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fig.1 Chiesa di S. Maria della Consolazione a Villanova (facciata)
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Paolo De Majo ci ha lasciato le sue opere più importanti fuori della capitale, ma anche le chiese napoletane possono vantare un patrimonio cospicuo di dipinti, che illustreremo in questo nostro articolo, partendo da due spettacolari quadri che adornano l’interno della chiesa di S. Maria della Consolazione a Villanova e che stranamente non vengono citati nè da Mario Alberto Pavone nella sua fondamentale monografia sull’artista, né, addirittura, nella rivisitazione esaustiva della Guida sacra della città di Napoli del Galante eseguita nel 1985 dalla equipe della Sovrintendenza coordinata da Nicola Spinosa, vera e propria Bibbia, da cui sono poi nati i 15 fascicoli della Napoli sacra, che sono presenti nelle biblioteche di studiosi ed appassionati.
Nel casale di Villanova vi è la chiesa di Santa Maria della Consolazione (fig.1) dalla spettacolare pianta esagonale, realizzata nel 1737 da Ferdinando Sanfelice, regno incontrastato per oltre cinquanta anni del leggendario parroco Giuseppe Capuano, morto in odore di santità.
Una chiesa di grande interesse, fuori dagli itinerari turistici e sconosciuta anche ai cultori del nostro patrimonio artistico, frequentata solo dai fedeli, tra i quali le mie zie centenarie: Giuseppina, Elena e Adele ed alla quale sono particolarmente affezionato, perché il parroco di cui sopra era un mio pro zio e fra cento anni o poco più mi piacerebbe si celebrasse il mio funerale.
Al momento della ricostruzione sanfeliciana risalgono i due spettacolari pendant eseguiti da Paolo Di Majo, che accolgono gioiosamente il visitatore. Essi raffigurano la Natività (fig.2) e la Madonna col Bambino con i santi Agostino, Monica, Gennaro ed Antonio (fig.3). Sono due autentici capolavori, eseguiti negli anni in cui l’artista lavorava presso la bottega del Solimena, quando questi era intento ad approfondire la sua esperienza in senso classicista. Essi sono la testimonianza della predilezione del Di Majo per formule geometrizzanti e la ripresa di elementi culturali neocinquecenteschi, in opposizione alle contemporanee proposte di Domenico Antonio Vaccaro. L’adesione del pittore alle direttive ecclesiastiche, volte a depurare le immagini sacre da ogni pur minimo carattere di laicità e interessate alla diffusione del culto mariano, si manifesta pienamente nei due dipinti in esame.
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fig.2 - Paolo De Majo - Nativitá - Napoli chiesa di S. Maria della Consolazione a Villanova
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fig.3 - Paolo De Maio - Madonna col Bambino ed i SS Agostino, Monica, Gennaro ed Antonio - Napoli chiesa di S. Maria della consolazione a Villanova.
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Ci trasferiamo ora dalla zona chic della città in un quartiere plebeo e periferico: Barra, dove nella chiesa di San Domenico si può ammirare un’imponente pala d’altare, firmata e datata 1772, raffigurante la Circoncisione di nostro Signore (fig.4) Passiamo ora ad esaminare tre dipinti conservati nella chiesa di San Nicola alla Carità, di recente restaurati e restituiti all’antico splendore, trasferiti dalla precedente collocazione nella prima cappella entrando a destra (fig.5) dedicata a Carlo Carafa (fig.6), un illustre personaggio della Napoli seicentesca, fondatore della Congregazione dei Padri Pii Operari. Essi rappresentano lo Sposalizio della Vergine (fig.7), che funge da pala d’altare, una delle prime opere dell’artista, eseguita sotto l’influsso della didattica accademica solimenesca e sui lati due ovali raffiguranti San Carlo Borromeo e San Filippo Neri (fig.8–9) attribuiti in passato dal Galante ad Alessio D’Elia, ma giustamente attribuiti al De Majo da Mario Alberto Pavone.
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fig.4 - Paolo De Majo - Circoncisione di Gesù - firmata e datata 1772 - Napoli chiesa di S. Domenico a Barra
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fig.5 - Chiesa di San Nicola alla Caritá - cappella a destra
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fig.6 - Ignoto pittore napoletano del Seicento - Carlo Carafa - 100x75 - Napoli collezione della Ragione
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fig.7 - Paolo De Majo - Sposalizio della Vergine - 220 x130 - Napoli chiesa di San Nicola alla Caritá
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fig.8 - Paolo De Majo - San Carlo Borromeo - 120x60 - Napoli chiesa di San Nicola alla Caritá
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fig.9 - Paolo De Majo - San Filippo Neri - 120x60 - Napoli chiesa di S. nicola alla Caritá
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Un’altra chiesa particolarmente ricca di quadri del De Majo e la SS. Trinità dei Pellegrini, che, nel coro, conserva quattro grosse tele, eseguite nel 1766, raffiguranti gli evangelisti Marco, Matteo, Luca e Giovanni (fig.10–11–12–13).
Il Pavone cita poi una S. Barbara, eseguita a suo parere nell’ultimo decennio di attività dell’artista ed una S. Maria della Purità, firmata e datata 1769.
