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sabato 17 marzo 2012

Il più bel Carnevale della mia vita

27/4/2007


Gran veglione di Carnevale l’altra sera nella splendida villa di Posillipo di Elvira ed Achille.

Oltre 100 invitati: maschere alcune splendide, altre originali. La serata è cominciata con uno spettacolo di cabaret tenuto nel vasto salone della villa dal famoso comico Gennarino Marrone, il quale ha intrattenuto per circa un’ora gli ospiti con una serie di barzellette, gag e filastrocche terminate in un crescendo di applausi e risate.
E’ poi partita la festa. Tutti gli ospiti giù nella discoteca a ballare sotto la guida dell’equipe degli animatori capitanata da Roberta fornita dalla ditta “Frini e Lani”.
Cotillons e giochi di società si sono protratti fino all’esaurimento di forze dei partecipanti per circa due ore. La gara più divertente della serata è stata quella della fune che ha visto partecipare due squadre agguerrite capitanate da Tonino Cirino Pomicino e da Angelo Gava. Nei balli sfrenati sfrenati si è distinta particolarmente la signora Zigante, che ha tenuto teste nelle lambade ai numerosi aitanti principi azzurri. Tra le scollature più osè netta vincitrice Anna Maria Panada che espone delle “mommere” di epoca ma ancora validissime, seguite a distanza da Paola Vergona, Giovanna Brunetti e buon ultima da Maria Antonietta Jacovella, distanziata di circa 300cc. 
Nella folla delle maschere erano presenti due poliziotti con divisa originale: Enzo Iodice e Stefano Rando, la cui presenza ha seminato il panico tra gli ospiti in odore di avviso di garanzia. Si è poi proceduto alla tradizionale sfilata delle maschere con una competente giuria , nella quale l’esperienza di Gino Spinosa era surrogata dalla incorruttibile presidenza di Marina della Ragione.
Vincitrice del premio per la coppia più bella è stata l’accoppiata vincente  costituita da Paola e Luciano Vergona, in splendidi abiti veneziani di inestimabile valore (si richiede un’indagine fiscale), mentre la vittoria per la maschera singola è stata facile appannaggio per la padrona di casa Elvira della Ragione, scollatissima, in abiti da gran can (il marito non ha esercitato alcuna pressione sulla giuria: è stata un’acclamazione). Molto belle anche le maschere di Vittoria e Mario Speranza (tarantella napoletana), di Nicola Scarpa in abiti da sultano con la splendida Mena, bonissima quam qui  maxime, un’odalisca perfetta e trasparentissima e del filosofo Gino Marra in abito da imperatore romano con la sua maliziosa Cleopatra.
Un Komeini assatanato era Elio Rocco Fusco con un’amante di eccezione coperta dallo chador Amina. Modesti per risparmiare gli abiti che indossavano i fratelli Tarallo con le loro mogli e la coppia Letticino  che aveva riciclato una maschera già vista in altre feste.
Il premio per la migliore parrucca bianca, assegnato a Romolo Iacovella è stato ritirato dalla giuria perchè i capelli erano i suoi. Il famoso chirurgo Manlio Di Pietro e gentile signora non hanno potuto partecipare per un trapianto urgente. Le maschere più economiche “Rambo e suora sexy” alias Gaetano De Masellis e signora, 30.000 lire in tutto al mercatino di resina incluse le giarrettiere.
Antonio Brunetti era Charlot, ma nessuno lo ha capito. Bellissime erano le maschere di Tiziana e Gian Filippo della Ragione, ma di ritorno dal night, hanno trovato la festa quasi conclusa.
Rideva (si sa il riso alberga sul viso degli stolti) fino a scompisciarsi Corrado Tagliafierro, travestito con la gentile consorte da bambino e nonna. L’Italia allo sfascio era rappresentata dal giudice Ciro Liberti, la brutta copia di Di Pietro. Due perfetti ufficiali erano Gennaro de Notaris e Santi Corsaro, tanto brutti loro quanto incantevoli le loro signore. Maria e Carlo della Ragione: vedova allegra e negro selvaggio non hanno partecipato alla gara per decenza. Marina Peroni era una bellissima dama dell’Ottocento, sfigurava per il partner di una bruttezza da encomio, stessa sorte per la sorella Ornella, tanto bella lei tanto brutto e rozzo il marito.
Le gerarchie ecclesiastiche erano rappresentate da preti, il padrone di casa, cardinali Carlo Castrogiovanni, inavvicinabile per il puzzo ed Alberto Caciolli, inavvicinabile per l’alito, suore, la signora De Masellis, avvicinabilissima per le cosce ben esposte.
Il premio per la maschera più brutta è stato assegnato ad Antonella e Lucio Imparato: lei era una dama vestita da nano, lui era un nano vestito da punk, che sembrava uno scemo.
L’unica coppia non in maschera era costituita da Agata Leccisi e consorte, anche loro hanno fatto la loro figura…, anche se lasciava l’odore.
Tra gli assenti dell’ultimo momento ricordiamo, colpiti da influenza Gino Langella con la sua ultima fiamma Sandra e Marina Ripa di Meana, allettata questa volta da malattia. Non intervenuti anche Francesco e Luigina Galano per mancanza di soldi per il fitto dell’abito ed Angelo Russo, incerto se intervenire con la moglie o con l’amante.
Gli ospiti dopo essersi distinti nell’abbuffamento con dolci ed affini, alle due, si sono scatenati all’arrivo delle lasagne e si è assistito a scene invereconde: l’equipe dei camerieri dello Sri Lanka capitanata da Rosy assistita in prima linea da Summit e Ranji è rimasta allibita. Si sono particolarmente distinti Jenny Santopaolo, Giuliano e Nicola Pignalosa, che hanno mangiato per sé e per gli altri.
La festa è terminata alle prime luci dell’alba con un arrivederci. Si replica l’anno prossimo stesso giorno e stessa ora, stessa voglia di divertirsi e di trasgredire.

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