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domenica 1 aprile 2012

La poligamia nel XXI secolo

6/8/2010
Storia di un’istituzione tra cultura, etica e biologia

“La donna è monogama, l’uomo è poligamo” amava ripetere in duca Donnorso, un decaduto nobile napoletano alle riunioni del circolo dell’Unione. Una boiata naturalmente come quelle che si ascoltano in ambienti frequentati da soli maschi, ma per sentirne di ancor più vergognose bisogna consultare le raccomandazioni  dei libri sacri, dalla Bibbia al Corano. 
Oggi in dipendenza del decadimento dei costumi si diffonde sempre più un tipo di famiglia diverso dalla coppia monogamica propugnata dalla religione cristiana e che trova la sua giustificazione biologica in un egual numero di uomini e di donne in età fertile, la cosi detta armonia percentuale (consulta a tale proposito su internet il mio articolo Monogamia necessità o virtù?).
La famiglia occidentale è attualmente diversa da quella rappresentata dalla pubblicità del brodo Knorr o del budino Danone, seguiti dai costruttori di case che continuano a riproporre abitazioni adatte al suddetto modello: papà, mamma e due pargoletti di sesso diverso Oggi Europa e Stati Uniti sono popolate da single e da coppie senza figli, sposate o che coabitano, da famiglie con un genitore e figli, coppie dello stesso sesso, sempre più numerose, famiglie allargate in cui i partner sono in compagnia di figli di precedenti matrimoni e altri ne producono in seguito. Ora, tutto questo è tollerato e non costituisce un problema etico, perché allora tanto sbigottimento per la famiglia in cui un uomo ha più mogli e tanti figli? 
Nella religione musulmana, come è noto, è consentito il matrimonio dell'uomo con più donne, quello chiamato erroneamente poligamia, che significa invece solo matrimonio plurimo. Gli islamici ammettono esclusivamente la poliginia, cioè la forma di poligamia in cui l'uomo sposa due o più donne, e non la poliandria, nella quale è la donna a sposare più di un uomo.
Oggi in Occidente per la cultura e la religione cristiana la poligamia è condannata a livello giuridico e insieme disdegnata e vilipesa a livello di costume (a parte le barzellette). E questo anche se l'Antico Testamento non la respinge ufficialmente (motivo per cui i Mormoni ritengono legittimo praticarla). La chiesa cattolica ha duramente condannato la pratica della poliginia, mentre quella protestante è stata più tollerante e ha chiuso un occhio per i matrimoni plurimi di re, nobili e magnati  e per quelli praticati in casi di estrema penuria di maschi per cause belliche, come nel periodo della guerra dei Trent'anni, nella prima metà del '600, una motivazione che, sotto il profilo biologico, giustifica l’accoppiamento dei pochi uomini sopravvissuti con più donne. La storia dell’uomo è stata una storia di guerre, per cui continuamente si venivano a creare le condizioni di disparità numerica tra maschi e femmine tali da creare le condizioni, pur di perpetuare la specie, del matrimonio multiplo. 
Attualmente in Cina dopo la rivoluzione comunista, dal 1953, è permessa soltanto la monogamia, dopo che per secoli la poligamia era consentita, in Africa molti Stati, a maggioranza islamica la tollerano e solo alcune nazioni più evolute cominciano a vietarla; in India è ammessa per i cittadini musulmani. In ogni caso in tutto il mondo islamico non più del 3% dei matrimoni è poligamo, essendo divenuto molto costoso in un ambiente urbano.
Nell’antichità molti popoli  praticavano la poliginia: Indiani, Germani e Slavi, benché questa fosse una pratica riservata  prevalentemente ai nobili ed ai ricchi. Nel mondo  classico greco e romano il matrimonio monogamico era la regola, anche se poi il pater familias era circondato piacevolmente da schiave e concubine e le donne erano considerate giuridicamente inferiori e prive di diritti, alla stregua dei minori e degli schiavi. Tuttavia in quelle culture, benché monoginiche, la poliginia non era demonizzata e screditata come da noi, tant'è che il padre degli uomini e degli dei, Zeus, aveva tranquillamente due mogli ufficiali, Era e Latona, più tutte le avventure che gli si attribuiscono; Priamo, re di Troia, aveva anch'egli due mogli, Ecuba e Laothoe. 
La religione cristiana, per quanto favorevole alla monogamia,  non è da meno nel considerare la donna subordinata all’uomo e basta leggere quello che è scritto nelle Lettere di Paolo, al quale si deve gran parte della dottrina e confrontarlo con quel che scrive il Corano, ricordando che egli raccomandava ai vescovi di essere mariti di una sola moglie, segno evidente di un’usanza molto diffusa in quei tempi.
Dal Vangelo:
«Voglio che sappiate che capo di ogni uomo è Cristo e capo della donna è l'uomo e capo di Cristo è Dio...L'uomo non deve coprirsi il capo, essendo immagine e gloria di Dio, mentre la donna è gloria dell'uomo. Poiché non l'uomo deriva dalla donna ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna ma la donna per l'uomo. Per questo la donna deve portare un segno di dipendenza sul capo» (I Cor., 11 3; 11, 7-10).
