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giovedì 29 marzo 2012

Le carceri scoppiano, le sanzioni fioccano

2/10/2009

Dopo una prima sentenza di condanna da parte della Corte di giustizia europea  della quale hanno parlato i giornali, altre decisioni di sanzionare l’Italia per disumano trattamento dei reclusi mi sono state segnalate da alcuni legali di Roma e Milano.
La situazione drammatica delle carceri italiane, che letteralmente esplodono per l’aumento oltre ogni limite dei detenuti, era già  stata richiamata all’onore delle cronache da una sentenza della Corte di giustizia europea, la quale aveva condannato lo Stato per aver costretto un ladruncolo bosniaco, anni fa, a convivere in penitenziario con altri cinque soggetti, in un ambiente ristretto di 16 metri quadrati, ben al di sotto della soglia di 7 metri a persona, ritenuta il minimo compatibile con la dignità umana, altrimenti si parla senza mezzi termini di tortura. 
Bisognerà pagare 1000 euro e la sentenza costituisce un importante precedente per  coloro che vorranno adire alla Corte europea dei diritti dell’uomo per aver subito un trattamento analogo, la situazione nella quale si trovano in questo momento tutti i 64000 detenuti ospiti dei nostri penitenziari, nessuno escluso.
Il ricorso può essere presentato direttamente dall’interessato senza necessità di assistenza legale e consiglio a tale scopo di consultare preliminarmente sul web l’articolo di mio figlio Gian Filippo Corte di giustizia (dove, quando, come, perché).
Una mole di condanne internazionali potrebbe essere uno stimolo dirompente per il governo che, dopo tante chiacchiere deve decidersi ad affrontare una situazione assolutamente intollerabile.
Se l’Italia piange la California non ride, infatti anche nella ricca America ai galeotti è riservato un trattamento non certo con i guanti, ma lì vi è un giudice coraggioso, il quale ha sentenziato che se le condizioni di vita nelle carceri non migliorerà sensibilmente nei prossimi mesi bisognerà liberare il 30% dei detenuti. Una bancarotta in piena regola che da noi farebbe gridare allo scandalo, ma quando uno Stato non riesce a garantire i diritti più elementari non resta che abdicare.

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