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sabato 12 novembre 2011

Mangiare carne nuoce ed inquina

IL RAPPORTO TRA L’UOMO E GLI ANIMALI

Il rapporto tra l’uomo e gli animali nella nostra società è di tipo autoritario. In Occidente si confrontano due correnti di pensiero antitetiche nei confronti degli animali: quella prevalente, di sfruttamento e dominio in nome di una supposta superiorità dell’uomo, che ha il suo epicentro nella Genesi, ma trova conforto anche nel pensiero di Aristotele e di San Tommaso d’Aquino, fino a Cartesio e Kant e quella meno seguita, basata su rispetto ed empatia verso il mondo animale in nome della comune appartenenza al mistero della vita, che risale a Pitagora ed attraverso Hume e Voltaire giunge fino a Bentham e Darwin.

In Oriente viceversa il rispetto per tutti gli esseri viventi raggiunge l’eccesso di alcuni fanatici, che camminano con una mascherina per evitare il rischio di ingerire accidentalmente qualche insetto. Le vacche sacre pascolano beate per le vie delle metropoli indiane, mentre tutti coloro che credono nella reincarnazione sanno che le trasmigrazioni da animale ad uomo sono previste e frequenti.

Per amare e rispettare gli animali non è sufficiente coccolare cani e gatti, scandalizzarsi per l’insulso spettacolo della corrida o firmare petizioni per fermare il massacro delle balene o la caccia alle tigri ed agli elefanti, bensì bisogna vietare l’uso delle cavie nella sperimentazione dei farmaci e addirittura dei cosmetici e meditare sulla strage annuale di miliardi di animali(dieci solo negli Stati Uniti): per una dissennata alimentazione iperproteica, la quale nuoce alla salute, provoca danni irreparabili all’ambiente ed affama metà della popolazione mondiale. Polli, conigli, tacchini, vitelli, galline, uccelli e pesci di ogni specie e di ogni misura, esseri viventi che forse non parlano o almeno noi non li intendiamo, ma certamente percepiscono la sofferenza, essendo dotati di fibre nervose specifiche simili alle nostre.

Vi è un pressante motivo economico che dovrebbe convincerci più di qualunque altro argomento dell’assurdità di consumare proteine animali e non vegetali. Infatti affinché noi possiamo mangiare carne gli animali debbono consumare enormi quantità di vegetali, per cui gran parte dei terreni viene dedicata alla produzione di mangime a scapito dell’alimentazione delle popolazioni più povere, con un incremento sostanziale dei costi, perché il prodotto finale che arriva in tavola costa molto più dei vegetali a parità di potere nutritivo. Gli allevamenti poi, per via delle abbondanti deiezioni e dei conseguenti gas che vengono a liberarsi, incide pesantemente sull’inquinamento ambientale e sui delicati equilibri della biosfera.

Inoltre vi è poi una considerazione di ordine biologico basata sulla circostanza che la nostra specie, per quanto divenuta onnivora, possiede un intestino molto lungo simile a quello degli erbivori, diversamente da quello corto dei carnivori. Le conseguenze sono una difficoltà digestiva con lunghe permanenze nell’intestino, fenomeni di decomposizione e di fermentazione, che incidono su un’aumentata frequenza del cancro al colon nelle popolazioni che consumano molta carne, una patologia quasi sconosciuta tra gli africani e gli orientali.

Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio di consultare sul web i miei articoli ”Aboliamo la caccia anzi la carne” e “Gli animali hanno un’anima?”.

Sulle confezioni di carne dovrebbe essere obbligatorio, come per il fumo, indicare il grave pericolo che corre la salute del consumatore: non solo cancro, ma anche diabete, arterioslerosi, iperazotemia, obesità ed infinite altre malattie.

Senza parlare delle terribili condizioni in cui sono costretti a vivere i nostri alimenti…, prima di finire nella nostra pancia. Un eccesso di crudeltà senza giustificazione che precede lo sterminio ed anche purtroppo senza speranza  che possa nascere una sensibilità etica sull’argomento, purtroppo etica e morale latitano sulle questioni umane, figuriamoci quando si tratta di animali!

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