Pagine

sabato 17 marzo 2012

Mutilazioni sessuali oggi e (speriamo) non domani

9/10/2006


Molti popoli primitivi provocano delle parziali mutilazioni agli organi genitali dei giovinetti e delle fanciulle durante la pubertà. Tali pratiche, che rappresentano una tappa importante nella vita degli individui, vengono denominate con il termine generico di “circoncisione”.
Purtroppo anche oggi queste pratiche interessano centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, con epicentro del fenomeno in Africa.
Molte religioni incoraggiano tali mutilazioni, tra esse l’islamismo e l’ebraismo, che, con il loro comportamento, scendono allo stesso livello delle credenze animistiche delle tribù più lontane dal mondo civile.
Nel maschio la circoncisione prevede l’incisione del frenulo per permettere che il prepuzio possa essere tirato indietro con maggiore facilità scoprendo il glande, oppure, con un intervento più ampio, si procede all’asportazione completa del prepuzio ed in tal caso il glande rimane costantemente scoperto, perdendo nel tempo gran parte della sensibilità.
Questa usanza è antichissima ed era diffusa già nell’antico Egitto; oggi tutti gli Ebrei hanno conservato l’abitudine di circoncidere i propri figli nei primi giorni dopo la nascita. Tale piccolo intervento viene eseguito di frequente nelle strutture sanitarie di molte nazioni, essendo gli Ebrei, dopo la diaspora, presenti in numerosi Stati.
La menomazione fisica che deriva dalla circoncisione è modesta, a fronte, secondo il parere di alcuni, della possibilità di una maggiore igiene.
I Nandi, un popolo dell’Africa orientale,adoperano per la circoncisione il fuoco e, nonostante il terribile dolore, i giovani attendono con ansia il giorno dell’iniziazione, nel corso del quale alle fanciulle viene viceversa causticata la clitoride.
La gioia nell’affrontare codesti riti, che a noi paiono barbarici, ci fornirà più avanti una delle chiavi di lettura per interpretare il fenomeno.
Alcuni aborigeni australiani, oltre a circoncidere tutti i maschi, incidono ad un discreto numero di individui, dopo la nascita di parecchi figli,  anche la parte inferiore dell’uretra.
Tale rito, chiamato “mica”, lascia sul campo numerose vittime e, tra i superstiti, residuano gravissime menomazioni, in particolare una estrema difficoltà nei rapporti sessuali.
Una metodica contraccettiva quanto mai complessa ed imbarazzante!
Tra gli Ottentotti era consuetudine presso alcune tribù la monorchidia:la asportazione di un testicolo, un rito sacrificale che quietava i bollori e riduceva drasticamente la fertilità degli uomini.
Vogliamo infine citare un’usanza diffusa in più di una tribù, sia in Africa che in Australia. Ad essa non veniva sottoposta tutta la popolazione, ma soltanto i maschi più coraggiosi, sui quali era eseguita una incisione circolare interessante tutto il glande e nella ferita, ancora aperta,venivano applicati dei sassolini, che la cicatrizzazione inglobava, trasformando i giovani in irresistibili supermen durante i rapporti sessuali, ambiti e richiestissimi dalle donne.
A tale potenziamento della”forza d’urto sessuale”ricorrono ancora oggi quegli stregoni, ai quali, in alcune tribù, è delegato il compito di deflorare le vergini,”fatica”disdegnata da molti maschi per un sacro terrore del contatto con il sangue.(Per un approfondimento sul tema della verginità attraverso i secoli mi permetto di consigliare la lettura di un mio libro sull’argomento: “La frigidità e la verginità della donna”).
Sul versante femminile un posto di rilievo è occupato dall’asportazione della clitoride e dall’infibulazione ,che prevede, dopo scarificazione della cute, la completa chiusura dell’ostio vaginale,ad eccezione di un forellino per permettere il passaggio dell’urina.
La diffusione dell’infibulazione copre, a macchia di leopardo, tutta l’Africa ed alcune regioni dell’Asia. L’età delle ragazze mutilate varia a secondo delle nazioni. In Etiopia, ad esempio, sono interessate bambine di appena sette anni,mentre nei paesi dell’Africa occidentale viene eseguita intorno all’età della pubertà.
Di solito se ne interessa una donna anziana del villaggio, una praticona la quale lavora in condizioni igieniche spaventose , dando luogo a postumi invalidanti di vario genere, dalla difficoltà ad urinare a seri problemi nell’espletamento del parto e favorendo la trasmissione di infezioni temibili come l’Aids.
Il più delle volte queste” mammane” africane si servono di un affilato pezzo di latta, usato anche per rasare i capelli;poi sulla ferita si versa del latte che scorre nel terreno insieme al sangue versato. Si procede poi, sempre in maniera rudimentale a chiudere la vagina,lasciando solo un minuscolo forellino per urinare.
