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sabato 31 marzo 2012

Trenitalia: dal disservizio all’estorsione

14/4/2010

Saliamo a Narni, ma potremmo essere saliti in altre cento ed ancora cento stazioni italiche prive di biglietterie, con macchinette automatiche guaste ed obliteratrici fuori uso. Gli onesti, siamo in tre, cercano il controllore per fare il biglietto, spiegando che non è stato assolutamente possibile farlo prima; gli altri, i furbi, una ventina, si disperdono tra i vagoni. 
Il controllore con ingiustificata prosopopea ci redarguisce a voce alta e ad ognuno infligge un’ammenda spropositata e vessatoria, oltre all’importo del percorso, per alcuni di pochi chilometri. Non vuole ascoltare ragioni, si spazientisce ed impone un regolamento assurdo, invitandoci al limite a fare un inutile ricorso. 
E noi vogliamo pubblicamente appellarci alla logica: se non si mette il viaggiatore nelle condizioni di fare il biglietto prima, salendo da stazioni prive di ogni servizio, che ci si possa rivogere, in questi soli casi, al personale viaggiante per pagare l’importo dovuto. Altrimenti non si tratta di un’ammenda, ma di un’estorsione. 

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