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giovedì 29 marzo 2012

Singolare o plurale, Borbone senza pace

24/9/2009

La scomparsa di Alfonso Scirocco, celebre storico specialista di alcuni protagonisti del  nostro Risorgimento, mi ha fatto tornare alla mente la sua partecipazione, alcuni anni orsono, in veste di relatore, nel salotto culturale di mia moglie Elvira, quando, nel corso del dibattito, gli fu posta la domanda se lui ritenesse più corretta la dizione Borbone o Borboni ed il professore, senza esitazioni, si pronunciò per la forma al plurale. Un parere in linea con quello del professor Galasso, come ebbi modo di constatare nel corso di una presentazione di un libro alla Saletta rossa Guida a Portalba, mentre Paolo Mieli sposava la tesi del singolare. Ne seguì un colto articolo sul Mattino di Titti Marrone, presente come moderatrice, molto equilibrato, che aveva una conclusione equidistante tra le due ipotesi.
In seguito ebbi il privilegio di accompagnare Umberto Eco in una visita guidata al museo di Capodimonte e così approfittai per chiedere il suo parere, che fu decisamente per il singolare. Convenimmo di comune accordo che Benedetto Croce era all’origine di questa confusione, perché aveva scritto sull’argomento più volte adoperando il plurale.
Spesso viene citata una lettera di Ferdinando II con la firma Borboni, naturalmente non fa testo, ben conoscendo il livello culturale del sovrano, come pure la lunga disquisizione sulle famiglie europee che acquisiscono la dizione Bourbon al plurale, essendo nozione elementare che alcune lingue, ad esempio inglese o francese, a volte hanno il plurale per i cognomi, errore gravissimo per l’italiano. 
A conferma di ciò che pensavo richiesi tempo fa un parere all’ancora attiva ed autorevolissima Accademia della Crusca, la quale si espresse senza esitazioni per la forma singolare, conclusioni che comunicai alla stampa e pubblicata da numerosi giornali, anche non napoletani.
Nonostante questa autorevole dichiarazione, che dovrebbe chiudere definitivamente la questione, sono certo che  la lunga diatriba linguistica continuerà certamente immutata, avendo sulle opposte sponde autorevoli personaggi, da un lato i professori Scirocco e Galasso, dall’altro Mieli ed Eco e troverà una soluzione definitiva solo nel tempo, essendo la nostra una lingua viva, che macina lentamente le parole.

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