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giovedì 29 marzo 2012

Una squallida kermesse

16/9/2009

Da 63 anni, implacabile, si ripete il rito di miss Italia, una manifestazione che per via della televisione di Stato, che le dedica tre serate interminabili con oltre dieci ore di trasmissioni subisce una nefasta amplificazione mediatica, una vera e propria mortificazione per le donne con sessanta ragazze giovanissime costrette in stringati costumi da bagno, su vertiginosi tacchi a spillo ed un ridicolo numero sul petto a sfilare davanti ad un pubblico di milioni di spettatori, stimolando lubrici pensieri, né più né meno come sfilavano e purtroppo ancora sfilano le schiave nei mercati del sesso. 
Quest´anno a differenza del passato non si è superato ogni limite quando la giuria fece trapelare la necessità, per esprimere un ponderato giudizio, di valutare le terga delle fanciulle. 
Inutile farle danzare o recitare filastrocche, il pubblico vuole solo e soltanto vederle in abiti succinti. Finalmente il concorso aveva gettato giù la maschera, non certo una nobile gara tra signorine di buoni sentimenti, vergini e timorate di Dio, ma una gara spietata tra ragazze, quasi tutte minorenni, irretite da madri compiacenti e vanagloriose, rotte... ad ogni trucco ed espediente, un´esibizione indecente che umilia le concorrenti messe in bella mostra come merce in vendita al miglior offerente. 
La dimostrazione lampante che nella nostra società maschilista la strada della seduzione è quella più agile e veloce per raggiungere obiettivi, che vengono presentati dai mass media come straordinari traguardi e che viceversa rappresentano per la donna una mortificazione ed uno stato di permanente inferiorità. 

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