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giovedì 22 marzo 2012

Le quattro stanze dell’Arte

3/3/2008

Folla delle grandi occasioni ieri sera per l’inaugurazione della nuova sede, completamente rinnovata, dell’antiquario Vincenzo Porcini, la più importante della città sita nella centralissima piazza Vittoria.
La mostra di opere in vendita è stata divisa in quattro stanze ognuna dedicata ad un artista del secolo d’oro della pittura napoletana: tre giganti Giordano, Preti e Stanzione ed un minore di lusso De Bellis.
Le opere esposte sono degne di figurare in un museo, più che in un negozio di antiquario, per quanto prestigioso a livello internazionale e sono illustrate in un elegante catalogo fornito di esaurienti schede eseguite da un pool di giovani esperti coordinati da Giuseppe Porzio.
Ad accogliere il visitatore la stanza dedicata al sommo Luca nella quale troneggia un Martirio di San Bartolomeo che fu esposto alla grande monografica sull’autore del 2001 ed è stato ammirato da centinaia di migliaia di appassionati tra Napoli, Vienna e Los Angeles. La tela, di grandi dimensioni, permette un serrato confronto tra la poetica del Nostro e quella del Ribera, dalla quale mutua i segni di eroica senescenza, una predilezione del pennello del valenzano, che amava ritrarre impietosamente i segni dello scorrere inesorabile del tempo.

Si passa poi ad ammirare i dipinti del Cavaliere calabrese, tra i quali spicca per potenza di rappresentazione un Giuseppe e la moglie di Putifarre, dominato dal biancore seducente del corpo ignudo della donna, che disperatamente cerca di sedurre l’uomo in fuga dalle sue allettanti profferte amorose.
Stanzione impareggiabile cesellatore di grazie muliebri è presente in mostra con una Coppia di figure allegoriche simboleggianti l’eloquenza e la poesia ed impregnate da una densità d’impasto e da un raffinato registro cromatico.

Ed infine del De Bellis, un minore solo al cospetto di cotanto senno, descriviamo due opere, entrambe contrassegnate da un cielo corrusco nello scorcio di paesaggio, un carattere patognomonico dell’artista, che ci permette di distinguerlo nelle sue tele non firmate o documentate.
Monumentale è la tela raffigurante Gesù e la Samaritana, un inedito che arricchisce il catalogo del pittore con la sua robustezza d’impianto ed una concretezza terragna, che le algide tonalità cromatiche concorrono ad accentuare.
Sulla parete del  pozzo è raffigurato in monocromo, vero e proprio quadro nel quadro, Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia, un episodio già rappresentato dal De Bellis in un suo dipinto conservato nel museo di Budapest.

Un altro notevole autografo in mostra è il Buon samaritano, nel quale una raffinata sensibilità cromatica si sposa ad una ricerca di effetti preziosi e brillanti.
E mentre la Napoli che conta, con in testa il Sovrintendente, visita la mostra di Porcini senior, il figlio Dario con Chicco Giacometti espone  i gioielli della sede milanese a Maastricht nella più importante rassegna di arte antica del continente, il tempio dell’antiquariato, frequentato da vip in trasferta col jet personale, come testimoniato da oltre 300 atterraggi di aerei privati nei giorni dell’esposizione nel tranquillo scalo della ridente cittadina.

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