settimana di full immersion in un corso di aggiornamento: persona simpaticissima, tipico inglese nei modi e nella cultura, consapevole dei problemi etici provocati dalla sua rivoluzionaria scoperta.
Ricordo che una sera, dopo aver sorriso al racconto di alcune barzellette scollacciate che la sera amavo elargire al dotto uditorio, chiarì il suo pensiero sulla spinosa questione:” il vero nemico non è la politica o la religione, ma l’evoluzione, che ha reso più difficile la riproduzione nell’uomo, aumentando l’infertilità maschile e riducendo ad un solo ovulo per ciclo la capacità nella donna di rimanere gravida, con conseguente difficoltà di impianto, che negli animali viceversa avviene con facilità. Col nostro lavoro abbiamo cercato di contrastare questa nefasta tendenza.

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