«Le donne siano soggette ai loro mariti come al Signore, poiché l'uomo è capo della donna come anche il Cristo è capo della chiesa, lui, il salvatore del corpo. Ora come la chiesa è soggetta al Cristo, così anche le donne ai loro mariti in tutto» (Ef., 5, 22-25).
Dal Corano:
«Gli uomini sono un gradino più in alto (delle donne), e Dio è potente e saggio» (La Sura della vacca, II, 228).
«Sposate allora di fra le donne che vi piacciono, due o tre o quattro» (La Sura delle donne, IV, 3).
«Gli uomini sono preposti alle donne, perché Dio ha prescelto alcuni esseri sugli altri e perché essi donano dei loro beni per mantenerle; le donne buone sono dunque devote a Dio e sollecite della propria castità, così come Dio è stato sollecito di loro; quanto a quelle di cui temete atti di disobbedienza, ammonitele, poi lasciatele sole nei loro letti, poi battetele» (IV, 34).
Si tratta di corbellerie gigantesche ed è difficile stabilire quale libro sacro sia meno ridicolo ed antiquato.
La biologia con le sue regole ferree deve costituire una bussola per l’etica e nella specie umana la circostanza di un egual numero di maschi e femmine in età fertile, la precedentemente citata armonia percentuale, costituisce un presupposto imprescindibile per l’instaurarsi della monogamia. Inoltre un’altra condizione che spinge le coppie umane a divenire stabili, sviluppando caratteristiche che tendono a fortificare il rapporto, come la fedeltà e la gelosia, è legata al lungo periodo impiegato dai cuccioli... della nostra specie a divenire autonomi, un tempo paragonabile a quasi un terzo della vita, a differenza di molti altri animali, i quali, in un periodo molto più breve, diventano adatti al concepimento ed in grado di procacciarsi il cibo. Tutte le coppie animali restano unite fino alla maggiore età dei discendenti, una regola rispettata anche quando non si tratta di coppia, bensì di un rapporto poligamico, come nel caso del leone, che rimane in gruppo con le sue leonesse fino alla completa autonomia dei novelli re della foresta.
Di recente alcune scoperte genetiche hanno sorprendentemente dimostrato che per un lungo periodo della sua esistenza l’uomo ha praticato la poligamia, per un motivo biologicamente convincente, simile a quello che regola i rapporti sessuali dei gorilla o degli elefanti marini: pochi maschi, i più forti, che si accoppiavano con tutte le femmine, con la conseguenza di un miglioramento qualitativo della specie per via della diffusione per via ereditaria dei geni più efficaci. In particolare da tempo alcuni studi avevano dimostrato che il 4% degli elefanti marini maschi era responsabile dell88% delle copule del gruppo in osservazione.
In base a questi dati potrebbe sembrare che molti maschi siano inutili, perché ne bastano pochi per fecondare tutte le femmine ed alcune specie infatti ne hanno ridotto il numero, basta pensare al gallo in grado nel pollaio di soddisfare le esigenze procreative di tutte le galline. Nell’uomo ciò non è avvenuto ed un meccanismo mirabile ed in gran parte sconosciuto riproduce costantemente un egual numero di maschi e femmine in età fertile. Per creare questa uniformità, si tiene conto anche di una diversa mortalità tra i due sessi, infatti si è osservato che gli embrioni abortiti spontaneamente, nelle prime fasi della gravidanza, sono più frequentemente dei maschi, di conseguenza il rispetto della percentuale paritaria non avviene al momento della fecondazione, quando contiamo 170 maschi per 100 femmine, bensì nel momento più significativo, il periodo di maggiore fertilità, tra i 20 ed i 35 anni. 
La prospettiva di poter a breve scegliere il sesso dei propri figli, deve farci riflettere sulla circostanza che la scienza, con le sue incessanti scoperte, rende le nostre scelte sempre più difficili e che le chiavi del nostro destino sono in gran parte nelle nostre mani, se sapremo valutare correttamente i quotidiani cambiamenti provocati dal continuo progredire delle conoscenze.
Il poter leggere, grazie alle continue scoperte scientifiche, nel gran "libro" della natura le tracce inequivocabili di un ordine deve invitarci ad una profonda riflessione e la stupefacente maniera con la quale la natura programma il rapporto percentuale tra i sessi e di conseguenza la monogamia nella nostra specie ne rappresenta uno degli infiniti esempi. Il Newton nel porre termine al suo "Philosophiae Naturalis Principia Matematica", una tra le più importanti opere dello scibile umano, non ritenne fuori luogo dissertare sugli attributi di Dio, sia perciò permesso, ad un laico inveterato, invitare tutti a meditare sulla certezza che tali delicati meccanismi è assolutamente improbabile che siano sorti per combinazione ed il nostro destino in balia dei capricci del caso.

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