Durante la prima notte di nozze le ragazze vengono sottoposte ad un’altra operazione, più crudele della stessa infibulazione. Infatti lo sposo, che si vanta in giro di essere lui stesso con la sua potenza virile a deflorare la moglie infibulata, non essendo un toro è costretto a condurla dallo stregone, il quale provvede con falli di legno di varia misura, a riportare la ragazza alla situazione originaria.
Lo sposo conduce a casa la moglie ed invece di curarla, cercando di fermare il sangue che gronda copioso, pretende l’immediato accoppiamento, procurandole un dolore ancora più intenso.
Molte volte lo sposo, per risparmiare o non avendo chi possa aiutarlo,”apre” la moglie servendosi di un coltellaccio da cucina e subito dopo passa a consumare… il matrimonio.
Tentativi di spiegazione
Davanti a queste mutilazioni genitali così devastanti sorge spontanea la domanda:”Perché?”. 
Cercheremo di avanzare qualche ipotesi, premettendo, da radicali di lungo corso, ma non calabrache, di condividere una visione laica e liberale della questione.
Alcuni studiosi a proposito della circoncisione hanno ritenuto che possa essere nata per motivi igienici, pensando che  favorisca la pulizia dei genitali. Gli etnologi hanno sempre sorriso ascoltando tali teorie, le quali non tengono conto che il concetto di igiene è assolutamente moderno,del tutto sconosciuto ai popoli primitivi, mentre la circoncisione ha origini antichissime che si perdono nella notte dei tempi. Inoltre essa è stata per millenni eseguita nel completo disprezzo di ogni norma igienica. 
Nel caso della donna poi, a riguardo dell’asportazione del clitoride, l’ipotesi legata all’igiene è insostenibile.
Più facile è giustificare un’origine magico religiosa, legata all’idea dell’offerta e del sacrificio.
I popoli primitivi infatti hanno sempre dato grande importanza ai riti propiziatori, professati per rendere innocui gli spiriti cattivi. E cosa può essere più prezioso da sacrificare di quelle parti del corpo da cui gli esseri umani traggono i maggiori piaceri?
L’usanza, nata con una finalità sacra,si è quindi sedimentata e cristallizzata nei secoli ed è stata accolta poi come norma dalle religioni,  che ne hanno perpetuato nei secoli la pratica, attraverso i meccanismi coercitivi del dogma e dell’obbligo morale.
Un discorso a parte merita l’infibulazione, dove lampante e facilmente condivisibile è la spiegazione della considerazione della donna come oggetto,proprietà privata dell’uomo che può , a suo piacimento,utilizzarla per il soddisfacimento sessuale, venderla, ripudiarla.
E noi Cristiani non abbiamo alcun titolo a parlare, dopo aver inventato la cintura di castità, il dogma della verginità della Madonna ed il delitto d’onore.
Naturalmente, fino a quando non riusciremo a liberarci dalle religioni, tutte le religioni, o almeno di quella antiquata zavorra di leggi morali e di comandamenti anacronistici che le rende antiquate e contro gli stessi interessi dell’uomo moderno, la circoncisione, l’infibulazione, il mito della verginità e tante altre credenze, che ci giungono da un lontano passato, con il quale non abbiamo niente da condividere, continueranno ad opprimerci.
Incontro e scontro tra civiltà:
In passato quando ogni popolazione viveva nei suoi territori, il problema delle mutilazioni sessuali femminili era argomento di studio per gli etnologi, ma oggi, in un mondo in preda a sfrenati fenomeni di globalizzazione, mentre migrazioni di dimensioni bibliche interessano oramai decine di milioni di persone, non è più permesso disinteressarsi di queste tematiche.
I seguaci di religioni che contemplano l’obbligo di infibulare indiscriminatamente tutte le ragazze sono tra di noi a milioni, aumentano continuamente ed essendo molto prolifici tenderanno a crescere sempre più in percentuale.
Prima o poi chiederanno esplicitamente di poter continuare impunemente tali pratiche, approfittando di un vuoto legislativo sull’argomento e semmai vorranno usufruire gratuitamente del ginecologo della mutua. Probabilmente faranno opera di proselitismo presso di noi delle loro usanze, e forse non è lontano il,giorno in cui le nostre donne saranno costrette a sottoporsi alle mutilazioni sessuali da fanciulle e ad indossare da grandi lo chador o addirittura il burka.
Il nostro clima politico, impregnato di lassismo da basso impero e di buonismo tardo marxista, è favorevole a queste colonizzazioni culturali.
I mass media predicano quotidianamente il rispetto delle altrui usanze a discapito delle nostre tradizioni civili e religiose. Possiamo stare certi che se uno degli ultimi cannibali che abitano la nostra vecchia terra volesse trasferirsi presso di noi, come tanti extra comunitari e continuare le sue iperproteiche abitudini alimentari, il Papa per primo, nella sua omelia domenicale, incoraggerebbe ad accoglierlo fraternamente ed a lasciargli libero un semaforo, non già per esercitare la rispettabile e ben pagata professione di lavavetri, bensì per soddisfare le sue improcrastinabili esigenze alimentari.

Nessun commento:

Posta un commento