Ci portiamo ora nella chiesa del Carmine situata nei pressi di piazza Mercato e ci confrontiamo con altri due capolavori: una Madonna con Bambino e S. Teresa e S. Maria Maddalena dei pazzi (fig.14), eseguita prima del 1770 e che presenta tangenti analogie con una tela eseguita nel 1772 per la chiesa di Donnaromita e poi una Trinità che appare a San Gennaro e S. Irene (fig.15), firmata e datata 1734.
Il Pavone cita poi due quadri raffiguranti l’uno la beata Giovanna Scopelli e l’altro il beato Angelo Mazzinghi, rammentando che nel manoscritto del Moscarella, intitolato Cronistoria del Real Convento del Carmine Maggiore, si trova scritto che i due ritratti furono eseguiti nel 1775 dietro il pagamento di 24 ducati. A due passi, sempre nella piazza Mercato, nella chiesa della Croce al Mercato, chiusa al pubblico da decenni, dovrebbe trovarsi, ladri permettendo, una S. Maria della Purità eseguita per la cappella serotina istituita da S. Alfonso nel vicolo dei berrettari, quando era cappellano Gaspare Russo, tra il 1772 ed il 1773. Dopo la distruzione della cappella nel 1943 passò nella cappella della Croce.
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fig.10 - Paolo De Majo - Evangelista Marco - 220x170 - Napoli chiesa Arciconfraternita dei Pellegrini
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fig.11 - Paolo De Majo - Evangelista Matteo - 220x170 - Napoli chiesa dell'Arciconfratrnita dei Pellegrini
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fig.12 - Paolo De Majo - Evangelista Luca - 220 x170 - Napoli chiesa dell'Arciconfraternita dei Pellegrini
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fig.13 - Paolo De Majo - Evangelista Giovanni - 220x170 - Napoli chiesa dell'Arciconfratrnita dei Pellegrini
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fig.14 - Paolo De Majo -Madonna con Bambino e sante - 250 x180 - firmato - Napoli chiesa del Carmine
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fig.15 - Paolo De Majo - Madonna che appare a San Gennaro e S. Antonio -350x220 - firmato e datato - Napoli chiesa del Carmine
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E rimanendo nel campo vastissimo delle chiese chiuse vogliamo rammentare un gigantesco dipinto di 7 metri per 3 raffigurante Il miracolo di San Vincenzo Ferreri (fig.16), ancora presente, disdegnato dai ladri, nella chiesa di Gesù e Maria. Una altro edificio religioso ricco di capolavori e negato alla fruizione da decenni è Donnaromita, dove si conserva una Madonna del Rosario (fig.17) dai colori rutilanti ed un più modesto San Francesco di Paola (fig.18).
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fig.16 - Paolo De Majo - Miracolo di S. Vincezo Ferreri - 330x730 - Napoli chiesa Gesù e Maria
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fig.17 - Paolo De Majo - Madonna del Rosario - firmata e datata 1772 - Napoli chiesa di Donnaromita
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fig.18 - Paolo De Majo - San Francesco di Paola - Napoli chiesa di Donnaromita
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Passiamo ora ad esaminare un vero capolavoro: una Sacra Famiglia (fig.19–20), conservata nella chiesa dei Padri della Missione ai Vergini, in un apposito vasto ambiente (fig.21).
La nostra carrellata volge al termine, presentiamo prima due ritratti di Evangelisti (fig.22–23) presenti nella chiesa di Santa Maria Egiziaca, dove si possono ammirare anche quattro tele raffiguranti delle Virtù, posizionati al di sotto della cupola ai lati delle due finestre, eseguiti in contemporaneità con gli Evangelisti.
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fig. 19 - Paolo De Majo - Sacra Famiglia - 400x300 firmata e datata 1740 - Napoli chiesa dei Padri della missione ai Vergini
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fig. 20 - Paolo De Majo - Sacra Famiglia - 400x300 - firmata e atata 1740 - (particolare) Napoli chiesa dei Padri della Missione a Vergini
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fig.21 - Paolo De Majo - Sacra Famiglia - 400x300 - firmata e datata 1740 - Napoli chiesa dei Padri della Missione a Vergini
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fig.22 - Paolo De Majo - Evangelisti - firmato e datato 1739 - Napoli chiesa S, Maria Egiziaca
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fig.23 - Paolo de Majo - Evangelisti - firmato e datato 1739 - Napoli chiesa S. Maria Egiziaca
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Ci portiamo poi nel Duomo, dove nella sacrestia, vi sono due ovati
(fig.24–25), raffiguranti lì Annunciazione e la Trinità, tra le
primissime opere eseguite dal pittore.
E concludiamo in
bruttezza, maledicendo i nostri finti alleati, che durante l’ultima
guerra ci sottoposero ad oltre cento bombardamenti, distruggendo
infiniti monumenti, tra cui S. Chiara, dove si trovava l’Ezechiele ed il
S. Agostino, che possiamo solo vedere in foto.
Achille della Ragione
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fig.24 - Paolo De Majo - Annunciazione - 30x20 - Napoli Duomo sacrestia
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fig.25 - Paolo de Majo - SS Trinitá - 30x20 - Napoli Duomo sacrestia
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fig.26 -Ezechiele e S. Agostino (distrutti) -Napoli chiesa di S. Chiara
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