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martedì 3 aprile 2012

Finalmente Nobel di prestigio


12/10/2010

Finalmente quest’anno, dopo decenni di grigiore, si è tornati prepotentemente ad assegnare il premio Nobel a personalità di prestigio, che hanno lavorato per il benessere dell’umanità e soprattutto i nomi dei premiati dicono qualcosa al grande pubblico internazionale e non sono dei Carneadi sconosciuti.
A partire dalla medicina, che ha visto sugli allori il papà dei figli in provetta, alla fisica che ha gratificato ricerche sul materiale dei computer, alla letteratura che, dopo tanti vincitori noti nemmeno agli addetti ai lavori e tante astruserie geopolitiche di rotazione linguistica e culturale, ha visto in cattedra uno dei più celebri ed amati scrittori contemporanei.
La ciliegina finale è stata il Nobel della pace, dopo l’abbaglio dell’anno scorso di glorificare Obama, un onore inaspettato per un immarcescibile guerrafondaio emulo dei suoi predecessori.
Premiare oggi un martire della libertà di espressione è stato lungimirante.
Cinquecento anni fa un missionario gesuita italiano, Matteo Ricci, studiò il cinese e trascorse il resto della sua vita in Cina, criticato sia alla corte di Pechino che dai suoi superiori a Roma. Ed oggi viene commemorato tanto in Cina quanto in Occidente. 
Al diavolo il politically correct e la vigliaccheria. La decisione dell’Accademia norvegese e del suo coraggioso presidente meritano un’ovazione planetaria. E la liberazione di quanti marciscono nelle prigioni cinesi per reati di parola.

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