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venerdì 30 marzo 2012

Stato di emergenza per le carceri

16/1/2010

Provvedimenti urgenti da adottare subito

Il ministro Alfano si è finalmente accorto che la vivibilità nelle carceri è intollerabile ed ha dichiarato lo stato di emergenza, ma pensare di risolvere il problema attraverso la costruzione di nuovi penitenziari è un’utopia, perché sarebbero necessari non meno di dieci anni e non vi è alcuna copertura finanziaria, mentre l’idea di trasferire i galeotti stranieri a scontare la pena nei loro paesi, oltre ad essere inattuabile, significherebbe abdicare alle prerogative di uno Stato sovrano, che vuole conservare una parvenza di serietà.
Viceversa basterebbero alcuni provvedimenti a costo zero per fare fronte ad una situazione esplosiva:
1) Utilizzo del braccialetto elettronico per la quasi totalità dei detenuti in attesa di giudizio, fino a prova contraria innocenti prima del giudicato finale. Sono circa la metà degli ospiti delle nostre galere e solo pochi sono realmente pericolosi.
2) Concessione dell’affidamento in prova ai servizi sociali per tutti coloro che devono scontare un residuo di pena fino a tre anni. Si tratta di un diritto già sancito dalla normativa vigente, ma viene concesso con il contagocce e come se si trattasse di una grazia.
3) Adoperare le decine di caserme abbandonate dopo l’abolizione della leva come istituti di pena provvisori. Sono strutture di proprietà dello Stato già predisposte per un uso comunitario, dalle camerate ai servizi sussidiari.
4) Trasferire i tossicodipendenti in comunità terapeutiche, dove potrebbero essere curati ed un domani reinseriti nella società.
Se si applicassero questi provvedimenti anche parzialmente, in pochi mesi le carceri si svuoterebbero e si potrebbero impegnare le risorse finanziarie per istituire programmi di rieducazione in linea con il dettato costituzionale, il quale prevede che la pena debba perseguire la redenzione del condannato e restituire un cittadino in grado di ritornare nella società dopo aver pagato il suo debito.

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